≪Tua moglie è proprio una grande troia≫ mi disse Luca. Era sdraiato accanto a me, sul suo lettino, tutto intento a spalmarsi una crema abbronzante sul suo fisico muscoloso.
≪Mi sa che la tenevi a stecchetto da un bel po’…≫ continuò imperterrito.
≪Scusami ma ora non mi va di parlarne…≫ risposi.
≪Dai che ti va, non essere timido, lo so che vuoi sapere come ce la sbattiamo … ce lo ha detto lei… guardala là, guarda che troia che è!≫
Francesca, in acqua, a pochi metri dalla riva, stava infatti dandosi da fare con Paolo, l’altro ragazzo. Lo baciava con molta passione, mentre lui le carezzava il sedere come fosse la sua ragazza. Era in topless, tutta bagnata, veramente arrapante.
Non che Francesca sia una strafica, ma è molto tirata, ha un bel sederino sporgente e delle tette, piccole e dure che, in topless, le rimangono immobili come ad una statua di marmo.
≪Ci siamo proprio svuotati le palle per bene stanotte, non si finiva mai, ne avevamo bisogno…≫
≪Smettila…≫
≪Meno male ci sono dei maritini bravi come te≫ continuò ironico dandomi un buffetto sulla guancia ≪che ci fanno divertire con le loro mogli troiette… questa vacanza si sta proprio mettendo bene≫.
Intanto Francesca era uscita dall’acqua, mano nella mano con Paolo. ≪Hai visto amore≫ mi diceva ≪come nuota bene Paolo? Sembra un pesce.≫
≪ Sì l’ho visto≫ risposi scocciato.
≪Non cominciare a fare il musone d’accordo? Non vorrai rovinarmi la vacanza come al tuo solito no?≫
≪Francy ha ragione≫ continuò Paolo baciandola sulla bocca ≪mica ti metterai a fare il geloso proprio ora? Si tratta di dieci giorni no? Facceli godere e rilassati.≫
≪Amore≫ riprese Francesca verso di me ≪perché non vai a rimettere un po’ a posto il nostro bungalow, abbiamo fatto un po’ di casino stanotte, devi scusarci.≫
≪Adesso?≫
≪Sì, adesso, se no oggi pomeriggio come facciamo?≫
≪Sei una stronza fallo fare a loro.≫
≪Non dirlo nemmeno per scherzo≫ mi intimò Luca ≪lo sai quali sono i patti. Lei ci fa da puttana e tu da donna di casa. Pulire, cucinare e lavare è un tuo compito. Noi facciamo anche troppo…≫
Luca aveva ragione. Quelli erano i patti che erano stati fatti alla partenza. Loro se la scopavano ed io li servivo. Ognuno il suo ruolo.
Luca e Paolo erano due istruttori di fitness della palestra dove andava Francesca. Erano partiti con noi direttamente da Roma, per quella vacanza all’insegna del loro piacere e della mia umiliazione. Due tipi sulla trentina, grossi e muscolosi, ignoranti ed arroganti; ideali per quella cosa. Avevano preteso molto; due bungalow separati, un campeggio a cinque stelle, una località di mare molto famosa in Calabria. Tutto naturalmente a mie spese, da bravo cornuto.
Francesca era stata elettrica per tutto il viaggio. Aveva viaggiato sul sedile posteriore, seduta in mezzo a quei due energumeni; due ragazzi così, tutti per lei, una quarantenne vogliosa di sentirsi desiderata come una star. Le avevano messo le mani dappertutto, lasciandola mezza nuda più volte.
≪Guida e fatti i cazzi tuoi!≫ mi avevano intimato, ogni volta che avevo tentato di protestare per i loro modi incivili. ≪Amore dai, non fare il guastafeste! Su, smettila, che figura mi fai fare?≫, lei aveva aggiunto ridendo.
Eravamo arrivati al campeggio verso le sette di sera. Giusto il tempo di scaricare i bagagli e, loro tre mi avevano dato la buonanotte.
≪Ma non ceniamo assieme?≫ avevo provato a chiedere, mentre la porta del loro alloggio sbatteva sul mio viso.
Quando entrai nel loro bungalow, per rassettarlo, trovai un campo di battaglia. In cucina tutti i piatti sporchi da lavare, nella stanza indumenti sparsi sul pavimento e sul letto, un vero disastro. Mi rimboccai le maniche e cominciai dai piatti; poi piegai i loro indumenti e li riposi nell’armadio con cura ed, alla fine, pulii il bagno.
Prima di partire, avevo comprato quattro scatole di preservativi da 36 pezzi l’una e li avevo affidati a Francesca. Avevo voluto abbondare. Avevo calcolato, visto che erano due giovani ben messi, una decina di preservativi al giorno in media, più qualche extra. Poi, a dire la verità, l’idea di comprarne così tanti mi aveva molto eccitato, mi aveva fatto sentire ancora più cornuto di quanto già fossi.
Per questo aprii l’armadietto del bagno, per controllare quanti ne avevano fatti fuori con una nottata. Le scatole, però, erano ancora perfettamente sigillate. Forse quel tipo non era di loro gradimento e ne avevano usato di personali? Era poi molto strano che pulendo, non avevo trovato nessun profilattico usato e nemmeno una cartina contenitore.
Me ne tornai col dubbio sulla spiaggia. Francesca stava sullo stesso lettino di Luca, abbracciata a lui, mentre con la mano andava su e giù sul suo torace. La odiavo quando flirtava così con gli uomini, capivo la scopata, ma quello no, mi faceva soffrire. Luca, invece, non doveva soffrire molto. Il suo slip era gonfio in modo indecente e si intravedeva, dall’elastico, la sua cappella dura.
≪Hai finito di pulire?≫ mi chiese Francesca.
≪Sì≫
≪Sei proprio un bravo maritino. Vero Luca che è bravo?≫
≪Sì moltissimo≫
≪Allora merita un premio≫ seguitò Francesca insinuando un dito nel costume di Luca che emise un gemito.
≪Sì, va bene, ma andiamo non ne posso più≫ disse Luca tra i denti.
≪Luca ha bisogno di farmi una cosa, se vuoi venire pure tu a vedere… magari impari qualcosa…≫
Quando fummo nel bungalow, Luca non resistette più. Strappò il perizoma a Francesca, si tolse lo slip e la spinse sul letto a cosce larghe. Aveva un cazzo enorme, impressionante, tutto pieno di venature viola.
≪Puttana, adesso ti faccio vedere io!≫ urlò.
In un attimo le fu sopra, con tutta la potenza del suo corpo da sollevatore di pesi. Ebbi paura che potesse schiacciarla, per quanto era massiccia la sua schiena. Era tutta un guizzare di muscoli tesi, che gli partivano dalle spalle e finivano nell’incavo del suo sedere di granito.
In un attimo, il suo bacino fu tutto fra le cosce di Francesca ed il suo pene, scomparve rapidamente dentro di lei. Lei fece come un arco con la schiena, in modo di avvicinare al massimo il suo sesso a quello di Luca; poi ebbe come un sussulto, un tremolio, un misto di piacere e di dolore.
Ero come paralizzato, appoggiato al muro. Come potevamo essere giunti a quel punto? Cosa poteva trovarci, una come lei, in quel bestione? Poi il bestione cominciò a muoversi, con tutta la sua forza, facendola sobbalzare sul letto, facendo sobbalzare il letto stesso. Finché non esplose dentro di lei.
≪Brava, sei grande≫ le disse tirandosi su e regalandole un buffetto simile a quello che aveva dato pure a me. Poi, come nulla fosse, si rimise lo slip ed uscì.
Il pube di Francesca era completamente imbrattato del seme di quel maiale. Lei stava ad occhi chiusi, godendo ancora di quella violenza, a cui era stata sottoposta.
≪Ti fai venire dentro da quei due?≫
≪Sì≫ mi rispose estasiata.
≪Prendi qualcosa?≫
≪No. Forse diventerai padre, non sei contento?≫
Ci volle una mezzora per leccare tutto il seme di Luca; una buona mezzora. Le pulizie toccavano a me, non potevo tirarmi indietro, lo sapevo. E Francesca, sotto i colpi della mia lingua, finalmente ebbe il suo orgasmo