Benedetta la notte che i ladri vennero in villa… Eravamo andati a letto da poco e la villa era immersa nel silenzio della notte. Io ed Aldo, mio marito, ci eravamo ritirati in camera da letto, al primo piano della villa. Eravamo soli. Il personale di servizio era assente perché in ferie e Fabrizio e Monica, i nostri figlioli, erano a Londra per un master universitario. Mio marito si addormentò quasi immediatamente, mentre io, che ero immersa nella lettura di un avvincente giallo, stentavo a prendere sonno. Ad essere sinceri, portavo molto bene i miei 54 anni tanto da essere considerata veramente una bella donna. Non solo, ma di essere ancora appetibile perché me lo confermava il fatto che gli uomini che incrociavo per strada , giovanissimi compresi, mi lanciavano sguardi di intenso desiderio quando mi squadravano da testa a piedi. Peccato però che mio marito si fosse completamente “intorpidito” sessualmente. I nostri rapporti erano diventati sporadici, talmente rari da doverli io sollecitare. E solo allora, come se dovesse compiere un grande sacrificio, Aldo mi dedicava un po’ di sesso, impersonale e veloce come un pasto al fast food. Eppure mio marito era un bel uomo di 60 anni, affascinante e con un fisico atletico di un quarantenne sportivo. Molte volte avevo il sospetto che avesse un’amante ma, nonostante avessi indagato grazie a qualche amica compiacente, non ero venuta a capo di nulla. Quando il desiderio mi prendeva, irresistibilmente mi lasciavo andare a qualche piacere solitario di fanciullesca memoria che, però, al termine mi lasciava con l’amaro in bocca. Prima che la mia amica Sonia partisse, a causa del trasferimento del marito, avevamo fatto qualche volta sesso lesbico. Lei riusciva a far fremere ancora la donna che era in me. A volte immaginavo di prendermi una vacanza, fare un viaggio da sola, e prendermi una scorpacciata di sesso senza il pericolo di venir riconosciuta. Ad un tratto sentii il rumore sordo di una porta che veniva forzata, e subito dopo una serie di passi furtivi che andavano su e giù nel salone. Mi affacciai alla finestra senza vedere nulla di anomalo. Allora, strattonai mio marito per svegliarlo, senza fare eccessivo rumore sollevai la cornetta del telefono per avvisare la polizia. Non dava segni di vita e la qual cosa mi preoccupò non poco. Non feci in tempo a chiamare nuovamente mio marito, nel frattempo si era svegliato, che la porta si aprì e quattro individui col volto coperto da passamontagna entrarono prepotentemente. Due di loro armati di pistola, ed un terzo con un coltello dalla lunga lama. Con voce roca chiesero ad Aldo dove fosse situata la cassaforte. Io ero terrorizzata e tremavo tutta. Quando s’accorsero che mio marito tergiversava, quello vicino alla porta gli sferrò un pugno sul viso che lo fece stramazzare sul letto. Mio marito intuì che c’era poco da scherzare e, vista la violenza esercitata, dopo aver aperto l’armadio nella cui parete di fondo era mimetizzata la cassaforte, l’aprì estraendo il danaro e i gioielli che racchiudeva. Senza un briciolo di delicatezza, strapparono la sacca di velluto dalle mani di Aldo versando il contenuto sul letto. Tutti e quattro si avvicinarono per valutare la consistenza manifestando compiacimento con reciproche paccate sulle spalle. Quello che aveva malmenato Aldo gli si avvicinò con fare minaccioso. Gli prese il mento con la mano storcendoglielo, mentre con voce arrogante gli diceva:”Brutto figlio di puttana, volevi fare il dritto? Pensi di essere più scaltro perché puoi con i soldi permetterti tutto? Casa, macchine, gioielli, donne…? Quante donne puoi conquistare con i tuoi soldi…? Ti meriti qualcosa che ti farà cambiare gusti e preferenze!”. Così dicendo gli sfilò il pantalone del pigiama, denudandolo. Lo spinse con violenza sul letto e, mettendolo prono, incominciò a tastargli le natiche. Le reazioni di mio marito vennero sul sorgere spente a suon di pugni finché non si arrese, permettendo all’energumeno di continuare a palparlo. “Avete notato che bel culo polposo ha il signore? Scommetto che è meglio di quello della moglie.” I suoi tre compari, allora, mi stracciarono la corta camicia da notte lasciandomi in mutandine e a seno nudo. Cercavo di coprirmi con le mani alla ben meglio, ma fu inutile. I tre energumeni erano ormai eccitati, e mi palpavano in preda ad un’incontenibile libidine, dappertutto. Uno di loro mi strappò le mutandine lasciandomi nuda completamente. Fischiarono compiaciuti tutti. “Vogliono soltanto spaventarci…” pensavo tra me e me, ma ahimè quanto mi sbagliavo. Il quarto delinquente, che era ormai senza pantaloni, si stava smenando il pene che una volta duro, dopo aver allargato le natiche di Aldo, s’infilò in un colpo solo nel culo di Aldo. Mio marito sobbalzò guardandomi, prima di accettare passivamente la sodomia che stava subendo. Mi misi a piangere, temendo il peggio. Gli altri tre, nel frattempo, si erano tolti i pantaloni e masturbavano i membri eccitati che già mi sfioravano le cosce. Uno dei tre, senza alcun garbo, mi fece sedere sul bordo del letto. Afferratami per i capelli, mi costrinse a reclinare all’indietro la testa. Emisi un lamento per la violenza che s’interruppe di botto perché la mia bocca venne riempita dal grosso pene dell’altro che iniziò ad andare su e giù. Era enorme e, in verità, se non mi fosse stata esercitata violenza col gesto, l’avrei gradito senza esitazione. Sentivo gli occhi di mio marito, che veniva intanto scopato, su di me e mi sentivo imbarazzata. Con la coda dell’occhio, però, m’accorsi che adesso era lui che facilitava il pompaggio che stava subendo sollevando il sedere ad ogni colpo che riceveva, facilitando una penetrazione più profonda. Questo fatto mi eccitò, anche perché nel frattempo i tre mi avevano fatto sollevare, e mentre uno si era sdraiato con l’uccello duro che sembrava un palo, gli altri due mi fecero chinare facendomelo prendere nella bocca. Questa volta fui io che iniziai a fare un pompino. Ero ormai talmente eccitata che non m’importava più niente che mio marito assistesse all’atto. Del resto, poi, adesso era chiaro che anche lui si stava facendo chiavare, e come…! Anzi, adesso stava facendo un lento e profondo pompino al suo sodomizzatore. Mentre continuavo con la bocca ad andare su e giù, gli altri due, contemporaneamente, sollevatami di peso per le cosce, mi avevano penetrato contemporaneamente nella figa e nel culo con una tale violenza che mi fece urlare di dolore. Adesso erano tutti e tre che si dimenavano chiavandomi tutti contemporaneamente. Il dolore era scomparso, lasciando posto ad una goduria che non avevo provato mai. “Si…più forte…più forte…scopatemi tutta, non staccatevi ….bagnatemi tutta…voglio il vostro sperma…” dicevo ripetutamente. Il primo a venire fu quello a cui facevo il pompino. Mi inondò la bocca di liquido bianco che ingoiai con piacere indescrivibile. I due che mi stavano scoando il culo e la figa, mi stavano squassando tutta. Ero tutta in fiamme, ma godevo da impazzire. Il buco del culo era talmente dilatato che, sbirciando nello specchio dell’armadio, vidi come l’enorme membro si infilasse tutto dentro di me. Venimmo contemporaneamente tutti e tre in un coro di goduriose frasi sconce. Mi sdraiai sul letto sfinita ma pienamente soddisfatta di essere stata posseduta contemporaneamente da tre uomini. Mi svegliai dal breve torpore e m’accorsi che in camera eravamo soli, io e mio marito che aveva le gambe legate. Aldo mi guardò con occhi piuttosto libidinosi, mentre con la mano si stava masturbando. L’espressione supplice che mi rivolse era un tacito invito che colsi immediatamente. Mi chinai su di lui e mentre glielo prendevo in bocca m’accorsi che tra le gambe era ancora bagnato con lo sperma del suo inculatore. Raccolsi senza esitazione con la lingua gli ultimi residui lasciati dall’uomo, ed iniziai a fargli un lento ed avvolgente pompino, che fu molto gradito da lui che presto si lasciò andare in una lunga e una copiosa sborrata. Uno strano ed imbarazzante disagio pervase mio marito, subito dopo. Lo giustifcai col fatto che avendo subito la violenza, e avendola successivamente gradita, si era lasciato andare al punto da assumere nella scopata un ruolo attivo. Io, forse per le voglie represse per troppo tempo, ero soddisfatta. Anzi, avevo preso coscienza che non solo ero in grado di godere intensamente, ma di far godere come pazzi anche più uomini. Trascorsero i giorni, e m’accorsi che eravamo sprofondati in uno strano mutismo. Ero perseguitata continuamente, giorno e notte, da fantasie erotiche che facevano rivivere nella mia mente le scene della intensa scopata collettiva. Una notte, poi, sorpresi Aldo, che pensava io dormissi, masturbarsi mentre con l’altra mano agitava qualcosa che aveva infilato nel culo. Feci finta di nulla e lo lasciai fare, anche se la scena mi eccitò tanto. Dopo qualche giorno, mio marito mi preannunciò che saremmo andati fuori città per un paio di giorni. Avremmo incontrato alcuni suoi nuovi conoscenti. Fummo accolti in una elegante villa con molto calore da tre coppie, a cui si aggiunsero altri quattro singoli. Si stabilì subito un clima di calda amicizia e, tra una barzelletta e un whisky, fummo tutti coinvolti da un intrigante atmosfera che abbatté ogni riserva personale. La testa, però, iniziò a girarmi. Avevo bevuto troppo tanto da sprofondare in uno stato di intontimento che mi faceva vedere le immagini sdoppiate. Sdoppiati, però, non erano gli uccelloni che mi stavano scavando nelle carni . Erano in tre a scoparmi. Mentre un grosso membro andava su e giù nella mia bocca, la figa e il culo venivano pompati da altri due, che mi scuotevano tutta. Godevo come una pazza. Nel salone scopavano tutti. Chi a terra, chi sui divani, a due o a tre. Vidi mio marito che, chino su un cuscino, alla pecorina, faceva un pompino ad un singolo mentre un altro lo inculava. Da quel giorno l’armonia è tornata in famiglia. Ogni settimana incontriamo nuovi amici e, cosa che non avrei giammai immaginato, scopiamo continuamente e col trasporto dei lontani anni verdi…
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