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Etero

Ditalino al ristorante

Il ristorante in questione aveva un tavolo appartato, riservato, praticamente nascosto da occhi indiscreti che avrebbero potuto distoglierci da quelli che erano i nostri pensieri ed i nostri desideri. Erano mesi che avevamo la voglia di trascorrere insieme qualche ora e la scusa di quella cena insieme giunse proprio nel momento più propizio. Avevamo parlato tanto al telefono e durante i primi incontri di ciò che ci piaceva, di ciò che avremmo desiderato, di ciò che più di ogni altra cosa riscaldava il nostro corpo ed eccitava le nostre menti e finalmente eccoci insieme a varcare la soglia di quel ristorante, che ci avrebbe messi l’uno accanto all’altro per qualche ora, che ci avrebbe fatto rispecchiare negli occhi dell’altro, che ci avrebbe sicuramente riscaldato molto più di quanto possa fare una parola al telefono o in chat. Eh sì lei l’avevo conosciuta in chat e dopo mesi di chattate e telefonate, era finalmente arrivato il giorno del primo incontro. Lei vestita con una minigonna a mezza coscia nera ed un maglioncino con il collare in pelliccia oltre ad un cappotto scuro che le copriva le gambe fino ai polpacci, io in pantaloni chiari e giacca scura con una camicia bianca che risaltava sul colore della giacca. Ordiniamo da mangiare ma credo che in mente avevamo tutt’altro fuorchè la voglia di cibarci. Ci stavamo finalmente specchiando, stavamo scrutando i lineamenti dell’altro, stavamo cercandone i segni particolari. Lei era stupenda, era come l’avevo immaginata ed anche più bella, ma l’importante era che fosse calda, era questo che mi aveva attratto subito in lei fin dalle nostre prime parole, ma ci mettemmo qualche minuto e qualche bicchiere di buon vino bianco prima di arrivare a parlare di ciò che ci piaceva di più. Ci guardavamo sempre più intensamente, notavo nei suoi occhi lampi di luce mentre i miei cercavano sempre di scorgere la punta di un capezzolo o i brividi sulla sua pelle per poter meglio concepire la serata. La conversazione si stava facendo più calda, i ricordi e il rievocare discorsi avuti in chat fecero il loro effetto su di noi. Mi sentivo il sangue ribollire e potevo finalmente vedere in lei dei movimenti ripetuti sulla sedia come per cercare una posizione più comoda ma che poi capii essere soltanto un modo per far rilassare il corpo dovuto all’eccitamento. Piano piano con il ginocchio sentivo il suo che casualmente si poggiava sul mio ma nè io nè lei avevamo intenzione di rimuoverlo, ci piaceva questo contatto, ci faceva sentire più uniti di quanto già lo fossimo, fin quando avvicinai la mia mano alla sua e quasi per gioco gliela sfiorai con le dita aspettando la sua reazione. Non si mosse di un centimetro lasciando che le mie dita sfiorassero le sue e che il sudore della mia mano per l’eccitazione si mischiasse al suo che cominciavo a sentire altrettanto calda. Mi sentivo sempre più gonfio nei boxer e cercavo di accavallare le gambe sempre più forte per tenerlo a bada. Nel momento in cui la vidi mordersi le labbra trovai il coraggio di chiederle se potevo sentire quanto fosse calda ed un suo sorriso fu la sua risposta. Lasciai la sua mano e poggiai la mia sotto al tavolo sul suo ginocchio incollato al mio. Lasciai scivolare le dita sulla sua gamba cercando si assaggiare tutto il collant e notando che lentamente lei stava divaricando le gambe con mia immensa eccitazione. Le mie dita scorrevano sulle sue cosce mentre i miei occhi non perdevano un solo movimento dei suoi e sentivo il mio cazzo gonfiarsi sempre di più ed iniziare a pulsare sotto la spinta delle mie dita sul collant. Risalivo piano fin quando cominciai a sentire un calore umido pervadermi le dita al contatto con il collant. Spinsi un po’ più a fondo le dita fino a sentirle l’inguine ed in quel momento un mugolio impercettibile uscii dalle sue labbra. Era caldissima. La mia mano aperta sulla sua coscia sentiva le pulsazioni della sua eccitazione e le mie dita stavano per la prima volta sfiorando e sentendo il calore che emanava il suo corpo. La sentii divaricare ancora un po’ le gambe mentre le mie dita ormai non si fermavano più e continuavano la loro marcia passando sopra lo slip coperto dal collant che potevo percepire già intriso dei suoi umori. Cominciai a far scivolare le dita tra le sue cosce mentre lei si sistemava meglio sulla sedia divaricando ancora un po’ le gambe. Le sentivo le labbra gonfie adesso, le sentivo pulsare dall’eccitamento e muovevo le dita lentamente in senso circolatorio quasi per sentirne le pulsazioni. Era una sensazione stupenda quella che provavo masturbandola sopra i collant: le sue labbra continuavano e serrarsi ed i suoi mugolii aumentavano in maniera proporzionale come il suo respiro che stava diventando pesante. Le mie dita sentivano la sua figa schiudersi e gonfiarsi sotto il collant e lo slip e più la sentivo gonfiarsi più la premevo e stuzzicavo ruotandoci le dita aperte. Sentivo il mio membro sempre più duro quasi scoppiarmi dentro i boxer ma volevo sentire lei godere, volevo riempire le mie dita del suo succo, volevo sentirla gemere ed urlare. Il suo ventre continuava a contorcersi sentendo la mia mano ed i suoi respiri erano sempre più profondi. Sapevo che in quel momento stava cercando di darsi il massimo piacere e di godere appieno di quelle carezze ma allo stesso tempo sentivo anche dal suo calore che le onde dell’orgasmo la stavano catturando per portarla nel mondo del piacere assoluto. Le mie dita ruotavano ancora sul suo slip e sempre più profondamente fin quando trovarono il bordo laterale dello slip e lo scostarono. Al primo impatto con il suo pelo umido sentii il mio cazzo pulsare quasi volesse esplodere, ma cercai di controllarmi muovendo ancora le dita sotto quello slip carezzandole i peli pubici sul ventre e cercandole finalmente le grandi labbra che impazzivano ormai dalla voglia di esplodere. Trovai la clitoride, iniziai a giocarci, a stringerla tra due dita, a stuzzicarla mentre la sua faccia era diventata rossa ed ormai l’impeto del suo orgasmo che stava sopraggiungendo sembrava irrefrenabile. Continuai così per minuti fin quando non mi sembrò che stesse per esplodermi tra le dita quella clitoride che tanto avrei voluto poter succhiare in quel momento ma che dovevo accontentarmi appena di titillare e di schiacciare. Il suo ventre adesso si muoveva in alto ed in basso seguendo il ritmo delle mie dita che cercarono le sue labbra spalancate dove immergersi per mai più uscirne. Lasciai che un primo dito la penetrasse prima di sentirle le pareti vaginali completamente dilatate e bagnate e di provare a penetrarla con un secondo dito, ma nel momento in cui l’indice ed il medio iniziarono a masturbarla senza sosta notai il suo bacino muoversi ancora più rapidamente come impazzito ed in preda ad una furia ed un desiderio crescente. Con il palmo della mano continuavo a schiacciarle il clitoride e le dita che sentivo sciaguattare dentro il suo corpo tanto era bagnata continuavo a ruotarle e spingerle dentro e fuori. I suoi mugolii erano veri e propri gemiti: le mie dita allora ancora insaziabili aumentarono il ritmo e la spinta seguendo i movimenti del suo ventre che sentivo contrarsi ad ogni penetrazione. Il mio cazzo stava per esplodermi e lo sentivo duro come non mai tanto mi piaceva e mi eccitava la situazione e continuavo a masturbarla così senza paura solo per la voglia di sentirla godere e di sentirmi le dita riempite di lei e del suo piacere. Esplose e poi rimase immobile per qualche attimo cercando di riprendere fiato per quello che come poi mi disse era stato l’orgasmo più potente ed esplosivo che aveva vissuto grazie solo ad una masturbazione. A quel punto ritirai la mano dal suo corpo e come desideravo fare da tanto tempo portai le dita piene di lei e del suo piacere alle mie labbra per succhiarle senza lasciarne neanche una goccia. Era stata una esperienza meravigliosa che ci ripromettemmo di ripetere altrove se ce ne fosse stata la possibilità, ma ciò che rimase a me di quella serata fu l’averla vista godere davanti a me.

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