Da circa due mesi, tutti i martedì mattina, quando poco prima delle nove io e Paola siamo nel bar sotto l’ufficio a fare colazione, incontriamo un ragazzo di colore, senegalese, che vende CD e videogiochi per la Playstation, pirati. Il suo nome è Ossin, ha 22 anni, ed è molto molto carino. Non molto alto, circa 1,70, snello, molto scuro di pelle e con i capelli con delle piccole treccine. Spesso io e Paola abbiamo parlato di lui, ripromettendoci, prima o poi, che avremmo fatto qualcosa per scoparci quel negretto che stuzzicava non poco le nostre voglie! Ogni tanto, abbiamo anche comprato qualche CD da lui, tanto che dopo qualche volta, ci ha anche lasciato il suo numero di cellulare, così, se qualche CD non fosse stato registrato bene, lo avremmo chiamato e lui ce l’avrebbe cambiato venendo in zona prima del martedì successivo. La cosa però è stata sempre fatta cadere lì e sia io che Paola non abbiamo fatto mai nulla di concreto per creare la giusta occasione, pur essendo però sempre carine e gentili con lui.
Stamattina però (25 giugno), sono da sola al bar a fare colazione, visto che Paola ha preso la mattinata libera per andare a farsi le analisi del sangue. Puntuale come al solito, ecco Ossin che, con il suo borsone in spalle carico di CD, entra nel bar per vendere la sua merce. Il proprietario del bar, che ormai lo conosce e spesso acquista musica e giochi da lui, lo ferma subito sulla porta, dicendogli che ci sono due finanzieri nel bar a fare colazione e che è meglio per lui se gira al largo dal bar. Io, invece, ho finito il mio caffè ed il mio cornetto integrale (la linea!) ed esco dal bar, fermando Ossin. “Hai qualcosa di nuovo?” gli chiedo, e lui mi dice di si ma che con i due finanzieri nel bar è meglio se mi mostra i CD martedì prossimo. Ecco che mi scatta la molla in testa, sapendo già che sarò da sola in ufficio perché anche il capo non ci sarà per tutto il giorno, essendo lui a Torino. “Ma dai, vieni su in ufficio, così mi fai vedere subito le novità che hai!” gli dico iniziando a mettere in pratica il mio piano. Così saliamo ed entriamo, lui apre la sua borsa e mi fa vedere i nuovi CD dei Nichelback, Oasis, Festivalbar, qualche raccolta dei Dire Straits e degli U2 ed altra roba. Prendo due CD, guardando gli altri seduta sulla scrivania, di fianco a lui. Anche se ho già acceso l’aria condizionata, l’ufficio è ancora caldo, quindi mi tolgo la giacca del tailleur, rimanendo con un top a canottiera di seta, color crema, che poco lascia all’immaginazione. Sotto, ho la mini gonna del tailleur, sempre sull’avana, con uno spacchetto laterale che mi introia un pochino, ai piedi un paio di scarpe a zoccoletto, nere, aperte avanti, che lasciano il piede tutto nudo e libero, con una decina di cm. di tacco a spillo. Non molto alte per me, ma non è che possa venire al lavoro vestita da gran troia.. soltanto un po’ magari! “Prendi questo, te lo regalo” mi dice Ossin porgendomi una compilation di musica latina, “Grazie, lo ascolto dopo in macchina e martedì ti dico com’è!” gli dico mentre accavallo sulla scrivania le mie gambe nude ed abbronzate, facendo dondolare la scarpa al piede. La corta gonna sale un bel po’, quasi fino all’inguine, e noto che Ossin strabuzza gli occhi, iniziando a sudare, senza trattenersi dal guardarmi con insistenza le gambe, mentre nella mia fichetta già si accende il fuoco. Cerco di metterlo a suo agio, facendogli capire che non sono infastidita dal suo sguardo insistente: “Beh, cos’hai? Hai caldo? C’è l’aria condizionata accesa e poi, penso che al tuo paese sei abituato a ben altre temperature!” gli dico sempre sorridendo. A questo punto penso che se il ragazzo fosse stato bianco invece che nero, sarebbe diventato rosso come una pomodoro maturo! “No no, non è il caldo. In Senegal arriva anche a 48 gradi, quindi qui per me fa fresco. E’ che in Senegal non ci sono delle belle donne bianche come te, e che hanno delle gambe fantastiche come le tue!” Gradisco molto il complimento:”Grazie! Vedi, le minigonne vengono indossate per mettere in mostra le gambe e sarebbe triste se nessuno le guardasse non credi?” gli dico con voce sensuale, mentre faccio oscillare la gamba accavallata su e giù in un gesto lento e sexy. Gioco anche ancora un po’ con la scarpa, facendola dondolare e colpendo con il piede la sua gambe più volte. Vedo che Ossin non sa cosa fare, metto la mia mano sulla sua facendogli sentire le mie unghie rosse sul suo dorso e lui comincia a sudare! “Stai sudando, togliti la maglia se hai caldo!” Così dicendo comincio a togliergli la maglietta e la metto sulla sedia dietro la scrivania. Inizio a toccarlo sul petto, muscoloso e ben delineato, poi, avvicinando il viso al suo gli dico, con voce sempre più da troia sensuale: “MMhhh, ma lo sai che sei proprio un bel ragazzo?” Lui è impacciatissimo e non sa cosa fare, quindi io rompo il ghiaccio ed accosto le mie labbra alle sue, iniziando a baciarlo dolcemente, mentre con le mani accarezzo la sua nuca. Seduta sulla scrivania, apro le gambe alzandomi del tutto la gonna e facendoci sistemare lui in mezzo, seguitando poi a baciarlo con sempre più passione, mentre le mie mani impazzite sbottonano i suoi pantaloni. Lui tasta le mie tette attraverso il toppino di seta, poi me lo sfila palpando i miei seni nudi liberi dal reggiseno. Ossin a questo punto, non ha più impacci ed inizia a succhiarmi un capezzolo, che si va subito inturgidendo tra le sue labbra, poi si inchina tra le mie gambe e passa la sua lingua sul mio tanga all’altezza della mia fichetta, già umida e che emana sesso! Mi scosta il tanga infilandomi un dito all’interno, così ora anche lui si è accorto che sono già fradicia e pronta ad accogliere qualcos’altro! Nel frattempo io gli abbasso i pantaloni ed i boxer, poi, impugnando il suo membro, arrapata più che mai, me lo dirigo subito verso la mia passerina. Mentre faccio così, mugolo impazzita e dalla mia bocca escono parole da puttana ad incitarlo nello sbattermi con veemenza! Sollevo meglio la gonna e sposto il tanga di più, mentre con la mano dirigo l’asta di carne nera nella mia fica. Lui spinge forte e mentre entra emetto un gemito acuto, procurato dal suo cazzo di dimensioni equine, per poi continuare ad ansimare sempre più forte mentre lui mi pompa con foga bestiale. Come un pistone cerca stantuffare sempre più veloce, ed i muscoli della mia vagina si contraggono ritmicamente ad ogni vergata che mi assesta.
Così facendo però, Ossin non dura molto nello scoparmi, e ben presto mi scarica sul mio ventre il suo succo. “Ohh!! Sii!! Vienimi addosso dai!!!” Non se lo fa certo ripetere due volte, ed estrae il suo membro iniziando a spruzzarmi la pancia col suo sperma bollente. Dopodiché, Ossin si tira su i pantaloni, ma io afferro il suo cazzo e gli dico: “Ehi, dove credi di andare? Con te ho appena cominciato!!!” Un secondo dopo il suo cazzo gocciolante scompare nella mia bocca, riprendendo in un attimo la sua forma smagliante di poco fa. Succhio con un tale impeto che Ossin mi ferma dopo qualche minuto dicendomi che così lo sto facendo venire di nuovo, così mi alzo e voltandogli le spalle lo invito a prendermi da dietro. Mi infila senza il minimo sforzo, mentre io mi appoggio alla scrivania. Mentre mi sbatte da dietro, Ossin afferra le mie tette che ondeggiano avanti ed indietro, afferrandole per aiutarsi ad attirarmi meglio verso di lui, facendomi sentire ancora di più il suo arnese. Io, di conseguenza, assesto colpi poderosi verso di lui, producendo con le mie chiappe contro il suo inguine, un colpo secco accompagnato dalla sciacquio del suo pistone nella mia vagina. Continua a pomparmi per un pò, poi mi volto e mi sdraio sulla scrivania. Mentre mi sfilo completamente minigonna e tanga, fradicio di umori, spalanco le gambe e con un gesto osceno lo invito a fottermi. Lui, eccitato oltre ogni limite, mi afferra per i fianchi e mi tira verso di lui, penetrandomi, mentre io appoggio le gambe sulle sue spalle. Ossin mi scopa con colpi lenti ma squassanti, mentre con le mani mi palpa freneticamente le tette. Piego le mie gambe intorno al suo collo con le mie scarpe dai tacchi a spillo rivolti verso l’alto. Ad un certo punto i miei mugolii ed i miei gemiti diventano sempre più forti e vengo in uno di quegli orgasmi lunghi ed intensi che lasciano ogni donna sconvolta! Mentre godo, viene anche lui e sento i suoi fiotti caldi esplodermi ancora sul ventre. Lancio un grido di goduria acuto, mentre smanetto il suo uccello nero spremendolo fino a mungerne l’ultima goccia. Esausti ci abbandoniamo sulla scrivania restando abbracciati qualche secondo, poi andiamo in bagno a pulirci. Quando, dopo essersi rivestito, Ossin esce dall’ufficio, ci salutiamo, rimanendo che martedì prossimo mi porterà i nuovi CD. Speriamo che il capo non venga e così, anche la mia amica Paoletta potrà conoscere Ossin!

Black Cocks