Questo racconto è dedicato a Luisa, che non conosco e non so se esiste… Mi risveglia nuda in salotto, sentendo qualcuno che mi leccava la figa. Alzai appena la testa per vedere chi era: una ragazza bionda, dai capelli lunghi e dalle tette sode mi stava leccando le grandi labbra con notevole perizia…Senti la sua bocca muoversi sul mio clitoride, con la lingua che leggera lo accarezzava dolcemente mentre le sue mani salivano lungo il mio corpo verso il mio seno, verso le mie mammelle. Strinse i miei capezzoli fra le punta delle dita nel momento stesso in cui la sua bocca si stringeva intorno al bottoncino della mia vulva pulsante, iniziando a succhiare con forza… Urlai per la sorpresa e per l’inaspettato piacere ma la troietta ci sapeva fare e stavo iniziando a godere davvero: aveva smesso di succhiarmi il clitoride e continuava a strusciarci sopra la lingua, velocissima… Le mani della sconosciuta continuavano a tirare i miei capezzoli, sempre più forte. Tanto forte da farmi male, se non fosse che già stavo impazzendo di piacere per quello che stava facendo alla mia figa pelosa, quando li lasciò andare di colpo: le mie tette rimbalzarono indietro e in avanti mentre quella puttana, invece di continuare a leccarmi la figa, si stava sdraiando al mio fianco. Stavo per protestare quando la sua mano sinistra si mise a suonare tutti i tasti giusti della mia figa, mentre la sua bocca, sporca dei miei umori vaginali si posava sopra la mia, baciandomi con passione. Leccai avidamente le labbra di quella vacca, insaporite dalla mia figa che adesso stava torturando con la sua mano. La sua bocca abbandono la mia per scendere poco più sotto, dove iniziò a mordicchiarmi un capezzolo come fosse una gomma da masticare… Il dolore e l’eccitazione erano incredibili e per un attimo mi trovai in estasi completa. Le sue dita schiacciavano e stropicciavano il mio clitoride senza tregua e io nuovamente stavo impazzendo dal piacere… volevo un cazzo! O almeno un vibratore dentro di me, dentro la mia vulva vogliosa, ma quella zoccola continuava a solleticarmi il clitoride facendomi impazzire e mi impediva di soddisfare le mie voglie facendomi andare sempre di più in calore… Ansimavo e godevo come una cagna ma volevo molto di più: mi ribellai alla mia aguzzina, la ribaltai sulla schiena e, impossessatami di uno dei due vibratori, me lo infilai nella figa, venendo quasi in quello stesso momento… La puttanella era adesso sdraiata di fronte a me, con le gambe divaricate e la sua figa in bella mostra: una chiazza di folto pelo nero che copriva due labbra minute che sembravano solo chiedere di essere violentate: presi il secondo vibratore e inizia a sbatterla come se la volessi squarciare e le sue urla mi facevano godere sempre di più, più ancora delle sue precedenti attenzioni o del vibratore che mi squassava la vulva, ora che mi ero inginocchiata appoggiando con il bacino sulle mie gambe. Iniziavo a capire le sensazioni che provava Andrea quando riservava lo stesso trattamento alla mia figa insaziabile, usando però il suo cazzo turgido al posto di un semplice vibratore, e tutto ciò mi stavano andando alla testa, ero ebbra del potere che avevo in quel momento su quella troietta che stavo facendo mia in quel modo così brutale ma così soddisfacente… Ancora non mi bastava però e volevo di più: smisi di stuprarle la figa e la feci mettere a carponi con il suo culetto rivolto verso di me in modo da vedere il suo buchetto grinzoso, dove si erano raccolti alcuni rivoletti di umore provenienti dalla fregna del quel mio nuovo giocattolo sessuale. Le infilai prima uno e poi due dita nel buco del culo senza alcuna fatica, lubrificandolo per bene con i suoi stessi umori e poi le schiantai l’intero vibratore nell’ano, usando il suo culo come se fosse una figa e chiavandola di dietro con la stessa passione che avevo usato poco prima per il suo davanti… Appoggiata com’era contro il divano, ogni volta che spingevo il vibratore nel suo ventre, i suoi capezzoli strusciavano contro la stoffa ruvida facendola ansimava di piacere, aumentando ancora di più, se possibile, la mia eccitazione. Le sue urla ad ogni affondo del vibratore ed i suoi gemiti ogni volta che lo tiravo fuori non facevano che aumentare la mia foia: volevo continuare a violentarla, a sbatterla davanti e dietro, volevo fare sentire a quella puttana chi comandava, chi era la suo padrona. Non so per quanto tempo andai avanti in questo modo, stuprandola davanti e dietro senza smettere mai, ma alla fine non ce la facevo più. Le braccia mi facevano male e il tappeto dove eravamo era ormai madido di sudore e di umori vaginali. La sua figa e il suo buco del culo erano ormai sformati, ma l’espressione di godimento sul suo volto mi fece felice: in fondo era una brava puttana e anche lei meritava anche lei di godere, no?
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