Etero

Un bagno turco molto caldo

Per un meeting di lavoroci trovammo in Turchia.
La mia azienda aveva organizzato la classica convention dove ci trovavamo a presentare le nuove strategie aziendali insieme ad un centinaio di colleghi e clienti.
Mi portai anche la mia giovane moglie che, rivedendo le foto dell’evento, allepoca era una gran fica, pur avendo avuto già due figli.
La location era in un villaggio turistico superlussuoso che si affacciava sul mare.
Eravamo giovani …e belli.
Le giornate si svolgevano cun riunioni la mattina e il pomeriggio dedicato al divertimento.
Fra le varie cose da fare, alcuni colleghi mi raccontarono che erano stati al bagno turco del villaggio e che era molto bello.
Decidemmo di provarlo.
Era un vero bagno turco, non come quelle stanzine che ci sono nei nostri centri benessere.
Una stanza molto grande di circa 100 mq. tutta rivestita di mattonelline a mosaico, tipico del luogo. Al centro c’era una piattaforma con il piano di marmo molto caldo dove ci si poteva distendere dopo aver gettato dell’acqua fredda. Intorno c’erano delle panchine sempre per lo stesso uso.
Era una stanza promiscua, uomini e donne insieme (o forse solo le donne occidentali si mescolavano con gli uomini).
La stanza era satura di vapore profumato e dopo un primo impatto dovuto allo sbalzo di temperatura diventava piacevole.
Naturalmente si doveva entrare completamente nudi, coperti solo da una tela leggera che ti veniva fornita all’entrata che in pochi secondi, a causa dell’umidità, si attaccava al corpo e lasciava vedere ogni particolare.
Appena entrammo, notai subito gli sguardi allupati degli altri ospiti che guardavano mia moglie. Feci finta di nulla, d’altra parte dovevamo stare al gioco .
Per entrare avevamo pagato un biglietto “Plus” che comprendeva dei servizi che non avevamo capito cosa fossero.
Dopo 10 minuti che eravamo lì, entrò un inserviente turco, un omone grande e grosso armato di secchio e guanto di crine.
Mi invitò a seguirlo al centro della sta nza e mi lavò con un sapone grezzo ma molto profumato strusciandomi con il guanto di crine. Con la mano entrava dappertutto, mi spostava il telo mettendo in mostra il mio uccello, ma nessuno ci faceva caso.Era un fatto normale, lì e dopo un po’ vinsi l’imbarazzo e lo lascia fare. Lui faceva quei gesti con estrema naturalezza e non faceva caso a dove andava a toccare. Non si riguardò di passarmi il guanto perfino sull’uccello e in mezzo alle gambe. Un po’ mi vergognavo di quello che stava facendo. Chiusi gli occhi e cercavo di estraniarmi da quello che avevo d’intorno altrimenti l’imbarazzo avrebbe preso il sopravvento
Devo ammettere che in fondo fu una cosa piacevole perchè alla fine mi sentivo la pelle liscia, mobida e profumata, grazie a quel trattamento.
L’uomo silenziosamente come era entrato, finito il suo lavoro se ne uscì.
Io ritornai al mio posto accanto a mia moglie. Le raccontai che era stato piacevole anche se un po’ imbarazzante e lei mi disse che meno male non era capitato a lei perché non se lo sarebbe fatto fare
Dopo qualche minuto l’uomo rientrò si avvicinò di nuovo a noi e fece un cenno a mia moglie di alzarsi. Lei non voleva, ma lui la prese per un braccio e se la portò in mezzo alla stanza.

Non aveva voglia di perdere tempo e non poteva stare dietro ai capricci di una “ricca turista occidentale”. Lei fu costretta a seguirlo.
Immaginate la scena una stanza piena di uomini e poche donne. lei seminuda nelle mani di quell’energumeno che la maneggiava come una marionetta.
Mi guardava come per dirmi “fai qualcosa!” ma io sapevo che non c’era nulla di male e anzi, mi piaceva l’idea dello spettacolo che avrebbe offerto di lì a poco.
Guardavo tutti quegli uomini che la osservavano sbavanti, guardavo lei che era imbarazzatissima e ero eccitatissimo. Dovetti incrociare le gambe per non far vedere la mia erezione.
Il turco prima prese a massaggiare e lavare le parti scoperte, braccia, spalle e le gambe in basso. Poi senza preoccuparsi un secondo, la liberò del telo leggero che la copriva invitandola a tenerlo aperto sul davanti
Lei era in un marasma di imbarazzo, aveva il viso rosso dal calore e dalla vergogna.
Lui iniziò a lavarla e massaggiarla dalle spalle in giù, arrivò alle tette e si soffermò a sfregarle su e giù facendole sobbalzare. Vedevo i suoi capezzoli che allo strusciamento del crine si irritavano un po’ diventando turgidi. Poi scese sulla pancia e arrivò al basso ventre.
Il guanto di crine lambì la leggera peluria che circondava il sesso di mia moglie, si riguardò ad arrivarci sopra, cipassò intorno moooolto vicino , scese ancora sull’interno cosce, facendole aprire un po’ le gambe. Nell’andare su e giù vedevo che il pollice del guanto andava a sbattere contro il suo sesso. Poi la fece girare e le massaggiò il culo con forza, sollevando il telo e mostrandolo a tutti. Praticamente aveva dato spettacolo a tutti gli avventori i quali avevano chiaramente gradito. Molti avevano le gambe accavallate e altri le mani in grembo a coprire l’erezione che avevno sotto.
Finito il lavaggio lei era rossa come un peperone, per il caldo, per la vergogna e anche per l’eccitazione.
Si ricompose coprendosi il meglio possibile e ritornò seduta vicino a me.
Da notare che il turco massaggiatore, durante tutto il suo lavoro non aveva mai cambiato espressione. Per lui era un vero lavoro e se lavava una bella donna o se lavava una capra per lui era la stessa cosa.
Dopo qualche minuto uscimmo di lì e fu il turno del massaggio di coppia sul lettino.
Lei con un massaggiatore, io con una massaggiatrice
Giuro che facevo fatica a trattenermi. Vedere lei che veniva percorsa su tutto il corpo da mani possenti e sentire invece le mani gentili della ragazza che era sopra di me mi portò ad un eccitazione pazzesca.
Finimmo il trattamento e andammo in camera.La spogliai e la presi con forza. La scopai in piedi e lei si lasciò fare. era bagnatissima e le scivolai dentro con grande facilità . Quando fui sul punto di venire, si chinò me lo prese in bocca e si fece sborrare in bocca ingoiando tutto.
Fu un’esperienza fantastica, ma purtroppo non si è più ripetuta. Fu la magia del luogo e una concomitanza di situazione che la resero così eccitante ed aspetto sempre che si possa ricreare quell’alchimia.

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