Mi sono fatta scopare in camporella. Incredibile ma vero: a quasi cinquantanni mi ritrovo a fare sesso in macchina. Un passaggio da un amico, in una fredda giornata di pioggia e la voglia e il bisogno di rilassarsi un po’. Né figo né bello, forse solo attento ad una donna un po’ trascurata:”Ti va di fare un giro un po’ più lungo?” il calore del riscaldamento acceso aveva intorpidito i miei sensi, in una giornata fredda e umida:”Vai Franco vai” dissi io senza neanche sapere dove. Ed eccoci sul lungomare, con i figli in palestra ed il marito a studio. Spegne il motore, intorno solo nebbia e i gabbiani che volano bassi. Il calore del caffè nei bicchieri di carta preso al volo in un bar è la migliore delle bevande e quella mano sul ginocchio è così affettuosa da non fare neanche paura:”Quanto sei bona Lory” e ci scappa da ridere. Gli è venuto spontaneo, si vede:”Non prendermi in giro che ho quasi cinquantanni, dove devo andare ancora?” e ancora risate. Lessi tempo fa che il modo migliore per portarsi a letto le donne sia quello di farle ridere, forse perché abbassa le difese, forse perché il buonumore va di pari passo col sesso. Mi stampa sulle labbra un bacio morbido e sexy da morire, così all’improvviso. La mano sul seno è dolcissima:”Ma quanto sono grandi ‘ste tette?” mi fa mentre ne ha fatta già uscire una dalla camicetta:”Ho una quinta – dico – e ho pure fatto due figli, ma tu cosa stai facendo?” ribatto sorpresa e intanto imbocca un capezzolo, largo e scuro e succhia. La mano tra le gambe già accarezza le mutandine, mi sto sciogliendo tutta:”Perché non mi infila due dita dentro?” penso eccitata. Ho caldo, il viso e il collo sono incandescenti, sono imbarazzata ed eccitata, mi vergogno un po’ e vorrei che mi schiacciasse col suo corpo, lo vorrei dentro di me a spingere forte. Con la mano dietro il suo collo lo tiro verso di me, ora non sono più solo passiva, non mi sto facendo fare: gli spingo la lingua in gola, sa di buono. E’ piuttosto diverso da mio marito, ventre piatto da atleta, Franco invece ha la pancia. Che puttana, ho voglia di cazzo. Lo tocco da sopra i pantaloni, rivedo gesti e abitudini di trentanni fa, in macchina col fidanzato di turno a strapparsi i vestiti di dosso incuranti dei pericoli. Ha il pene duro come il ferro, tozzo e piccolo, palle enormi. Diverso da mio marito, quasi venticinque centimetri di benessere allo stato puro. Mi accuccio a succhiarglielo, per poco non viene subito. Intorno a noi è nebbia, i vetri sono appannati, il lungomare è deserto, ma
non possiamo star qui tanto. L’odore di cazzo mi dà alla testa, glielo succhierei tutto il giorno: lecco le grosse palle, l’odore di maschio mi fa impazzire. La grossa cappella mi incuriosisce: larga e tonda, sembra un enorme fungo. Gli piace leccarmi le labbra col sapore del suo cazzo sopra. Ho le tette da fuori, qualunque passante mi vedrebbe mezza nuda e lui non smette mai di mungere, di strizzare, non riesco a dire basta. Gli succhio le dita che sanno di fica, intrise come sono di umore:”Sarebbe il caso di spostarci” dice lui in un attimo di lucidità. Passano le macchine a qualche metro di distanza ma, fortunatamente, nessuno a piedi. Avvia l’auto e mi ricompongo alla meno peggio: abbottono la camicetta e sistemo la gonna:”Accompagnami a casa” dovrei dire. Ho la fica in fiamme, non ho ancora goduto e ho una voglia da morire, voglio scopare. Un passaggio al mare fra due case sembra il posto ideale: il suv si ferma quasi sulla spiaggia, io ho già la gonna sui fianchi. Sdraio il mio uomo sui sedili reclinati e gli salgo sopra. Mi infilo quel cazzo dentro che mi sembra di non scopare da mesi:”Mhhhhhhhhhhhh che voglia” mentre inizio piano a scoparmelo. E’ così, me lo sto facendo. Lui è immobile mentre sono io a scopare lui. Mi apro la camicetta per liberare le tette, mentre me lo faccio a smorzacandela. Gli blocco le braccia e mi chino su di lui, gli sfioro il viso con le tettone, gliele sbatto in faccia mentre lui cerca di catturare un capezzolo da succhiare. Lo soffoco col mio seno, sdraiandomi completamente sul suo viso. Mi eccita torturarlo scherzosamente tenendogli le braccia bloccate, gli do un seno da succhiare. Và in delirio quando mi sbatte forte succhiandomi i seni. Si toglie da quella posizione:”Rimani così” mi rivedo a scopare a pecorina in piccolissime utilitarie, chissà come facevamo una volta. Mi lecca divinamente la fica da dietro, mentre sono inginocchiata e pronta a prenderlo da dietro. Lecca e succhia, vengo come una fontana:”Mio marito non mi lecca mai” penso, ci sono un sacco di cose che non facciamo più, per pigrizia, per disabitudine. Fortuna che l’auto è grande, lui sta quasi dritto mentre mi prende da dietro:”Dai, dai, dai” lo incito, a me piace sbattere forte e lui non ha un grande attrezzo, non lo sento molto. Mi tocco tra le gambe. E’ un gran leccatore, indugia sul buchino posteriore, sento un piacevole calore in quel punto quando passa con la lingua. E’ resistente Franco, gli piace sbattermi tenendomi abbracciata per il seno, me lo circonda con le braccia e mi scopa a fondo la fica. Bravo. Mi giro per succhiarlo ancora, sono stanca della posizione. Mi piace il sapore del suo cazzo, l’odore di sesso e umori che pervade ormai l’auto, sensazioni ormai dimenticate, mi eccita la sensazione di quella grossa cappella in bocca:”Leccami le palle” mi chiede, eseguo. Si masturba mentre sono con la lingua sotto, mi prende la mano, vuole che a segarlo adesso sia io. La pancia prominente non fa di lui un bell’uomo, ma è bravo a scopare. Sono una gran troia, perché sono qui a farmi sbattere da uno che neanche mi piace?
Mi mette sotto, mi allarga le gambe, mi squassa la fica di colpi, ma è troppo massiccio per i miei gusti, meglio stare sopra. Accidenti che scopata, che voglia che mi sto togliendo. Ci guardiamo, finalmente un po’ calmi:”Come va con tuo marito?” qualche domanda quindi se l’è posta mentre scopavamo:”Tutto bene grazie, tutto a posto” rispondo sincera. In effetti non c’è nulla che non vada, forse, dico forse, solo un po’ di piattezza, un po’ troppa routine, normale dopo 20 anni di matrimonio, o no? “Allora perché sei qui?” Insiste lui mentre la risposta vien da sé:”Avevo voglia” confesso mentre mi accarezzo la passera larga come la bocca di un forno. Raccolgo con le labbra il suo pisello molliccio e, ormai senza più freni, ricomincio a succhiare. Mentre scavalco la leva del cambio mi viene in mente un filmato visto tanto tempo fa, dove una si scopava con la leva. Franco ha chiuso gli occhi e si gode la mia bocca, non vista strofino la punta del cambio far le gambe, mentre un’ondata di calore ed eccitazione mi sale dal basso: è un giochino, ma mi piace. Adesso la punta del cambio è proprio nella mia fica, mi sto scopando anche la macchina. Un oggetto grosso, duro, lungo mi sta penetrando la fica, mentre succhio il pene di Franco: mi scuotono forti orgasmi, ho la schiena tutta sudata, mi sfilo la leva delle marce dalla fica, dovrà pulirla. Ha l’espressione inebetita, deve aver intuito quello che ho fatto col cambio dentro la fica, ma io non dico niente, mi vergogno un po’, forse ho esagerato. Torno su di lui, di spalle: mi piace essere afferrata dal seno:”Tienimi da qui e sbatti” gli ordino portandogli le mani sulle tette. Sembro pazza invasata, non riesco a smontarmi. Vengo come una fontana, Franco ha le palle zuppe. Mi spinge la punta contro il buco posteriore, lo faccio entrare. Ho il culo largo, bastano poche spinte e anche la sua grossa cappella è dentro di me. Mi sto facendo inculare, mi piace, godo a sentirmi aprire tutta. Vorrei una platea di spettatori davanti, vorrei ci fossero dieci guardoni fuori dall’auto, succhierei il cazzo ad ognuno di loro. Una serie di spinte possenti sono il preludio dell’orgasmo di Franco, mi brucia adesso, mentre lui spinge sempre più dentro: non ce l’ha molto grande, ma la punta si fa sentire. Mi prende la fica con le mani e viene, viene con schizzi che sento riempirmi il culo, sento colare il liquido fuori, mentre mi accascio su di lui. E’ finita, la follia di questa giornata è finita, Una scopata così non l’avevo fatta mai in vita mia. Scendo dall’auto a respirare un po’ d’aria di mare, Franco non parla. Ho il didietro indolenzito, la fica che brucia e un senso di colpa che mi fa sentire viva e femmina come mai…

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