Il campanello trillò due volte .
“Mamma,vai tu ad aprire!”
gridò Filippo dalla sua cameretta,seduto su quella poltroncina ormai da ben 15 giorni,a causa della frattura ad una gamba e alle braccia rimediate durante la vacanza in montagna.Tutto sommato era andata bene,come gli aveva detto il dottore,quella caduta con lo snowboard sulla dura roccia aveva si spezzato alcune ossa del giovane,ma sarebbe potuta andare pure peggio.
Si chiedeva come,visto che non solo non poteva muoversi dalla sua cameretta se non aiutato dai suoi familiari,ma doveva anche essere imboccato ,visto il gesso posto su entrambe le braccia.E non era l’unico problema ,ora che… Ma i suoi pensieri furono interrotti dalla comparsa,sulla soglia della sua camera,della sua amica Sofia,che era venuta a fare una visita di cortesia al suo amico ingessato.
le disse Filippo e ,mentre lei prendeva una sedia e la avvicinava al ragazzo,ammirò come si era vestita: una bella maglietta scollata,che faceva godere di una eccitante visuale sulle prosperose tette della sua amica,un paio di fuseaux neri attillati,che mettevano in risalto il suo fisico magro e un paio di sandali bianchi aperti.
le chiese Filippo,con lo scopo di lanciare qualche occhiata sul suo seno mentre lei,trascinata dalle chiacchiere sui suoi amici,parlava e parlava.Filippo venne a sapere che Emanuele era andato a trovare Mary nella sua casa in Calabria .
disse Sofia,la cui aspirazione,non certo segreta,era quella di farsi il loro comune amico.
La ragazza continuò raccontando ciò che le era successo in vacanza,del pomeriggio passato con una sua amica a comprarsi mezzo mondo e quell’altro nei negozi del centro.I minuti di quel pomeriggio iniziato noiosamente ,prima dell’arrivo di Sofia ,passarono velocemente,riempiti dalle chiacchiere senza sosta dell’amica.
La madre del ragazzo passò velocemente per il corridoio su cui si affacciava la camera di suo figlio e si fermò,poggiandosi con una mano sullo stipite della porta: Le due donne si diedero la mano,scambiandosi i soliti sorrisi e convenevoli.
Dopo pochi minuti la madre chiuse la porta di casa e i due ragazzi rimasero soli.
disse Sofia,mentre nella mente del ragazzo compariva unicamente un unico pensiero: farsi una sega pensando alle tette grosse e morbide dell‘amica.
Ma visto che non avrebbe potuto per colpa del gesso,cercò di distrarsi,pensando ad altro.
Ma non era facile
Cosi le raccontò di come si sentiva in quello stato di momentanea disabilità e,soprattutto,della mancanza della sua ragazza,che non vedeva da più di due settimane,poiché era andata in vacanza.
Inevitabilmente il discorso scivolò sul sesso e la sempre maliziosa Sofia non si fece pregare per irretire il suo amico: disse strizzando l’occhio e abbozzando un sorrisetto lascivo,mentre aveva fatto scivolare il suo sguardo sui pantaloni della tuta del ragazzo,stranamente gonfi già da qualche minuto.” Mi sa che avresti proprio bisogno di una mano …”
Sofia si era accorta degli occhi da triglia del ragazzo,tipici degli arrapati; sguardi eccitati che lei conosceva bene e di cui molto spesso era la responsabile.
E durante la sua lunga chiacchierata,anzi monologo,non aveva esitato a sporgersi un po’ in avanti con il seno,per poter eccitare ancora di più Filippo.
Il ragazzo,imbarazzato per essere stato “scoperto” e per la proposta che mai si sarebbe aspettato di ricevere,fu capace solo di arrossire e di sentirsi gonfiare sempre di più l’uccello nei pantaloni troppo larghi della tuta.
Sofia rise e,poggiando la mano sul ginocchio del ragazzo,disse solo: .
Filippo balbettò qualcosa sulla fedeltà e sulla sua ragazza ,a cui non avrebbe potuto fare una cosa del genere… ma alla fine il suo uccello dimostrò chiaramente di non essere d’accordo con ciò che la testa di Filippo pensava.
L’uccello premeva,insolente,sotto la stoffa sintetica dei pantaloni e non accennava a diminuire la sua pressione.
.Lei non se lo fece ripetere due volte e,dopo aver sciolto il nodo dei pantaloni e averli tirati via,facendo attenzione al gesso della gamba,poggiò la mano sui boxer del ragazzo e cominciò a massaggiare.
“Mmm… e si,qui c’è proprio bisogno del mio aiuto”. Detto questo,Sofia sfilò anche i boxer di Filippo e prese il suo uccello duro in mano.Lo accarezzò lentamente,per fargli apprezzare la sua pelle liscia e morbida,poi lo impugnò per bene.
Il ragazzo sussultò.
Sentire quella delicata mano attorno al suo caldo uccello dopo ben due settimane di astinenza gli diede una scossa al cervello.
Intanto Sofia si era messa in ginocchio tra le sue gambe e aveva iniziato ad accarezzargli le palle,gonfie e bollenti.
Le sue dita stringevano quel bel pezzo di carne voglioso e lo facevano diventare ancora più duro.Erano mani esperte quelle che lo accarezzavano,capaci da molti anni di far godere i ragazzi.
Il respiro di Filippo aumentava di pari passo con la sua eccitazione; il suo cazzo sembrava dovesse esplodere da un momento all’altro.Si stava godendo quella fantastica sega,lenta e dolce,che la sua amica gli stava facendo.
Sentiva la cappella gonfiarsi sempre di più e farsi quasi paonazza dalla voglia.
Sofia si accorse dell’eccitazione ormai quasi allo stremo del ragazzo e,per farlo impazzire ancora di più,avvicinò le sue morbide labbra e diede un bacio su quella grossa cappella.
Un gemito usci dalle labbra di Filippo,che le chiese di continuare.
Cosi Sofia appoggiò nuovamente le sue labbra sull’asta e cominciò a baciarlo per tutta la sua lunghezza.
Baci morbidi,ripetuti lentamente su ogni centimetro del caldo cazzo dell‘amico,a partire dalla cappella fino ad arrivare alle gonfie palle.Poi ,mentre la sua mano continuava a segarlo,la sua lingua iniziò a leccare tutta la sua asta.
Leccava le palle,poi tutta l’asta,fino a risalire sulla cappella che,vogliosa,era diventata sempre più grossa.
Sofia sapeva come fare arrapare un ragazzo,ma nel caso di Filippo non era necessario ricorrere a certi trucchetti.La sua voglia repressa di due settimane bastava ed avanzava.
Ancora qualche minuto e il ragazzo sarebbe esploso tra le sue mani.
La ragazza aumentò il ritmo della sega,sempre più velocemente le sue mani correvano su e giù,lungo l’asta dura e calda.
Filippo godeva ed ansimava,era ormai alla fine del suo “tormento” durato due settimane.La sua amica,con una semplice sega,lo aveva fatto arrapare ed ora stava per farlo sborrare.
Sofia sorrideva mentre sentiva ansimare il suo caro amichetto; diede ancora due colpi e poi la sua cappella esplose tra le sue mani.
Un lungo getto di sperma schizzò verso l’alto.
Alcuni schizzi di sborra si riversarono sulle mani di Sofia,un parte andò a finire sugli addominali del ragazzo.
Piccole tracce di sperma finirono anche nell’incavo del seno della ragazza segaiola.Lei prese con un dito le gocce e le portò alla bocca,succhiò il dito con dei piccoli gemiti,mentre guardava fisso negli occhi Filippo.
Si alzò e dopo aver dato un bacio con la lingua al suo amico,lo rivesti e se ne andò da quella casa.
Con la promessa di aiutarlo a sfogarsi quando ne avesse avuto bisogno…
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