Valèry scese dalla Station wagon rossa, saluto, i genitori e gli zii e si incamminò verso casa, mentre i parenti continuavano verso la
spiaggia, avevano bisogno di un bagno in mare, che distava 2 Km.
Lei invece non voleva altro che buttarsi a letto, nonostante fosse quasi una campionessa di bodybuilding si sentiva stressata, forse
era colpa del aria oppure del caldo.
Ma niente le avrebbe impedito di farsi una bella doccia e mettersi a dormire.
Entrò silenziosamente in casa e con altrettanta premura chiuse la porta si avviò per il bagno seminando indumenti per terra;
arrivò davanti allo specchio con soltanto gli slip addosso, si concesse qualche posa isotonica flettendo e rilassando i muscoli
del collo, delle spalle e della schiena per poi, con l’aiuto di un asciugamano passare a quelli delle braccia e del petto.
Non fosse stata per le sue poppe sarebbe senz’altro diventata professionista ma non era possibile con quella latteria ambulante.
Del resto era una dote di famiglia, un regalo della mamma, Hèlene aveva 13 anni ma era già formata, quasi come lei, uno dei motivi
per cui aveva cominciato ad andare in palestra era per mantenere sodo ed elastico il seno, poi erano subentrate altre ragioni, come lo
sfogare un bel pò d’energia prorompente.
Valèry Capuzzo aveva 19 anni ed era ancora vergine.
I ragazzi che conosceva e che le sarebbe piaciuto conoscere di più ma non si azzardavano a darsi una mossa un po per paura di lei
che era alta 1,80 cm e aveva un fisico mozzafiato e un pò per paura di suo padre che era un uomo daò carattere difficile, una volta aveva scaraventato
un uomo da un balcone del settimo piano d’un albergo fortunamente era caduto in una piscina piena d’acqua.
Suo padre s’era fatto due anni di galera ma nessuno si era azzardato più ad importunare la mamma, ubriaco o meno.
Le sue riflessioni furono interrotte da uno strano rumore, molto simile ad un gemito; Hèlene aveva detto si essere indisposta che stesse molto male?
Si avvicinò ascoltando con attenzione
– Ohhh sì così sei fantastica! -.
Sulle prime quasi non capì, ma il suono giungeva distinatamente dalla camera di Giacomo e non riusciva a spiegarselo.
Che si fosse portata una sfitinzia a letto?
Quello sbarbatello!
Un quindicenne che doveva ancora pulirsi il latte dalle labbra e già si scafandrava una ragazzetta?
Davvero incredibile!
Intrigata e incuriosita suo malgrado si avvicinò alla porta, si chinò per guardare dalla serratura, consapevole che se qualcuno l’avesse beccata lì,
con le poppe nude mentre guardava dal buco della serratura, ci sarebbe stato ben poco da spiegare.
Bè Giacomo era in piedi, aveva un bel fisico: robusto, muscoloso perfino; quanto alla ragazza era un bel tipino, almeno visto da dietro
una bella schiena bianca, un bel pò di capelli, un bel sedere.
Era inginocchiata davanti a lui e lo stava spompinando senza risparmio, a giudicare dall’ampiezza dei suoi movimenti Jacquès doveva avere una bella
nerchia e pensare che lo aveva messo nella schiera dei smidollati!
Con il suo parlare gentile, non l’aveva squadrata come facevano gli altri invece l’aveva fissata sempre negli occhi nonostante le sue forme davvero
generose.
Quasi inconsapevolmente prese ad accarezzarsi le tette e a strizzarsi i capezzoli, che, si erano irrigiditi quasi dolorosamente.
Fu presa, all’improvviso, da una strana inquietudine.
Proprio in quel momento i due si spostarono presentandoglisi di profilo potè così vedere che il cazzo di Giacomo era davvero notevole e che la ragazza
era sua sorella Helène.
Trattenne a stento un urlo di sorpresa – ma come era possibile?
sua sorella Hèlene, così dolce e gentile, fare una cosa simile a suo cugino Giacomo ,che, aveva conosciuto il giorno prima?
E come ci dava dentro!
Cosa poteva fare adesso ?
Se fosse entrata lo scandalo sarebbe scoppiato inevitabilmente.
No l’unica cosa da fare era aspettare che finissero, poi, una volta che avesse potuto parlargli faccia a faccia gli avrebbe fatto capire la cazzata
che aveva fatto.
Accidenti!
Era disposta a cambiargli i connotati, a farlo a pezzi quel bastardo!
Non poteva neanche prendersela, con lui, con un quindicenne e accidenti che tipo!
Lei era al secondo anno di medicina alla Sorbona, c’era arrivata con una borsa di studi per meriti scolastici e non sapeva come fare per affrontare
questa situazione.
E non è che mentre lei si spaccasse la testa sopra quel problema loro la piantavano, continuavano a darci dentro come ricci.
La sua sorellina la piccola Hèlene a qui faceva il solletico, a cui aveva raccontato le favolette, si stava leccando quel cazzo favoloso come se fosse
l’ultimo lecca lecca del mondo e lui sembrava un pesce preso all’amo, con quell’aria rapita era proprio bello e lei invece sembrava una sacerdotessa
intenta in qualche rito iniziatico.
Valery era così presa che non si accorse di essersi infilate due dita nella figa rorida se non quando arrivarono fino in fondo.
– No! non è vero! Non è possibile che io stia facendo questo non posso!
E’ invece era così le dita entravano e uscivano dalla fichetta che colava ormai come una fontana.
D’un tratto Giacomo uscì dalla bocca di sua sorella, le infilò le mani sotto le ascelle e la tirò sù, l’afferrò poi per le chiappe e la sollevò
quasi senza sforzo.
Non poteva crederci!
Hèlene prese il fallo con la sua manina e se lo guido dentro calandosi pian piano su di esso, per poi abbracciare Giacomo che prese ad abbassarla e a
sollevarla senza fatica alcuna.
Suo malgrado ammiro il gioco dei muscoli delle braccia sotto la pelle.
No! questo no!
Aumentò il ritmo della sua mano dentro di lei.
Come mai lei non si lamentava? era impossibile!
Le fu tutto chiaro di un colpo!
L’aveva già sverginata!
Adesso se la stavano godendo insieme!
Hèlene aveva preso ad ansimare e a lamentarsi con sempre maggior forza.
– Sei fantastico! Incredibile!-
– Ti piace eh? – , disse lui, e allora goditelo!
Prese ad aumentare il ritmo con sempre maggior lena mentre lei roteava il sedere sul cazzo per prenderselo meglio, lui prese a succhiarle le poppe
aumentando ancora di più la sua eccitazione.
Cazzo ci sapeva fare il cuginetto!
Non aveva capito proprio niente!
Avrebbe voluto essere al posto della sorellina e cuccarsi quel bel favone fino al cuore!
In quel momento Hèlene cominciò a gridare il suo piacere: – Sì sì
mi fai morire amore! –
Amore!
Così l’aveva chiamato!
– Piccola! Sei il massimo! Anche io ti amo! –
Lei continuò a lamentarsi e a godere sembrava non finisse mai!
L’orgasmo la colse completamente di sorpresa, con un’intensità inconsueta
non potè impedirsi di lamentarsi.
Fu troppo improvviso.
Giacomo aprì la porta, sua cugina Valery lì davanti in ginocchio, bellissima, con le mani negli slip gli occhioni e la bocca spalancati,
travolta dal godimento, non riusciva a crederci, li aveva spiati attraverso la serratura e si era fatta un ditalino!
Valery se lo trovò davanti l’uccellone ritto che sfiorava l’ombelico – Valery che diavolo….- , Hèlene la guardava terrorizzata.
Lei gli afferrò l’asta tesa e vibrante e l’imboccò senza neanche pensarci, prese ad andare su e giù roteando la testa e slinguandolo come aveva visto
fare alla sorella, senti le mani di Giacomo posarlesi sui capelli, mentre prendeva a muovere i fianchi entrando e uscendo dalla sua bocca, adeguandosi
ai suoi movimenti, mentre Hèlene, superata la paura, si avvicinava a loro, furente.
– Accidenti Valery! Questa poi! –
La sorellona sorprendeva lei e il cugino che ci davano dentro e non sapeva fare altro che spiarli dietro la porta e sditalinarsi come una matta per
poi, appena avuta l’occasione a portata di mano, fregargli il ragazzo come se niente fosse successo!
Valery si staccò per un momento e le disse: – Scusa…- poi imboccò nuovamente la fava di suo cugino , che, ormai era talmente sconvolto da non
poterne più e riprese a spombinarlo fino a quando lui l’avveri che non c’è la faceva più, che stava per venire.
Ma lei non sene diede per inteso e continuò fino a quando lui venne afferrando le poppe e strizzandogliele forte.

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