Avete presente quelle noiosissime feste in cui non conosci nessuno, fai fatica ad attaccar bottone e sono di una noia mortale? Quella in cui ero capitato io era molto peggio. I ragazzi a parlare esclusivamente di moto e di politica; le ragazze, le poche interessanti presenti, ridacchiavano complimentandosi falsamente per i rispettivi vestiti, aumentando sensibilmente il volume del chiacchiericcio sempre più vuoto e ancor più fastidioso.
– “Gianni, qualcosa non va?”
mi chiese il fratello del padrone di casa, uno dei pochi che conoscevo.
– “No tranquillo, sono solo stanco. Oggi al lavoro è stata dura”.
Dura un cazzo, pensavo tra me e me. Avevo le palle piene di quella musica disco-ipnotica e di sorrisi surgelati che appena volti le spalle si sciolgono nei più beceri dei gossip.
Decido di farmi un altro cicchetto con la viva intenzione di levare le tende immediatamente dopo. Verso una cascata di rum che mi infradicisce la mano mentre noto, sedute agli estremi opposti del divanetto posto corridoio, due ragazze che osservano smarrite la folla di culi che ballano davanti ai loro occhi. Una, bel fisico atletico stretto in un abitino da sera del tipo strappamelo-a-morsi, tiene in mano un cocktail colorato che sorseggia di tanto in tanto con fare annoiato. L’altra ha una serie di curve da togliere il fiato, con un seno spavaldo che titaneggia grazie anche ad una scollatura generosa: beve una bottiglia di birra che stringe in mano nervosamente come se nel frattempo aspettasse o un autobus o principe azzurro o una crocerossina che la riaccompagni a casa.
– Permettete, posso sedermi?
Anche un’ameba capirebbe che quella è una scusa. Non sono mai stato bravo con le donne e l’alcol che ho in corpo non aiuta ad essere lucido ma almeno abbassa il livello di inibizione. Ci troviamo a parlare. Per quel poco che il mio cervello capta, anche loro ci hanno dato dentro con l’alcol e come me si trovano a proprio agio.
Giulia, quella atletica, prende l’iniziativa
– Mi sono rotta di questa festa. Vi va di fare due passi e andare a prendere un cornetto?
Io e Sonia, l’altra ragazza, non ce lo facciamo ripetere due volte.
Pochi minuti e ci troviamo a cantare per strada a squarciagola le canzoni della serata che avevamo preso per il culo, a imitare gli idioti presenti alla festa e, io e Sonia, a far pipì per strada.
– Però che pezzo di uccello che hai – mi dice Sonia
Cazzo, non mi ero accorto di non essermi nascosto bene per pisciare e Sonia era giusto in traiettoria. Lievemente imbarazzato per il complimento, smorzo con un sorriso e una battuta e cambio discorso.
Giunti al bar prendiamo i cornetti e noto come Giulia ne assapori la nutella: gusta con evidente goduria il contenuto sporcandosi metà viso e provvedendo a ripulirsi leccandosi con lentezza e lanciandomi sguardi ambigui. Percepisco un’aria elettrizzante ed eccitante anche perché il discorso cade sul sesso e inevitabilmente si parla delle proprie esperienze nonché delle voglie e delle perversioni. Non posso fare a meno di lanciare occhiate voluttuose al culo di Giulia e alle tettone di Sonia, fantasticando su come sarebbe bello acchiappare quelle parti e strizzarle a mio piacimento con conseguente godimento da parte loro.
I discorsi si fanno sempre più intimi e ci si comincia ad abbracciare e a scambiare timidi baci sulle guance. L’atmosfera si fa sempre più calda, prendo il coraggio a piene mani e sbotto:
– Vi va di venire a casa mia?
Senza aggiungere spiegazioni, senza dare giustificazioni sul mio invito le ragazze accettano in coro. Come se non aspettassero altro. Il mio uccello con un’impennata, bloccata dai boxer elasticizzati, sembra ringraziarmi.
Apro la porta di casa, le due ragazze si fiondano, come se già la conoscessero, in camera da letto nel mio bel due piazze e mezzo.
– Avete bisogno di farvi una doccia o di cambiarvi? – chiedo smaliziatamente.
Gli occhi di Sonia brillano di luce scintillante e mi risponde
– Sì, ci dobbiamo cambiare e ci spogliamo qua.
Non ho il tempo di replicare (e non credo che avrei trovato le parole) che Sonia dinanzi alla esterrefatta Giulia comincia a spogliarsi. Scopre il suo bellissimo seno, grosso ma armonioso, con due capezzoli che sembrano scoppiare e che non chiedono altro di essere leccati e ciucciati all’infinito. Toglie anche i pantaloni e rimane solo con gli slip indosso mentre presa dall’eccitazione comincia a spogliare una Giulia riluttante ma che non oppone resistenza. Credo di essere rimasto a lungo a bocca aperta, definitivamente paralizzata alla vista del culo di Giulia completamente nudo, un culo di marmo che sembra un capolavoro rinascimentale. Giulia sempre più presa dal gioco, si va sciogliendo come contagiata dall’entusiasmo di Sonia: le toglie le mutandine cosicché sono entrambe nude.
Mi avvicino lentamente, come se avessi paura di poterle fare scappare, e Sonia mi afferra per la cintura dei jeans. Le due ragazze mi scaraventano sul letto e mi spogliano freneticamente come due belve affamate. Mi lascio travolgere dal loro entusiasmo e inizio ad accarezzare i loro corpi. Vivo un sogno, giaccio sulle rose e tocco il velluto. Eppure è vero, è realmente esistito e ancora oggi che racconto questo fatto stento a crederci.
Giulia si fionda subito sul mio cazzo turgido e pulsante, lo ingoia tutto e con movimenti rapidi e lenti della lingua danza su di esso. Sonia mi guarda e sorride, io ricambio il gesto e l’afferro per un braccio. Immediatamente si trova seduta sulla mia faccia e con vigore inizio a leccare la sua fica immensa: la mia lingua cerca con impazienza il punto giusto, quello che fa ululare, quello che fa impazzire.
– Oh, sì. Sììììììì!!!
Trovato. La mia bocca si fonde col suo sesso, i suoi umori mi colano dalle labbra e mi eccitano all’inverosimile. I fremiti di piacere del suo corpo si ripercuotono sul mio cazzo che sembra rinvigorirsi sempre di più e pronto ad esplodere nella bocca di Sonia.
Giulia improvvisamente si blocca, prende Sonia e la fa rotolare sul lettone. La tiene ferma per i polsi e la bacia appassionatamente.
– Adesso sei solo mia, piccola pervertita – tuona Giulia.
Comincia a leccarla ma improvvisamente decide di cavalcarla sedendosi su di lei e sditalinandola con energia. Io mi eccito da morire e mi masturbo davanti a loro sventolandoglielo in faccia alternativamente. Una leccata una, una leccata l’altra. E ricomincio a menarmelo. Sonia è letteralmente impazzita e Giulia è una furia. Prendo Sonia per le gambe facendo scivolare Giulia all’altezza della sua bocca: la infilzo per bene e comincio a scoparla con sollecitudine, ad ogni suo urletto uno schiaffo sul culo. Le sue urla aumentano di volume, alternandosi ai gustosi assaggi della topa di Giulia. Un colpo, due colpi, tre colpi. Sonia si volta e guarda come sfondo ad ogni botta, si passa la lingua sulle labbra e si stende a fianco dell’amica di avventure.
– Anche io come lei. Entra dentro.
Un invito a nozze. Comincio a penetrarle mentre loro si stringono i rispettivi capezzoli e si scambiano lunghi e appassionati baci. Sento che sto arrivando, anzi venendo. Lo tiro fuori e inondo i visi delle ragazze. Sono fradice, le gocce di sperma grondano dai capelli e dalle guance. Si leccano a vicenda per ripulirsi e ricominciano il gioco, si masturbano a vicenda. È un crescendo di singulti e sospiri, aumentano il ritmo e con esso il volume delle grida. Saltano su quel letto, danzano al ritmo delle loro dita, forzano la serratura della loro femminilità. Come fossero empatiche, raggiungono il piacere in contemporanea, riversandosi sul letto grondanti di sudore e piacere.
La mattina, appena svegliato, loro erano sparite. Da allora non le ho più viste. Qualche giorno fa però ho ricevuto un messaggio da Giulia: “Io e Sonia stiamo partendo per una vacanza in Grecia, ti va di unirti a noi? ;-)”.
Certo tesoro, a voi mi unisco sempre molto volentieri