Un pomeriggio, circa un mese fa quando sembrava fosse arrivata l’estate, mi ha detto: andiamo a fare un giro fin sulle colline con il bus che fa il giro con la fermata a ‘ e lì ci prendiamo un panino col salame e un calicetto? Ma sì, le ho risposto. Anche per queste girate agresti lei si veste abbastanza elegante, abito senza maniche di cotone color salvia, calze, sì quelle chiare velate agganciate al reggicalze e un giubbino di jeans. A lei piace sentire la carne delle sue cosce che si toccano sotto la gonna. Usciamo ed andiamo alla fermata del bus che poi ci porterà al borgo che è la nostra meta. Sul bus lei trova posto a sedere e io rimango in piedi. Durante il tragitto non parliamo e chi ci vede non può sapere che siamo una coppia. Di fronte a lei c’ è un anziano che credo abiti su in collina. All’inizio lei sta seduta compostamente con le gambe strette e ginocchia unite ma il vestito di cotone un po’ rigido le sta un buon palmo sopra il ginocchio, al limite della fascia poco più scura del bordo delle calze. Io ero in piedi nel corridoio, all’altezza del posto di mia moglie, accostato alla fila opposta di sedili e vedevo lo sguardo dell’anziano che lanciava di nascosto occhiate sulle gambe di mia moglie davanti a lui. Mi dicevo adesso comincia la moina, le accavalla ‘ infatti pensato e lei lo ha fatto. Mentre era seduta così per lui lo spettacolino era interessante. La coscia alzata era quella dal lato del corridoio fra le due file di sedili. Dopo qualche minuto di posizione statica lei si gira col busto verso il finestrino ruotando dentro l’abito che non tira giù e si fa uscire la coscia davanti a lui, tutta sin oltre la fine della calza e ce la lascia per qualche istante, così in bella vista. Faccio un passo avanti e mi metto dietro di lui così vedo cosa lei gli mostra. Aveva anche la camicetta abbastanza aderente, con i bottoncini aperti fino al punto del reggiseno che glielo teneva stretto formando il solco, composto non volgare ma le tette sobbalzavano agli scossoni del bus assieme alle coppe del reggiseno. Ha una quarta. Lei serissima, quasi come una istitutrice, sguardo duro, impassibile, con le tette che sobbalzavano ‘ e la coscia in vista che poi rimette giù. Ha un attimo di cedimento che le fa distanziare le ginocchia quel tanto che per l’anziano di fronte seduto è possibile dare un’occhiata in mezzo alle cosce. Quindi solleva la sinistra quella dal lato del finestrino, ben illuminata quindi e facendo credere che si sentiva protetta dal fatto che da quel lato non c’era nessuno la lasciava ben esposta col vestitino che le era salito parecchio da quel lato. Credo che il vecchietto, ma non tanto vecchio, si stesse proprio sulluccherando per la situazione. Le tette continuavano a sobbalzare…
Alla fine si arriva al capolinea, lei si alza e scendiamo. Si fa due passi e ci rechiamo ad un’osteria con terrazza e veduta aperta sulla vallata sottostante, tutta coltivata, la luce era dominante su tutta quella veduta dai colori alla Monet. Ci sediamo in un punto d’angolo, tavolino piccolo da due, per avere una certa privacy. Era libero proprio quello esterno sulla terrazza e lei si mette dando le spalle ad un lato della vallata, a fianco ovviamente avevamo un tavolo ed altri più avanti, cinque o sei. Alcuni erano occupati. Ordiniamo quel che avevamo in mente: due bei panini o forse, da come ce li hanno portati, c’era salame con il pane. Che belli questi posti dove non lucrano e ci si torna volentieri. La sua mostrata di gambe l’aveva già fatta e quindi ero tranquillo. Tranquillo con lei ? Non esiste ‘ Eppure ci speravo di passare una giornata senza sussulti di adrenalina, prima o poi mi verrà un coccolone ‘ Ma nemmeno a sperarci ‘ non avevamo fatto sesso ed il giovane con cui di solito scopa era via e quindi oggi non aveva scopato. E la sua bernarda da come stava seduta e si muoveva era già in agitazione. Metteva le mani posate con i palmi sulla sedia sotto le cosce, poi si raddrizzava, un’altro morso al panino che riponeva nel piatto, un sorso di vino e ho visto che questa sua agitazione era iniziata dopo che erano arrivati tre uomini sui trenta-quaranta anni o poco più al tavolino accanto al nostro. Avevano posato a terra gli zaini, si vede che erano stati a fare del trakking e rientravano in città.
Lei attacca discorso chiedendo se ci sono dei percorsi facili nella zona. Ci facciamo indicare qualche percorso da fare che sia, appunto, poco impegnativo in quanto a salite e gentilmente si offrono di indicarci la direzione da prendere accompagnandoci per un breve tratto, perché ci sono più sentieri prima di arrivare a quello giusto. Durante il percorso con disinvoltura, su richiesta di mia moglie che mi aveva chiaramente chiesto di farla scopare con quelli, ho impostato il discorso sulla sessualità, fingendo di essere rimasto impotente dopo un’intevento chirurgico, precisando che purtroppo a noi uomini ad una certa età e anche più giovani capita questo problema sfigato. Ho detto facendo allusione all’impotenza che mia moglie aveva bisogno ‘ Loro si guardano e le danno un’occhiata. Mi dicono: ma è proprio bella, e scusa, anche bona … e non riesci a scoparla ? Io : e già. Proprio così. Dopo qualche scambio di complimenti rivolti direttamente a lei uno dice che se vogliamo si può provvedere anche adesso, basta allontanarsi dal sentiero. Le chiedo se le va bene farlo adesso e lei a voce alta: ma sì certo, mi va benissimo. E ci dirigiamo su per la collina verso una zona con cespugli, rovi e qualche albero, il profumo del prato era dominante. L’ideale per una scopata all’aria aperta. Loro stendono le giacche a vento e lei si fa abbassare lo zip dietro la schiena da me e l’aiuto a sfilarlo, lo manda giù ai piedi e ne esce scavalcandolo, rimanendo come si sa e cio è mutandina e reggiseno , calze reggicalze, si tiene anche le carpe. Si rivolge a loro e gli dice chi volesse iniziare, chi vuole essere il primo. Intanto che decidono chi comincia a scoparla lei si appoggia con una mano a me e sfila anche le calze, dicendo: non vorrei sfilarle che poi a rientrare in città sul bus con le calze bucate, sai che vergogna ‘ si avvicina il primo che le mette le mani nelle mutandine e gliele abbassa togliendogliele. Per tutto il tempo che son durate le varie scopate, chiedendo il permesso l’hanno lavorata anche nel dietro, spalmandole sull’ano un poco di marmellata che uno aveva appresso in zaino, ha tenuto il reggiseno, con le tette tirate fuori da sopra. La vedevo penetrare da quegli uccelli tutti in tira per lei, le tette che sbattevano qua e là fin che il reggiseno si slacciò da solo, lasciandole libere di sbattere in tutte le direzioni per i movimenti e lo scuotimento che le facevano quelli che la penetravano e pompavano, con foga , uno dopo l’altro.
Dopo due settimane, ‘la scampagnata’
Dopo due settimane siamo tornati al borgo in collina per poi andare a fare un percorso a piedi sul sentiero che ci avevano indicato quei tre. Era mattina e siamo passati prima dall’osteria per farci fare due panini da portarci appresso. All’interno troviamo quelli della volta prima e con loro c’erano altri due. Ci salutano e contraccambiamo, ci chiedono se andiamo a fare il percorso e confermiamo. Loro gentilmente ci chiedono se gradiamo fare un certo tratto insieme a loro su un percorso che in seguito per noi ci sarà un deviazione meno ripida la quale, con un giro impossibile da sbagliare, ci avrebeb fatti tornare nel paese in circa tre ore. Accettiamo.
Lei era vestita con una gonna e maglietta e per camminare si era portata dietro nello zainetto i suoi mini pantaloni di jeans. Dopo un centinaio di metri fuori ormai dal paese, si ferma e non ostante la presenza degli uomini, anche dei due nuovi, si mette da un lato del sentiero, si sfila la gonna e stando in mutandine un poco infilate infilate in mezzo al culo e con una mezza chiappa di fuori, per il tempo che le serve, estrae i pantaloncini e se li infila, nello stupore dei due nuovi amici. Durante il percorso in cui ci incamminiamo assieme a questi 2 nuovi amici, uno di quelli della volta scorsa dopo qualche frase di prassi mi chiede se può dire ai 2 nuovi della faccenda che è possibile fare con mia moglie. Io gli dico di sì, che possono farlo tranquillamente e che lei era in astinenza da tre giorni perché il giovane che di solito la scopa era in ferie con la sua fidanzata, quindi lei era in arretrato … Ah bene e mi dice ma ce la farà a reggerci tutti e cinque ? Mah; rispondo, non lo ha certo mai fatto, forse è un’occasione per provare la sua resistenza ‘ haha! e anche lui ride. Proseguiamo con la visione del culo polposo di mia moglie davanti a noi nei mini pantaloni, troppo stretti per tutto quel ben di dio, con le lunotte delle chiappe che le uscivano da sotto, cosce tremolanti belle in carne, con i calzettoni e scarponcini. Immaginavo che se la sarebbero inculata per bene e la cosa mi eccitava da matti. Infatti quando più avanti in zona molto isolata la fecero spogliare nuda, tenendola ferma le spalmarono di nuovo la marmellata di dietro sull’ano, una volta spalmata non era possibile per lei levarsela e quindi era per forza lubrificata, pronta ‘ tutti se la sono inculata, solo lì. Lei avrebbe voluto essere lavorata sull’altro orifizio, ma loro non vollero accontentarla, anzi la fotografarono mentre aveva i vari cazzi nel culo, tutti ebbero la foto ricordo di lei in quel modo. Però dopo una pausa l’accontentano ‘ e ricominciano a pomparla come dannati, ma dentro in vagina, che colava da tutte le parti. A lei non sembrava vero ‘ godeva come una matta, un orgasmo dopo l’altro, con convulsione anche e pugni stretti.
La cosa più eccitante è stata vederla camminare sul sentiero davanti a quei cinque uomini che le guardavano il culo, tutto stretto nei mini pantaloncini di jeans tagliati cortissimi, con mezze chiappe che le uscivano da sotto … dopo alcuni mesi su, alle colline, ci si ritornò …
Una domenica dopo le due uscite durante le quali abbiamo avuto la conoscenza di quel gruppo di amici, che sono adesso forse anche amici di merende di mia moglie ‘ Siamo tornati per fare un percorso nuovo, panoramico, dietro il contrafforte montuoso da aggirare per giungere sopra la vallata attigua, zona un po’ più isolata e meno frequentata dove vi sono comunque solo dei campi coltivati, qualche stalla, casolare o casette per gli attrezzi, forse nessuno vi abita veramente.
Nella parte bassa e a mezza costa che non è scoscesa, poi sia alza con lo sperone che ho detto, dalla sella dove siamo arrivati per scendere nella nuova vallata, vediamo infatti che un casolare c’è, e un uomo che sta trafficando con il trattore. La giornata è nuvolosa, preferiamo così poiché sotto il sole con il caldo si cammina malvolentieri. All’inizio il sentiero sale ancora e ci portiamo a mezza costa sotto le rocce. Dopo una ventina di minuti sentiamo un tuono ‘ il tempo cambia e siamo a due ore ormai dal paesetto da dove siamo partiti. Decidiamo quindi di prendere un sentiero che scende lasciando quello su cui siamo per poter in caso di acquazzone trovar riparo in quel casolare. Il sentiero scende ripido e arriva proprio in fondo alla vallata, mezz’ora ci abbiamo impiegato e cominciano i primi goccioloni. Dobbiamo trovare il sentiero che porta su al casolare quanto prima e lo troviamo do lì a poco con i segni delle ruote del trattore quindi è quello giusto. Ci incamminiamo in salita, saranno qualche centinaio di metri e mia moglie con i suoi pantaloncini cortissimi e chiappe al vento e ora anche all’acqua, che le si bagnavano rendendole lucide, camminava davanti a me. Arriviamo, trafelati e piuttosto bagnati, al casolare e l’uomo ci dice da lontano che potevamo entrare , sarebbe arrivato subito. Entriamo e faceva fresco all’interno e bagnati come eravamo non era piacevole. Arriva il contadino, e ci si saluta, lui gentilmente dice subito che avrebbe acceso il camino per scaldare tanto anche lui aveva da pranzare l’ quindi del fuoco acceso aveva comunque bisogno. La fiamma si ravvivò rapidamente emanando quel calore che solo un caminetto acceso può irradiare. Mia moglie in maglietta aveva i capezzoli inturgiditi e lunghi che spuntavano da sotto la maglietta non ostante il morbido reggiseno. Lui li aveva notati l’avevo visto che gli ci aveva dato una rapida occhiata quando lei si avvicinò al caminetto che ne fu illuminata. Credo che solo allora, quando lei si mise di fronte al caminetto acceso, lui si accorse anche delle chiappe in vista con i pantaloncini che per la corsa le erano saliti in mezzo al culo e che lei non aveva risistemato. E’ la solita, penso, le piace farsi guardare da qualche uomo ogni volta che ne ha l’occasione e sentirsi gli occhi addosso. Le polpe esposte erano notevoli e le cosce, molto carnose pure. Messasi anche di profilo per farsi guardare il culo dal tizio, la posizione evidenziò le fossette nella piega delle gamba dietro le ginocchia. Molto carina la cosa. Prese a stringere e mollare le chiappe facendo vedere oltre alla quantità di carne anche qualche graziosa fossetta di cellulite, in particolare ne ha una al centro della chiappa destra ‘ da manuale del culo femminile. Poi girandosi, con lui che preparava qualcosa a due metri da lei, si vedeva il pelo appena spuntare di fianco alla parte dei pantaloni all’attaccatura delle due cosce di fianco al pube. Lui le porse una seggiola e lei si sedette davanti al caminetto illuminata dal fuoco in mezzo alle gambe. Non contenta di quel che aveva mostrato si mise con le gambe rannicchiate ed i piedi sul sedile distanti posati ciascuno proprio ai due bordi della seggiola in modo che il pantaloncino le si infilasse in mezzo alla patata e il pelo usciva sbarazzino di sotto e di fianco, sotto le due cosce dove iniziano le lunotte delle chiappe.
Mi toccherà dirgli che la può scopare… ed invece ci pensa mia moglie ‘ a portare il discorso nella direzione giusta, per farsi scopare dal tizio con una motivazione inappellabile.
Stando così davanti al caminetto il tizio se l’è gustata proprio e quando le chiede di spostarsi poco che doveva posare una pentola con l’acqua per la pasta da far bollire lei si alza e rimane accanto al fuoco con le cosce sempre ben illuminate. Lui mentre sistemava la pentola su un treppiedi di ferro le aveva comunque dato due sguardi alle cosce. Lei quindi prese spunto da ciò e gli disse: vedo che mi guarda le gambe, ma le piacciono ?
E lui: beh, permettendo suo marito, signora ha un bel par di cosce cazzo !
E lei : ecco ma sa che a mio marito non piacciono, dice che ce le ho grosse, troppa carne qua e lo dice prendendosi con la mano la coscia nel posto più polposo ‘ Ma le pare ?? poi anche il sedere mi dice che ce l’ho grosso ‘ lei cosa dice?
Lui imbarazzato ma anche ingalluzzito le risponde che secondo lui, fra cosce, culo e aggiunge dopo una pausa …anche tette, signora mia ‘ non so se mi spiego ‘ Lei , rivolta me : ecco ! Vedi ? Solo a te non piaccio più per qualche chiletto che ho messo su qua e là, si mette le mani sul culo e poi sulle tette .. vedi che agli uomini invece piace tutta questa roba ? Vero ? Rivolgendosi di nuovo al tizio. Lui con un sorriso da un orecchio all’altro che cominciava a vedere che la situazione prendeva una piega non disprezzabile e comunque per lui favorevole ‘ Dopo poco il colpo di grazia ‘ Lei: vuoi vedere che il signore mi scopa qui adesso e davanti a te e che gli viene subito duro che gli basta vedermi un attimo e, guardandogli la patta e poi fisso negli occhi .. che gran troia che è ‘ dice: anzi mi pare che ‘ hihi !! e si alza la camicetta da sopra, se la sfila con le tettone che sobbalzano quando sbucano da sotto la maglietta sollevata con veemenza e quindi si slaccia il pantaloncino, che abbassa trascinando insieme per aderenza anche il mini slip facendo uscire tutta la parte alta del pelo della bernarda ‘ ooops mi scusi, non volevo ‘ E si gira di schiena in modo che quando se l’abbassa si mostra di schiena, gran bella schiena con la luce radente che proveniva dal caminetto. Io ero veramente imbarazzato, era chiaro che voleva farsi scopare e subito. Lui era ancora incerto ma non le staccava gli occhi di dosso, praticamente nuda, era davanti a lui in mini slip e reggiseno. Io guardavo come procedeva la cosa e lei come se fosse ad un defilé :: che dice allora ?? posso andare ancora bene ?? hihi ! E lui con gli occhi che facevano scintille : altroché bene .. benissimo direi … signora ‘ E lei rincarò ormai che la strada era aperta. Cosa dice un botta me la darebbe? Così insegno a mio marito che sono ancora trombabile .. ma lo sa che non mi tocca da mesi ?? Mah, se suo marito mi dà il permesso … certamente! Io: tranquillo ‘. faccia faccia pure ‘ E così lei si abbassò le mutandine e si mise su una specie di tappeto davanti al caminetto che lui gli stese a terra, a pecorina, con il culo rivolto in alto e posata con il viso sulle sue braccia incrociate sul pavimento. Lui estrasse un attrezzo nodoso con una larga cappella e glielo posò sulle labbra facendola sussultare e poi un suo mmmmm ‘ fece incitare lui a fermarsi sull’apertura per farle provare la sua grossezza, spingendogliela dentro poco ed estraendola, quindi di nuovo dentro, poco di più e fuori e su e giù, lungo le labbra per intingerlo e spalmare le labbra di quel primo eccitamenteo di mia moglie. Quindi con le labbra che si bagnavano lui lo puntò sull’apertura che lo voleva dentro e spinse scivolando dentro facilmente, tutto fino alle sue palle e cominciò a muoversi dentro di lei anche di lato per farle sentire bene la sua cappellona ‘ lei mugolava e si dimenava allargando la parte delle gambe a terra quella dal ginocchio in giù, si innarcava sulla schiena e si riabbassava per assecondare o ottenere delle penetrazioni e strusciamenti al ritmo che lei voleva. Stava godendo e mugolava come una sega che taglia un albero e alla fine con un urlo intrattenibile ottenne l’orgasmo che fece mollare anche a lui tutto inondandola dentro tanto che colava giù lungo e dietro le cosce. Lui si ritrasse e lei con l’apertura della vagina che si apriva e chiudeva ancora per lo spasmo … era uno spettacolo, così illuminata dalla luce del fuoco tremolante, bellissima immagine. Dopo le due gite si rimane in contatto per altre escursioni.
In seguito quello che aveva instaurato un certo dialogo con me e che ha chiesto il nostro numero di telefono che ovviamente non c’era motivo di non darglielo, un venerdì ci ha chiamati per sapere se ci poteva interessare andare con loro in escursione la domenica di quella stessa settimana. L’ho chiesto a mia moglie e lei ha detto che andava benissimo. Lui felice di questa conferma mi chiede se potevo far venire mia moglie con gli tessi pantaloncini corti, aggiungendo: quei pantaloncini hanno lasciato il segno ‘ nei miei amici ‘ haha ! Lei sente dal telefono la frase e ride … Hihihi ! Digli che mi metterò un paio più leggero, in raso. E lui che aveva sentito chiede: sempre così corti ? E lei: anche peggio o forse meglio per voi che mi state dietro quando cammino…
Quando poi la domenica mattina presto ci prepariamo lei mi rassicura che esce con la gonna di jeans e poi lungo il sentiero si cambierà come aveva fatto la volta scorsa. Per il punto di ritrovo si stabilisce un posto fuori in periferia e lì ci si raggruppa in due sole auto, io e mia moglie saliamo in quella del tipo dove dietro stavano già due dei suoi amici e lei la fanno stare in mezzo a due di loro sul sedile posteriore ‘ non poteva essere altrimenti. Lei aveva una maglietta con lo scollo a V sovrapposto ad incrocio fin sotto il petto, che le conteneva le tette ma aperto nel mezzo per lasciarle visibili quel che basta. Durante il tragitto dietro non succede nulla, si comportano correttamente e questo indicava che non erano dei cretini. Poi quando si arriva dopo un lungo percorso in auto in mezzo alle montagne ci si ferma per iniziare il percorso a piedi. Dopo alcune centinaia di metri i nostri compagni di escursione chiedono: signora ‘ non potrebbe mettersi i pantaloncini, con questo caldo ‘ E lei ma sì, via farò questo favore ai vostri occhi …hihi! E si ferma per prenderli dallo zaino, glieli fa vedere, piccolissimi di raso azzurro e dice : cosa credete, ci starò dentro? Mmm temo di no .. come farò se non mi sta dentro tutto, mah .. ma voi non ci fate caso, vero? E si slaccia la gonna abbassandola e rimane in mutandine, sempre con la chiappa destra mezza fuori, infilate in parte nel solco del sedere. Si siede per infilare i mini pantaloncini, da quella posizione si vede il rigonfiamento delle labbra della passera con una buona parte di pelo che sbucava da tutte le parti, sotto l’inguine pelosissimo e a fatica se li riesce ad infilare, con movimenti che alzando una chiapa alla volta, ha mostrato parecchio di quella parte, con una gamba sollevata a turno, in mezzo alle cosce. Si alza e se li tira ben su sgambando per avere il movimento libero delle gambe. Non si era depilata proprio per nulla, nenache davati sulla parte alta delle cosce, quelli che crescono alle donne rivolti verso la passera in quel punto della parte alta delle cosce. Aspetto molto ruspante non ostante la su afemminilità ed eleganza nei movimenti in genere.
Dopo un certo tragitto, durante il quale il suo bellissimo e polposo sedere è al centro dell’ attenzione, si arriva in quota e uno chiede se era possibile che lei stesse con le tette di fuori da quella scollatura ampia della maglia. Lei: ma certo! eccole ! E se le tira fuori dall’apertura della maglietta mostrandosi a tutti loro ‘Vi va bene così ? Il reggiseno e la maglia che sapientemente aveva scelto per questa occasione gliele facevano stare esposte senza che riscappassero dentro, così gliele potevano vedere sobbalzare ad ogni suo passo. Quando si arriva su una sella che era il posto dove ci si sarebbe fermati per il pranzo al sacco, mia moglie nel frattempo si era ricomposta con le tette dentro e ognuno cominciava a mangiare il proprio panino. Quando quasi tutti avevano finito mia moglie si era appartata di una decina di metri per stendersi a prendere un po’ di sole. Si leva la maglietta e rimane in reggiseno e pantaloncini. Dopo poco si gira di schiena e si slaccia perché non le rimanga il segno sulla schiena. Uno dei tizi si alza e va verso di lei. Vedo che dopo poco che se l’era guardata per bene le dice qualcosa e le abbassa i pantaloncini dapprima a metà del sedere e le spalma la schiena fino a metà delle polpe del culo che gle aveva esposte con una crema solare che lui aveva nello zaino. Dopo poco, lei si lasciava massaggiare beatamente lui le abbassa del tutto il pantaloncino ‘ lei non fa alcuna rimostranza o reazione e lui le prende a massaggiare e strizzare il culo con cupidigia tutta maschile. Dopo non molto vediamo che glieli ha tolti del tutto, lei si gira e il reggiseno slacciato rimane sul piccolo telo dove si era stesa. Lui mentre lei continua a prendere il sole, le abbassa anche la mutandina e mette le dita nelle labbra e comincia a sditalinarle il clitoride. Con un movimento rapido le abbassa lungo le gambe anche la mutandina facendola stare completamente nuda. Poco dopo lei si alza e si appartano dietro una roccia. Passato un quarto d’ora lui torna fra gli altri e dice che può andarci un altro, è partita in godimento e ha bisogno ancora. Uno alla volta ci vanno tutti. Ormai lei è proprietà del gruppo ‘
Nei giorni seguenti l’hanno chiamata al telefono e chiederle se potesse andare a casa di uno dove spesso giocavano a carte, ad intrattenerli come passatempo fra una partita e l’altra e passarci così tutta la serata, intrattenendosi sino a notte. Abbiamo detto che va bene. Questo avviene spesso, a parte quello che li ospita tutti, gli altri sono sposati e se la ripassano ben bene quelle sere una volta alla settimana o qualche sabato sera. Spesso invitano anche me e vedo che lei sta con abitini leggerissimi e cortissimi, che il tizio le ha comperato e che lei indossa solo per stare lì da loro. Uno è quasi una tunichetta corta che le copre solo il sedere, con le chiappe che spuntano da sotto quando cammina o che le espongono tutto il culo quando si china a prendere qualcosa nei cassetti della sala dove giocano. Quando sono stato lì l’ho vista camminare con le cosce in vista quando è intorno al tavolo da gioco, che prepara le birre che porta al tavolo, che la palpano dietro quando posa i bicchieri. Poi ogni tanto fanno una pausa e chi la vuole la porta in una camera di là, chiudono la porta e la sento ridere ‘ poi il solito sciaff sciaff sciaff ‘ La serata che son stato lì era andata così. La scopavano uno alla volta, le altre volte non so.