Era una giornata di primavera, la sveglia suonava alle 7:00 perchè dovevo recarmi all’università. Per raggiungerla uso quotidianamente i mezzi pubblici accompagnato dalla mia collega ed ormai amica Federica. Era una splendida mattinata ed il sole ci costringeva ad indossare abiti leggeri. Io vestivo con una T-shirt colorata ed un paio di jeans, Federica aveva un top azzurro con spalline sottili, una minigonna di jeans scura, calze colorate e ballerine.
Ci incontrammo vicino casa sua al solito posto, ci salutammo ed incamminammo verso la stazione della metro. Giungemmo lì intorno alle 8:15, orario ideale perchè i corsi iniziavano alle 9:00. Scendendo le scale mobili notammo immediatamente la folla insolita di persone che risaliva verso l’uscita. Arrivammo al binario e ci fu svelato il mistero. Un treno si era guastato restando fermo su un binario più avanti, facendo cancellare così tutte le corse. Seccati dalla notizia pensammo per un attimo di utilizzare i vari pullman necessari, ma realizzammo immediatamente che non era il caso. Decidemmo dunque di lasciar stare le lezioni e regalarci una buona colazione insieme. Andammo in un bar poco distante da casa mia, entrammo ed ordinammo due caffè ed un cornetto per lei.
Evidentemente era una giornata storta perchè il caffè che arrivò era davvero imbevibile. Disgustata lei mi propose di andare a casa mia… lì avrebbe preparato un caffè come si deve ed in più avremmo potuto studiare assieme
Accettai volentieri e ci dirigemmo verso la mia abitazione.
Abito con i miei, ma in mattinata non ci sono mai…unico ospite onnipresente è il mio cagnolino Lucky.
Saliamo e ci stabiliamo in cucina. Poggio i libri sul tavolo mentre Fede si reca verso i fornelli.
Finalmente beviamo qualcosa di buono ed iniziamo a parlare di quel che si deve studiare per non restare indietro rispetto alla lezione del giorno che ci siamo persi. La voglia è poca ma dobbiamo concentrarci.
Mentre leggiamo ognuno dal proprio libro, seduti l’uno accanto all’altra, mi capita di fissare il suo volto. Ha un viso semplice e pulito, accarezzato da un leggero velo di trucco… gli occhi azzurri illuminano ogni sua espressione e i capelli neri, seppur corti e spettinati, le danno un’aria davvero sexy. Mi è sempre piaciuta tantissimo, ma non mi ero mai soffermato ad osservarla così a fondo. Pian piano lo sguardo cala attirato da un ciondolo che indossa e che finisce al di sotto del suo top. Mi soffermo dunque a fissare i suoi seni lievemente messi in vista dalla scollatura. Immagino porti una bella terza seppur sia molto magra nelle restanti parti del corpo.
Ad un tratto si accorge che la sto fissando, il suo sguardo incrocia il mio ed io balzo scostandomi a guardare il mio libro. Noto con la coda dell’occhio che sta continuando a fissarmi ed arrossisco. Mi giro verso di lei imbarazzatissimo e le chiedo come mai mi stia guardando. Lei sorride e ritorna a leggere la sua pagina.
Passano i minuti ed improvvisamente sento la sua mano che accarezza la mia coscia… mi giro di scatto verso di lei che mi guarda sorridendo e dice: “ti voglio bene sai?”. Io ricambio accarezzandole la mano biricchina.
Passano altri minuti e la mano poggiata sulla mia coscia inizia ad indirizzarsi verso il mio interno coscia. La lascio fare ignorandola mentre sento che sto avendo un’erezione. Federica se ne accorge e ne approfitta palpandomelo.
A quel punto capisco le sue intenzioni e mi decido a dire la mia: “se continui cosi mi sa che finisce male”.
E lei: “mmmmhh quanto male può finire dai?”.
Io: “molto male amica mia! Non senti come sto?”
Lei: “sento sento… ma non mi basta”.
Di colpo si alza dalla sedia e fa alzare anche me. Mi da un bacio sulle labbra ed inizia a chinarsi. Mi sbottona i jeans e li cala giù, dopodichè sposta le mie mutande e lo lascia uscire da un lato. Sorride soddisfatta la mia amichetta ed inizia a stringerlo.
Afferrò con forza il mio pene e tentò di tirar fuori la cappella che, essendo asciutta oppose un po’ di resistenza facendo attrito con la pelle. Questo generò in me un lieve solletico piacevole che rese la cosa subito ancor più eccitante. Tirò forte giu scoprendo tutto il glande che rosso pulsava di piacere. Si inginocchiò, avvicino la bocca e tirò fuori la lingua. Iniziò a toccarla con la punta e a giocarci tutto intorno. Era un momento di costante sofferenza e piacere contemporaneamente e lei mi aveva in pugno, fin quando decise di prenderlo nella sua calda bocca ed insalivarlo come solo lei nella mia vita è riuscita a farlo. Con un bel gioco di lingua lo riempì completamente di saliva al punto che quando lo tirava fuori per prender fiato, si notava la saliva che dalle sue labbra pendeva verso il mio pene. Continuò a cibarsi di me a lungo per poi tornare a masturbarlo con decisione. Mi sentivo esplodere, ero troppo eccitato, e lei aveva uno sguardo assatanato che rendeva quasi impossibile trattenersi ancora a lungo. Mi teneva stretto nella sua mano effettuando movimenti dall’alto verso il basso e viceversa, facendo scorrere la pelle lungo tutto il tronco e scappellando continuamente… stavo impazzendo di piacere!
Ero al culmine e fui costretto a girare le carte in tavola, le proposi: “perchè non mi fai venire e poi non appena mi son ripreso ti punisco per bene?”. Mi rispose di no, sono sicuro perchè aveva paura che io le proponessi di farlo.
Dunque decise di lasciare il mio pene e di alzarsi. Mi fece sedere sul bordo del tavolo, a gambe aperte, ed iniziò prima a baciarmi l’orecchio e poi a leccarlo tutto. Che tortura che stavo subendo! Avevo il membro durissimo e lei sembrava essersi dimenticata della sua esistenza. Si dedicava solo al mio orecchio.
Iniziò poi a sussurrarmi pensieri che nella mia mente divennero quasi un’immagine reale. Dovevo immaginare lei su di me che si lasciava penetrare completamente, che muoveva il suo bacino incollato al mio e che accoglieva nel suo ventre tutto il mio seme.
Di li a poco quel racconto mi fece eiaculare, senza che lei accennasse ad avvicinarsi minimamente al mio pene. Lo sperma iniziò ad uscire dalla mia cappella e lentamente a scorrere lungo il tronco sino ai testicoli. Era riuscita a farmi venire col solo potere delle sue parole, ed ora soddisfatta osservava il mio pene sporco di sperma.
Ultima sua bizzarra fantasia fu di pulirmelo di persona con un fazzolettino di carta ed accarezzarmi i testicoli mentre levava via tutto il mio seme. Mi lasciò lavarmi e poi disse che era meglio per entrambi se lei fosse tornata a casa.
Dunque ci salutammo normalmente, da amici.
Da quel giorno però il nostro rapporto cambiò radicalmente e sono tantissime le cose che potrei raccontarvi