Fatiha era una spendida ragazza marocchina, non sò se il suo nome si scrive così, non credo che si un cognome….ho avuto poco tempo per capire come si chiamasse. La conobbi un sabato mattina che andai a Milano. Convinto che in stazione ci fosse un treno, scoprì invece che c’era una corriera e che oltrettutto faceva tappa di quasi un’ora in una cittadina. Ma andiamo con ordine.
Ero in stazione che attendevo questa bendetta corriera, assieme ad altri pochi individui. La vidi arrivare…da fuori e guardandosi intorno, venne decisa da me a chiedermi se era da lì che partiva la corriera per Milano. Sorridendo educatamente le dissi di si ! Rimasse vicino a me ! Era proprio una bella ragazza, sicuramente marocchina, perchè dai suoi bei lineamenti, colori, ero praticamente sicuro che lo fosse. Abbastanza alta, con un fisico asciutto e ben proporzionato, fasciato da quel cappotto – militare – che rendeva poca giustizia alla sua bellezza.
Dopo qualche decina di minuti, finalmente arrivò. Le persone si “tuffarono” a salire, quando scemarono, salì anch’io. Vedendomi passare, mi guardò sorridendomi e mi invitò a sedermi accanto a lei, togliendo la borsa.
Ci avevo sperato, non lo nego ! Mi è sempre piaciuto chiacchierare sui treni o corriere…se poi fosse stato con una bella donna, cavolo, meglio ancora !
Parlammo un po’ di tutto, poi lei si lasciò andare a confidenze. Mi disse di essere sposata con un uomo gelosissimo e che era sempre controllata dai suoi familiari…che la avevano accompagnata anche lì in macchina, sapendo che a Milano, altri parenti la avrebbero attesa all’arrivo.
Mi disse che aveva accettato di sposarlo per ottenere la cittadinanza italiana e che era amaramente pentita di averlo sposato…voleva divorziare, ma non avendo mezzi finanziari necessari…attendeva che sua sorella (quella di Milano) riuscisse a racimolare la cifra necessaria per poter fare le pratiche…naturalmente sarebbe stata protetta dai suoi parenti di Milano.
Sembrava una storia un po’ di altri tempi, un film. Scendendo dalla corriera, le diedi la mano per aiutarla e lei la tenne tra la sua anche dopo, camminando per le vie di quella cittadina, dove la accompagnai a prendere qualcosa di caldo (Non pensate male o bene…solo un the, una cioccolata )…Seduti in quel bel locale, mi venne spontaneo darle un bacio..un bacio a fior di labbra che lei accettò, sorridendo al mio gesto.
Restammo un po’ al calduccio, sorseggiando la bevanda..adesso era lei che cercava le mie labbra…provai un affondo e lei accettò la mia lingua…un sapore diverso, sapeva di spezie, di miele, non sò, ma mi piacque parecchio…Tornando verso la stazione, mi salutarono alcuni amici, clienti…e lei capì che forse ero qualcuno.
Mi guardò con soddisfazione e sentì la sua
mano, stringere di più la mia e le sue dita giocare con le mie.
Le sorrisi, baciandole una guancia.
Saliti sul treno, neanche a farlo apposta, un cavolo di suo connazionale….così dovette lasciarmi la mano e smettere di parlare. Così tutto il viaggio. Arrivai a Milano che ero incazzato nero e col cazzo duro.
Neanche lo avessimo concordato assieme prima, attendemmo che tutti, proprio tutti, scendessero dal treno…ci baciammo, più volte, intensamente e poi lei andò via scendendo prima di me…che attesi ancora prima di scendere, come da suo desiderio.
La vidi più avanti con una donna che le assomigliava molto e due uomini suoi connazionali.
Sperai che mi cercasse. Le avevo lasciato un mio biglietto da visita, quello dell’ufficio e lei il suo cellulare…
Mi chiamò prima lei. Chiedendomi un appuntamento..mi disse dove e quando. Arrivai un bel po’ prima, un po’ per studiare la situazione, un po ‘perchè avevo fretta di rivederla. Arrivò anche lei qualche minuto prima.
Un sorriso che mi fece andare in orbita, poi le sue mani dentro le mie, un abbraccio intenso sottoscritto da un bacio dolce, lento e struggente.
Salì in macchina con me ed andammo fuori, verso un ‘altra piccola cittadina, dove sapevo e speravo di poterla portare in un Hotel…ma prima ci fermammo in un locale a farla calmare, prese una tisana, un po’ per scaldarsi, un po’ per calmarsi davvero. Sentivo il suo polso, impazzito, sentì il suo cuore battere veramente velocemente …dopo anche il mio. impazzì ! Sentì crescere il desiderio dentro di me e credo che le se ne accorse bene, seduti come eravamo, uno di fronte all’altro con il tavolino che ci nascondeva un po’.
Le chiesi s e anche lei sentiva quello che sentivo io, quello che provavo da quel giorno.. Disse che non dovevo correre così, che era troppo incredibile e veloce…le presi la mano, posandola “lì” in modo che lei sentisse il mio desiderio di lei…non la costrinsi, mi guardò dritto negli occhi comprendendo dove volevo appoggiare la sua mano e non fece nessuna opposizione. La lascai lì sopra, libera di toglierla o di fare quello che voleva. Restò lì. Strinse decisa ma delicata, afferando il mio pene durissimo. Rimase così per qualche minuto, sentendo i movimenti della mia eccitazione, poi sorridendo, guardandomi lì, mi disse di sì…”Andiamo!”
Entrammo in Hotel, sapendo che avevamo poche ore a disposizione. Aveva raccontato a suo marito che andava da sua sorella….quindi poco più di tre ore, poi avrei riportarl lì dove c’eravamo incontrati.
Ci spogliammo velocemente, nessuno di noi fece caso all’ordine. Tutto appeso negli attaccapanni dell’armadio. Lei si tenne la biancheria, io rimasi completamente nudo, orgoglioso di mostrale il mio bell’uccellone. Ci baciammo forse veramente innamorati, poi la sua mano iniziò a giocare col mio desiderio, mentre le sfilai le mutandine e con un leggero movimento anche il reggiseno. Un seno che ricordo ancora adesso, stava sù da solo ed era perfettamente a coppa di champagne, capezzoli piccoli e sugosi, ma la passerina era qualcosa di unico.. piccolissima e stretta, non dico vergine, intendiamoci, ma molto piccola, un “ingresso” sicuramente difficile….completamente rasata, dove si intravedevano i cortissimi peli…una donna veramente bella..
Capì che dovevo eccitarla e lubrificarla ben bene, altrimenti le avrei fatto male sicuramente. Mi piegai su di lei iniziando a leccarla e baciarla, aprendola delicatamente con le dita, infilandole sia la lingua che un dito…tremò di piacere…sentì la sua lingua ricambiarmi la cortesia, leccandomi lentamente la cappella e l’asta, scendendo sino alle palle…tremai anch’io di piacere. Lei lo prese in bocca, infilandolo lentamente, con la bocca strettissima su di lui. Tremai ancora e sentìla sua bocca sorridere e i suoi denti assaggiaraono la mia pelle…