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IncestoPrime esperienze

I desideri di Fernanda

Ivana era partita da appena due mesi e Marco , suo marito, era rimasto con la loro unica figlia Fernanda, 21 anni e impiegata in una piccola azienda della citta’
Avevano tutto sommato accettato di buon grado la temporanea assenza della madre.
L’azienda in cui Ivana lavorava, le aveva proposto la lunga trasferta con la promessa di ripagarla in termini di salario e carriera.
Sia Marco che Fernanda avevano concordato che era un’occasione da non perdere.

Ma ora, benché il lavoro assorbisse gran parte del suo tempo e dei suoi pensieri, Marco non smetteva di pensare alla sua bella moglie.
Ivana, anche se ormai prossima ai cinquanta anni, era ancora attraentissima, con i suoi occhi verdi, i suoi lunghi capelli neri, il suo corpo sensuale.
La solitudine e la lunga astinenza cominciavano a pesare a Marco.
Come un ragazzino si trovava spesso a pensare alla bella moglie, e una fitta di gelosia lo attanagliava quando pensava all’eventualità che qualcuno la abbordasse, sperando di potersela scopare.
Era un pensiero che non sopportava.
Quando non pensava alla gelosia era anche arrivato a masturbarsi, pensando ai più appassionati amplessi avuti con Ivana.
Ricordava in particolare la prima volta che se l’era scopata.
Lei vergine, lui quasi, con alle spalle solo una scopata di tre minuti con una puttana e qualche pompino delle compagne di scuola.
Ricordava come per la prima volta l’aveva trovata sola in casa.
Chiuse gli occhi e rivisse la scena.
-Ciao cara, Come va?
-Bene. Entra, sono sola in casa. I miei sono fuori città e non rientreranno prima di sera
-Finalmente, non staremo con la paura che ci sorprendano.
-Perché, cosa vorresti fare?.
Ivana arrossì.
Lei stessa non sapeva se per l’eccitazione del momento o per timidezza.
Marco la guardò…
La magliettina bianca semitrasparente lasciava intravedere il reggiseno di pizzo, che suggeriva il bel seno tondo e sodo.
La minigonna blu le copriva solo metà della coscia, e le belle gambe, formose quanto aggraziate, erano quasi completamente scoperte.
Le si avvicinò e l’abbracciò, infilandole contemporaneamente la lingua in bocca.
-Mmmmmmh, – mugolò Ivana rispondendo all’appassionato bacio.
Marco cominciò a palparla, sentendosi montare l’eccitazione e col cazzo ormai duro.
Le sollevò la gonna da dietro e prese ad accarezzarle le natiche.
-Vieni Ivana, sediamoci sul divano.
Si sedettero e si serrarono in un abbraccio infuocato, con le bocche incollate.
Lei, per la prima volta, rivelò la sua natura di femmina calda.
Marco si aspettava qualche resistenza da una verginella come lei, ma Ivana non si fece pregare e cominciò a tastargli il cazzo da sopra i pantaloni, gli aprì la cerniera, infilò la mano nelle mutande ed estrasse il possente cazzo di Marco, duro come il marmo.
-Com’è grosso, e com’è rosso vivo il glande.
-La cappella – la corresse Marco
– Mi piace essere un po’ volgare. Su, toccalo un po’, stringilo e fai scorrere la pelle su e giù.
Lei aveva visto un pene solo nei fumetti, ma non sembrava sorpresa più di tanto dell’aspetto di uno vero, e più grande della media.
Lo strinse forte tra le dita e, come se l’istinto la guidasse, lo scappellò completamente per ammirarlo in tutta la sua bellezza.
Quella cappella enorme, amaranto per l’eccitazione, la affascinarono.
Non resistette alla tentazione e, staccatasi dal bacio:
-Posso baciarlo?.
Marco fu un po’ sorpreso.
– Certo cara, e bagnalo un po’ con la saliva, così poi la pelle scorre meglio.
Ivana si abbassò e posò le belle labbra sul glande. Marco temette di venire alla vista di quella bocca stupenda che inumidiva il suo cazzo.
Ora la pelle poteva scorrere comodamente, e Ivana cominciò a menarlo lentamente, senza farsi uscire il grosso glande dalla bocca.
Marco allungò la mano sotto il gonnellino di Ivana e le accarezzò freneticamente, ma con dolcezza, l’interno delle cosce.
La sensazione della pelle vellutata di lei gli fece indurire ancora di più il cazzo.
Poi le appoggiò la mano sulle mutandine in mezzo alle cosce, avvertendo una sensazione di bagnato.
Scostò le mutande e sentì tra le dita gli umori umidi di lei.
Il dito medio si immerse senza sforzo tra le grandi labbra della fica, e lui cominciò percorrere lo spacco, indugiando verso la parte alta dell’apertura, sul clitoride.
Qualche bellissimo minutò trascorse.
Poi si guardarono negli occhi, si staccarono l’una dall’altro e, come se si fossero accordati per telepatia, si levarono gli indumenti. Ivana, prendendo l’iniziativa, fece mettere Marco comodo sul divano, spalancò le cosce e si sedette a cavalcioni su di lui.
Il cazzo eretto le batteva contro il pube.
Lei comincio a muovere il bacino, sentendo con gusto il cetriolo di carne strofinarle il clitoride.
Si mosse per qualche minuto ansimando, mentre Marco le palpava le natiche con una mano e le tette con l’altra. Ivana sentì un istinto irrefrenabile spingerla ad afferrargli il cazzo.
-Non ce la faccio più, mettimelo dentro, voglio sentirlo dentro di me.
-Anch’io voglio sverginarti, finalmente.
Ivana diresse con decisione la punta del grosso cazzo sull’apertura della fica.
Si strofinò la cappella tra le grandi labbra finché non la sentì puntata al posto giusto.
Quindi si abbassò lentamente, lentamente. L’imene oppose una piccola resistenza, ma Ivana era molto decisa e molto infoiata, e lo forzò finché non senti una leggera fitta di dolore, subito compensata dalla bellissima sensazione di quel membro caldo e vivo che le riempiva l’utero.
-Siiiii – ansimò, guardando negli occhi il suo compagno.
Marco avvertì subito una meravigliosa sensazione di caldo umido attorno al cazzo.
Era meraviglioso. Ivana muoveva avanti e indietro il bacino e Marco assecondava i movimenti per sprofondare il più possibile nel corpo di quella femmina stupenda.
Il cazzo scivolava meravigliosamente dentro la fica, e Ivana spingeva sempre di più, mentre si protendeva a baciare Marco, leccandogli avidamente la lingua.
Dopo pochi minuti Ivana sentì le sensazioni aumentare, senti delle vibrazioni nel ventre, molto più forti di quelle che provava quando si masturbava.
-Ohhhh, siiiii, spingi caro, spingi, rompimi tutta.
-Amooooore, quanto sei bella, vorrei entrare completamente in te. Sei stupenda…..e calda.
Anche Marco era evidentemente vicino all’orgasmo.
Prese anche lui ad ansimare sempre più forte e ad accelerava il ritmo delle spinte.
Quel nido che gli accoglieva il cazzo lo faceva godere, e senti che non riusciva più a trattenersi.
Per il piacere Ivana emetteva dei gridolini soffocati e finalmente si sentì travolgere da una sensazione travolgente.
Contemporaneamente, Marco la strinse fino quasi a soffocarla e lei avvertì che il cazzo le vibrava dentro in modo inusuale.
Sentì che qualcosa di liquido le riempiva l’utero.
Marco era venuto insieme a lei.
-Oddio, esclamò lui, sono venuto dentro. E’ pericoloso!
-Non ti preoccupare caro, lascialo dentro finché vuoi, non sono fertile in questi giorni, ho avuto le mestruazioni solo tre giorni fa.
Rimasero avvinghiati e anche l’ultima goccia di sborra si riversò dentro la fica di Ivana.
Poi, accarezzandosi, si separarono e Ivana, con un fazzoletto, si pulì i peli del pube, bagnati di sperma.
Fece cenno di volergli pulire anche il cazzo:
– Non con il fazzoletto, cara, fallo con la bocca.
Si aspettava un rifiuto, ma lei non se lo fece ripetere e si abbassò su di lui e lo prese in bocca e glielo massaggiò a lungo con la lingua.
Marco ritornò alla realtà e riaprì gli occhi. Velocemente ripassò con la mente i momenti piacevoli passati con Ivana.
Le lunghe scopate, le perversioni, le cassette pornografiche viste insieme per moltiplicare l’eccitazione, i tanti pompini, i 69, la prima volta in cui gli aveva chiesto di metterglielo nel culo.
Ivana era un’amante e una complice stupenda.

Con un sospiro Marco ritornò alla realtà.
-Non vedo l’ora che ritorni, e 4 mesi sono ancora troppo lunghi da passare.
Non sarà facile resistere.
Per fortuna che Fernanda, la bella figlia, sembrava capisse il suo stato di depressione.
Gli stava vicino, voleva accompagnarlo dovunque nei week-ends, e gli dimostrava un gran bene.
Era proprio un brava ragazza.
L’unica cosa che lo turbava era il vederla un po’ trasandata: girava sempre per casa quasi svestita e usciva sempre con minigonne cortissime.
-Fernanda – le diceva – non dovresti uscire così, con tutti i maniaci che ci sono in giro.
-Papà, lo sai che quando esco sto attenta. Qui in casa non mi curo perché ci sei solo tu.
Marco non poteva immaginare che il comportamento di Fernanda era voluto.
Fernanda era cresciuta come tutte le ragazzine, con una profondo attaccamento per il papà.
Sin da piccolissima età, quando sentiva dei rumori e voci provenienti dalla camera dei genitori, si alzava e si metteva ad origliare.
Sentiva i gemiti del papà e i gridolini della madre.
Si sentiva gelosa di non essere lei con papà a letto.
Crescendo, questo amore per il padre si accentuò.
All’età di 14-15 anni, le amichette si innamoravano dei coetanei o di ragazzi poco più grandi.
Lei era fredda con tutti.
Le amiche non capivano perché, e pensavano che fosse alterigia. In realtà Fernanda non si sentiva attratta da nessun altro uomo che non fosse il padre.
Quante volte aveva sognato ad occhi aperti che lui entrasse nella sua camera e cominciasse a toccarla.
Immaginando le dita del padre nella sua fica, si menava appassionatamente il clitoride, e veniva in pochi minuti con orgasmi violenti.
Spiava in continuazione il padre e, varie volte lo aveva visto uscire nudo dalla doccia, aveva ammirato il pene scuro e la folta peluria del pube e poi era corsa in camera a masturbarsi.
Di recente, poco prima che la mamma partisse, li aveva sentiti scopare di giorno, credendo che lei fosse uscita.
Si era fatta coraggio e aveva guardato dal buco della serratura: erano entrambi nudi.
Marco era sdraiato sul letto e Ivana era inginocchiata su di lui e gli succhiava avidamente l’uccello.
Le dimensioni del cazzo del padre la sorpresero.
Le era sembrato enorme, con quel grande fungo rosso in cima.
Vide Ivana succhiare a lungo, massaggiando contemporaneamente io coglioni di Marco, finchè lui non fu scosso da un tremito e le spruzzò ripetutamente e abbondantemente sperma sulla faccia.
Tutto il giorno si sentì inquieta e pensò solo a quel grande cazzo e a quella bellissima cappella, e pensò quanto sarebbe stato bello averla dentro la fica.
La stessa notte sfece un sogno appassionato. !
Sognò di essere in camera sua a leggere un libro sdraiata sul suo lettino.
Marco entrava nudo col suo cazzone eretto e le si sdraiava di fianco senza parlare.
Lei posava il libro e gli prendeva il cazzo in mano e si chinava a succhiarlo come aveva visto fare alla madre.
Anche lei succhiava la cappella e la massaggiava con la lingua e anche lei ricevette in faccia un abbondante spruzzata di sborra, che lei aveva leccato avidamente.
Poi il padre si stese sopra di lei e la baciò.
Le accarezzò i peli del pube con l’uccello, e immerse parzialmente la cappella tra le grandi labbra umide della sua fica.
Fernanda nel sogno desiderava sentire quel membro trapassarla ma luindugiava prima di spingerlo dentro.
Poi qualcosa la svegliò ed il meraviglioso sogno svanì.

Svegliatasi, si sentì la fica umida, e non potè fare a meno di sditalinarsi.
Ma, pensando al grande cazzo del padre, le dita non le bastavano.
Andò in cucina, prese un cetriolo dalla cesta della verdura, ritornò in camera e come invasata cominciò ad accarezzarsi con quello, ad occhi chiusi.
Anche il cetriolo era più piccolo del cazzo di papà, ma andava già meglio.
Ansimando, si premeva il cetriolo tra le grandi labbra, immaginando che suo padre le stesse tra le gambe e stesse premendo con il glande sull’entrata della sua fica.
Quando sentì che stava per venire, non si controllò e premette più a fondo.
Sentì un dolore acuto e il cetriolo le penetrò.
Si era sverginata da sola.
Non le dispiacque, e iniziò a menarsi avanti e indietro il cetriolo nella fica, immaginando che il padre la stesse fottendo.
Venne con lunghi e forti spasmi.
Con i sensi placati si rese conto che il desiderio di quell’uomo che abitava con lei la possedeva ormai completamente e si sentiva frustrata dal timore che non sarebbe mai riuscita a farci l’amore.
E poi, il padre e la madre si sarebbero arrabbiati a saper quello che lei pensava.
E poi pensava alla vergogna se i suoi avessero saputo della sua perversione.
Pensò che probabilmente sarebbe stato meglio continuare ad amare il padre solo con la fantasia, tenendo il segreto tutto per se. Ma dopo pochi minuti, capì che non ci sarebbe riuscita.

La lontananza di Ivana diede a Fernanda uno stimolo nuovo.
Se il padre si masturbava, significava che aveva bisogno di una donna.
Fernanda pensò che non sarebbe stato necessario chiedere al padre di scoparla.
Sarebbe bastato provocarlo abbastanza e aspettare che lui cedesse.
Così cominciò girare per casa seminuda o con minigonne cortissime.
La sera, davanti alla TV gli si metteva di fronte, e fingendo di concentrarsi sulla televisione, allargava le gambe, in modo da permettergli di intravedere le sue mutandine.
Aveva notato qualche sguardo furtivo di Marco, ma lui senz’altro cercava di evitare di guardarla e non dimostrava interesse.
Finché un giorno una mossa si rivelò azzeccata.
Marco era in casa e, essendo di domenica, si aggirava senza niente di preciso da fare.
Lei si infilò nella doccia e lasciò la porta socchiusa sperando di vederlo spiare.
Non accadde nulla; lei, un po’ delusa, uscì dalla doccia.
Stava prendendo l’accappatoio quando vide con la coda dell’occhio che Marco passava davanti alla porta socchiusa.
Allora lei indugiò il più possibile, e stette a lungo nuda fingendo di asciugarsi le cosce prima di infilarsi l’accappatoio.
Poi, con l’accappatoio semiaperto, fingendo noncuranza, andò in soggiorno.
Notò che Marco la guardava, e soprattutto notò il grosso rigonfiamento sul suo pube.
Finalmente aveva la prova che il padre non era indifferente al suo corpo!
Doveva insistere.
In effetti Marco, non poteva fare a meno di notare come la sua bambina fosse ormai divenuta una donna bellissima.
Lo imbarazzavano la trascuratezza di lei e le pose che assumeva in casa, sempre con quelle gambe in vista.
-L’astinenza mi sta facendo perdere il controllo, se mi metto a guardare le cosce di mia figlia – Pensò.
Poi, passando davanti al bagno, aveva visto quella svagata di Fernanda asciugarsi e aveva ammirato il suo corpo bellissimo, e i lunghi capelli bagnati gli avevano troppo ricordato Ivana da giovane, e si era sentito il cazzo venirgli duro.
Per quel giorno comunque non accadde nulla.
Per tutta la settimana, Fernanda continuava a provocarlo fingendosi inconsapevole.
Poi la sera si masturbava pensando ad amplessi perversi quanto eccitanti con il padre.
Marco si sforzava di evitarla e si preoccupava del fatto che la sua mente si ritrovava troppo spesso a pensare a Fernanda.
Al prossimo fine settimana erano di nuovo entrambi davanti alla TV.
Fernanda stava come al solito seduta sulla poltrona davanti a lui, con le gambe accavallate in modo da scoprire il più possibile le sue belle cosce.
Il film trasmesso era uno di quelli un po’ osé.
In una scena particolarmente spinta, Fernanda notò il rigonfiamento sotto i pantaloni del padre, evidentemente eccitato.
Finse di alzarsi per andare in cucina, e sentì lo sguardo avido di Marco su di lei.
Tornò e, come per caso, gli si sedette a fianco, fingendosi concentrata sul film.
Marco prese a scrutarla.
Seguì con lo sguardo il suo profilo.
Il viso era stupendo, molto simile a quello di Ivana da giovane.
Il seno doveva essere grande e sodo.
Abbassò gli occhi e vide le bellissime gambe di Fernanda a fianco delle sue.
Le cosce erano tali e quali quelle di Ivana.
Ammirò la pelle vellutata delle cosce.
Si sentì eccitato e già aveva il cazzo duro per quelle scene del film.
Senza rendersi quasi conto appoggiò la mano sulla gamba di Fernanda.
Fernanda sospirava forte e cercò di fingersi indifferente, come se considerasse quello un semplice gesto d’affetto.
Invece era emozionantissima.
Marco indugiò con la mano sulla coscia per qualche secondo.
Poi si riebbe e fece per ritrarla.
Non capì perché Fernanda gliela afferrò e se la premette sulla coscia.
Si guardarono, respirando pesantemente entrambi.
-Ti prego papà, continua
-Fernanda, cosa dici?
-Papà, dai continua, lo voglio.
-Fernanda…io…
Marco sembrò cedere.
Cominciò ad accarezzarle le cosce, guardandola stupito negli occhi. Fernanda era in estasi.
Ormai aveva vinto.
Gli passò il braccio sulla spalla per stargli il più vicino possibile, e per poter spingere il seno contro il petto robusto di lui.
Ma Marco tentò un’ultima resistenza e si alzò, cercando di sfuggire alla passione insana che li stava avvolgendo.
Fernanda, ormai ad un passo dalla realizzazione del suo sogno, non si diede per vinta. Si alzò anche lei e lo avvinghiò con le braccia.
-Papà, ti prego, abbracciami. Ho bisogno di te. E’ tanto che sogno questo momento e non vedevo l’ora che tu ti accorgessi di me.
-Fernanda!….
-Papà, rilassati. Anche io posso fare qualcosa per te.
Anche tu sei solo.
Saremo felici insieme.
Marco, smise di resistere e si abbandonò all’abbraccio della figlia.
Fernanda spinse il bacino contro il pube di Marco, sentendo la dura protuberanza del cazzo.
Sospirando forte, baciò a lungo e delicatamente Marco sulle guance e sulle labbra.
Marco, si sentì inebriato dalla sensazione del caldo respiro di lei.
Sempre in piedi, finalmente la cinse con le braccia, e come in preda ad una sbornia, rispose ai baci di quella giovane donna, che mostrava tanto desiderio per lui.
La baciò sul collo, e lei riversò felice la testa all’indietro.
Le posò la mano sul seno e lo sentì morbido e sodo.
La strinse forte e abbassò le mani fino a palparle le meravigliose natiche.
Le sollevò la gonna e infilò subito la mano sotto le mutandine per sentire la pelle liscia dei glutei.
Fernanda intanto si scostava un po’ e cominciava ad accarezzargli il cazzo da sopra i pantaloni.
Marco passò la mano sulla parte anteriore delle gambe di Fernanda e le accarezzò dolcemente l’interno delle cosce.
Aiutò Fernanda a sbottonargli i pantaloni e ad abbassargli la cerniera.
Fernanda si inginocchiò e, emozionantissima, estrasse il superbo cazzo eretto dalle mutande dell’uomo.
Lo ammirò… da vicino sembrava ancora più grande.
Si chiese se sarebbe riuscita a riceverlo tutto nella bocca e nella fica.
Marco mugolò dal piacere quando le labbra di lei gli inumidirono la cappella.
Le stringeva il membro con la mano e lo accarezzava con le labbra e con la lingua.
Poi Marco la afferrò da sotto le ascelle e la fece alzare in piedi.
La spinse contro il muro, le sbottonò ansiosamente la camicetta e le tolse la gonna.
Accarezzò spasmodicamente quel corpo caldo e liscio.
Piegò un po’ le ginocchia per portare la punta del cazzo all’altezza del pube di Fernanda e lo diresse in mezzo alle gambe.
Con la mano sinistra le scostò le mutandine per scoprire la peluria castana di lei e con la destra si afferrò il cazzo per strofinare la cappella tra le grandi labbra della fica.
Fernanda si scioglieva dall’eccitazione.
Assecondava i movimenti dell’uomo, per facilitare il contatto tra la fica e il cazzo.
Poi, al colmo dell’eccitazione, stando abbracciati, si scostarono dal muro e si sdraiarono sul divano.
Marco si insinuò subito tra le gambe di Fernanda.
Fernanda aveva finalmente il padre tra le cosce.
Come pazzo per l’eccitazione, Marco le strappò le mutandine e baciandola furiosamente sulla bocca, le infilò un dito nella fica.
La sentì bagnatissima.
Il dito si immerse completamente in un meraviglioso nido scivoloso.
Marcò tastò le mucose della vagina colla punta del dito.
Il buchino era così accogliente che lui fu impaziente di metterci dentro il cazzo.
Puntò la grande cappella all’entrata della fica e spinse poderosamente.
Il cazzo scivolò completamente dentro. Fernanda si senti sciogliere dal piacere.
Quel fusto enorme la riempiva meravigliosamente.
Marco premette a fondo, immergendo l’asta fino alla radice.
Poi, lentamente si ritirò, fino a lasciare dentro solo la cappella.
Guardò negli occhi Fernanda, che mostrò con gli occhi l’impazienza per un nuovo affondo.
Con un colpo di reni,
Marco spinse ancora il cazzo completamente dentro, e Fernanda non si trattenne dall’emettere un gemito di piacere.
Ancora, Marco estrasse lentamente il cazzo e indugiò una frazione di secondo prima della nuova spinta.
Ancora Fernanda ansimò.
Poi il ritmo divenne regolare.
Le spinte si facevano man mano più poderose, come a far entrare e ogni volta qualche centimetro di cazzo in più.
Il coglioni battevano contro le natiche della ragazza. Anche Marco, ora ansimava.
Sotto i colpi dell’uomo, il corpo di Fernanda vibrava, e le tette oscillavano come budini.
Fernanda, vicina all’orgasmo, sollevò le gambe e le cinse attorno al bacino del padre.
Le loro bocche erano incollate.
Anche Marco si avvicinava all’orgasmo.
Si sforzò di resistere fino a che non avvertì i muscoli di lei contrarsi in un orgasmo violento.
Anche lui allora potè abbandonarsi e concentrarsi solo sul suo piacere.
Sentendo che Fernanda era ormai venuta, non si trattenne più e con un urlo soffocato premette a fondo il suo pube contro il monte di venere.
Sentì i fiotti di sperma uscirgli abbondanti dal cazzo.
La sborra calda invase l’utero di Fernanda, e questa sensazione le causò un uovo orgasmo.
Abbracciò forte il padre e premette il seno sul petto di lui.
Ora stavano fermi, e respiravano rumorosamente accarezzandosi con dolcezza.
Il cazzo, ancora completamente immerso nella fica, cominciava ad ammosciarsi, ormai soddisfatto.
Un barlume di rimorso passò veloce nella mente di Marco, che per un attimo ripensò a quella donna come a sua figlia.
Poi, il calore di quella femmina ebbe la meglio.
Capì che non avrebbe rinunciato a quella ragazza meravigliosa, e si sentì felice al pensiero delle calde notti che lo attendevano con Fernanda.

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