Parcheggio vicino all’ingresso, non c’è molta gente oggi all’Ikea. Anna mi ha chiesto di accompagnarla per fare un giro, senza troppa voglia le ho detto di sì. Saliamo la scala mobile e iniziamo a girare tra le stanze arredate, non che ci serva qualcosa, ma Anna ama prendere spunto dal gusto nordico. La seguo con le mani in tasca, mi guardo intorno senza convinzione. Quando entriamo in un salotto vedo un ragazzo di spalle verso la libreria, mi sembra di riconoscere la figura di quel corpo perfetto.
-Michi vieni a vedere questa poltrona.
Anna mi chiama, il ragazzo si gira.
È Jacopo*.
Ci guardiamo per un istante, poi vado verso la mia compagna. Mentre mi parla guardo verso la libreria con la coda dell’occhio, improvvisamente Jacopo viene verso di noi.
-Ciao Michele, che sorpresa trovarti qui.
Ricambio il saluto, mi giro verso Anna che lo sta guardando.
-Amore ti presento Jacopo, un cliente. Gli devo piastrellare il bagno.
Mentre si presentano decido che non voglio dividerlo con la mia compagna, fortunatamente lei non sembra dimostrare interesse.
-Visto che hai trovato un amico ti lascio in compagnia, vado verso le cucine.
-Allora Michele, come stai?
-Molto bene Jacopo, ti penso spesso da quella sera. Tu invece che mi racconti?
-Anche io tutto bene, ultimamente viaggio spesso per lavoro.
-Che lavoro fai? Conosco bene il tuo uccello, ma della tua vita so poco o niente.
Sorride.
-Hai ragione, sono stato un po’ brusco la volta scorsa, la situazione tra noi si è creata all’improvviso.
-Già, a casa tua pensavo solo ad abbandonarmi, in effetti potresti anche avermi detto qualcosa di te, ma di certo non l’ho sentito.
-Lavoro nel settore delle escavazioni, gestisco le vendite italiane di un’azienda francese.
Continuiamo a parlare mentre camminiamo, ad un tratto sulla destra vedo una simulazione di bilocale. Ci sono le pareti in cartongesso a rappresentare le pareti di casa, d’istinto mi ci infilo dentro, Jacopo mi segue. Quando siamo dentro mi guardo intorno, siamo soli. Lo fisso e lui smette di parlare, mi butto contro il suo petto e lo bacio. Mi accoglie con le sue forti braccia, vorrei non staccarmi più dalle sue labbra. Mi stringe forte, provo nuovamente la voglia di abbandonarmi a lui.
Un rumore ci spaventa, velocemente le nostre bocche si allontanano. Nessuno in giro, ridiamo e torniamo nel corridoio principale.
[Ciao amore, ho trovato un paio di amiche, continuo il giro con loro se non ti dispiace. Ci vediamo all’ingresso, un bacio.]
Letto il messaggio di Anna metto il telefono in tasca, con la mano sento il cazzo duro che pulsa. Guardo Jacopo che intanto parla, mi sembra sempre più bello. Poi è davvero gentile ed espansivo, quasi un’altra persona rispetto alla volta scorsa. Lo interrompo sicuro di non fargli un torto.
-Cosa ne dici di fare un giro in bagno?
Mi guarda sorpreso, subito però la voglia ruba la scena allo stupore. Con passo veloce andiamo verso la toilette, dentro non c’è nessuno. Entriamo nell’ultimo wc della fila, sbatto Jacopo contro la parete divisoria e gli infilo la lingua in bocca. Giro la testa, le sue mani mi prendono dietro alla nuca, intanto gli slaccio i pantaloni. Mi muovo freneticamente, non vedo l’ora di prendere in bocca il suo grosso uccello. Quando spingo in basso anche le mutande mi piego sulle ginocchia, trovo il membro gonfio ma non duro, proprio come la prima volta. Lo prendo e lo tengo dentro, con il piercing striscio lungo il filetto, ha un sapore salato. In breve si irrigidisce e mi riempie la bocca, inizio a muovermi avanti e indietro. Alzo gli occhi, Jacopo gode silenziosamente guardando verso il basso, le sue labbra sorridono. Mi piego ulteriormente, bacio e lecco le sue palle dure per il piacere, torno su e spingo dentro l’uccello fino in gola. Chiudo gli occhi che lacrimano per lo sforzo, la mano di Jacopo piomba sulla mia testa. Mi detta un movimento veloce, quando prendo il giusto ritmo lascia la presa sui miei capelli. La saliva cade copiosa sulle piastrelle, allungo le mani sul suo petto. Un piccolo schizzo mi fa capire che in breve dovrò aprire la gola, il sapore è acidulo ma piacevole. Con un filo di voce mi dice che sta per venire, prendo fino all’ultima goccia. Apro gli occhi e guardo quel bell’uccello, lo lecco per finire di pulirlo. Mi alzo, Jacopo mi aspetta.
-Grazie.
Allarga le braccia e mi prende, alzo il mento e lo bacio, con la lingua cerca il suo sapore sulle mie pareti. Mi sciacquo la bocca e mangio una cicca, non voglio dare nulla di Jacopo a nessuno.
Usciti dal bagno ci salutiamo, è tempo di raggiungere la mia compagna.
-Restiamo in contatto Michele, ti devo un orgasmo.
-Con te sono disposto a rimanere eternamente in credito.
Com’è raggiante quando ride.
-No sul serio, voglio una notte con te, dormire insieme e fare colazione a letto.
-Wow, non posso che dirti di sì, sono lusingato.
-Pensi di riuscire a liberarti?
-Tra una settimana ho un corso a Sassuolo, rimango fuori due notti, mercoledì e giovedì.
Jacopo si mette a pensare, io ho ancora l’erezione da quando ho deciso di fargli un pompino.
-Mercoledì sono a Torino, finisco verso le 18. Avevo deciso di dormire lì per tornare a Rimini giovedì mattina, con calma. A questo punto potrei partire subito e raggiungerti a Sassuolo.
-Magari…
-Scrivimi il nome dell’albergo in cui dormi, prenoto una camera anche io così non sarà un problema muoversi nei corridoi. Adesso devo andare, ci sentiamo.
Gli mando un bacio con le labbra, mentre si allontana tiro fuori il telefono e gli mando il link della struttura, mi risponde con l’emoticon che strizza l’occhio. Raggiungo le casse, Anna ancora non si vede. Le scrivo che sono seduto vicino all’uscita, mi accomodo e con la mente volo nella pianura emiliana.
Le luci al neon rendono l’ambiente sterile, la presentazione dei nuovi prodotti Mapei è lunga e noiosa. Ho scritto a Jacopo, ma ancora non ha visualizzato il messaggio. Guardo fuori dalla finestra, il cielo è grigio e fermo. Se non fosse per la nottata che mi aspetta avrei il morale a terra, l’attesa quasi diventa snervante. Proprio al culmine della noia il telefono vibra, lo tengo sotto al banco e apro WhatsApp.
[A chi lo dici, anche qua è una noia mortale. Normalmente non reagisco così, ma oggi vorrei proprio essere da un’altra parte. Ti giuro che alle 18 volo via da qua, se non trovo traffico intorno alle 21 sono da te. Visto che mi sono nascosto in bagno per scriverti, ne approfitto per mandarti questa. È barzotto da questa mattina, preparati. Un bacio. (foto del suo bellissimo uccello in primo piano)]
Sento il cazzo indurirsi nei pantaloni, seduto su quella scomoda sedia mi fa un male cane. Mi alzo e vado in bagno, mi siedo sul wc e mi masturbo guardando la foto di Jacopo. Vengo subito, pulisco e torno al mio posto, nemmeno il mio compagno di banco sembra aver notato la mia assenza. Prendo nuovamente il cellulare e rispondo raccontando quanto ho appena fatto, Jacopo mi manda un emoticon con la lingua fuori.
Alle 17 la prima giornata di presentazione finisce, siamo liberi di andare dove vogliamo. Non ho stretto amicizia con nessuno, la mia attenzione è sempre stata da un’altra parte. Mi allontano in solitaria verso la macchina, voglio solo andare in albergo e aspettare Jacopo.
[Ciao Michi, sono in ritardo di un’ora, mi dispiace. Per farmi perdonare ti porto una sorpresa, se tutto va bene sarò da te alle 22. Ti aggiorno durante il viaggio, un bacio.]
[(emoticon con la lacrimuccia) Uffa! Che sorpresa, che sorpresa?]
[Non essere frettoloso, gioca con l’immaginazione.]
Quando arrivo in albergo salgo in camera e mi spoglio, ho voglia di una doccia. Rimango fermo sotto al getto caldo, penso a Jacopo e a cosa mi porterà. Spero tanto che non si tratti di un’altra persona, lo voglio solo per me.
Durante la cena mi arriva un messaggio, tutto procede secondo i piani e l’arrivo è confermato intorno alle 22. Prima di salire vado al bar e prendo una bottiglia di vino con due bicchieri, quindi chiamo l’ascensore e salgo al quinto piano.
[Sono a Reggio, mezz’ora e arrivo.]
Mi guardo intorno, la camera è decisamente in ordine. Ho passato un’ora a sistemare per bene tutto, mi sono anche fatto mandare su qualche candela per creare la giusta atmosfera. Le ho spostate mille volte, se qualcuno mi ha visto da fuori avrà pensato che sono scemo. Accendo la tv sul canale di Radio Freccia, mi piace la loro selezione musicale della sera. Mentre le note di Starway to Heaven riempiono la stanza, chiudo le tende e mi spoglio. Tolgo anche le mutande, con l’uccello barzotto indosso la vestaglia rossa di seta che ho portato da casa. Apro il vino per farlo respirare, lo verso nei calici e li porto sul comodino. Tiro il copriletto verso i piedi del materasso, le lenzuola profumano di lavanda. Spengo la luce e mi sdraio, prendo il telefono e faccio un paio di foto alla camera. Il grigio chiaro delle pareti si sposa alla perfezione con la luce delle candele, resisto alla tentazione di inviare la foto a Jacopo, voglio godermi la sua reazione.
[Ho appena fatto il check in, mi manca solo il numero della tua camera.]
[504, quinto piano. Lascio la porta socchiusa, entra pure senza bussare.]
Mi alzo e apro la porta, torno sul letto e mi metto accucciatto sulle ginocchia.
Jacopo entra, lo sento camminare lungo il piccolo ingresso.
-Che luce meravigliosa!
Sento la sua voce prima di vederlo in volto, quando sbuca dalla parete è bello come il sole. Guarda la stanza con stupore e curiosità, gli occhi mostrano un leggero segno di stanchezza. Per la prima volta lo vedo in giacca e cravatta, il suo corpo appare elegante e sensuale costretto dentro a quei vestiti. Rimango fermo con le mani appoggiate sulle gambe, Jacopo mi porge un sacchetto. Batto le mani come una foca eccitata, mi alzo e gli butto le braccia intorno al collo. Lascia la presa sul trolley che cade a terra, butta la sorpresa sul letto e mi afferra intorno ai fianchi. Ci guardiamo intensamente, sento l’odore del viaggio salire dalla camicia. Piego la testa e chiudo gli occhi, l’impatto con le sue labbra è celestiale, atteso da tutto il giorno. Mi spalmo contro il suo corpo massiccio, le sue mani scivolano sulle mie natiche. Mi palpa attraverso la seta, giro la lingua alla continua ricerca della sua.
Dolcemente mi stacco da lui, le sue labbra non vogliono lasciarmi andare.
-Li c’è la mia sorpresa?
Jacopo mi molla una pacca sul culo, mi guarda sorridendo e con gli occhi indica il sacchetto. Raccoglie il trolley da terra e lo porta verso la scrivania, balzo sul letto e apro la sorpresa. Dentro c’è un libro, Sulla Strada di Kerouac. Non l’ho mai letto, ma ne ho sentito abbondantemente parlare. Normalmente sarei davvero felice di un regalo simile, ma le mie aspettative erano diverse. Guardo Jacopo davanti alla scrivania, mi da le spalle. Ha poggiato il trolley sul piano di legno e sta tirando fuori alcune cose, lo sento sghignazzare.
-Ti piace il regalo?
-Si… mi aspettavo qualcosa di diverso ma è una bella sorpresa. Cos’hai da ridere?
-Rido perché quello è il regalo, non la sorpresa.
Rimango senza parole, lentamente si gira verso il letto.
-Questa è la sorpresa.
In mano ha un plug anale con coda di cavallo, lunga e nera. Spalanco gli occhi e il sorriso, Jacopo mi porge il gioco e mi stampa un bacio sulla fronte, quindi torna alla scrivania. Tocco e osservo il plug, non è particolarmente grosso, ideale come preliminare.
-Mi faccio una doccia, ci metto cinque minuti.
Gli vado incontro e inizio a spogliarlo, allarga le braccia e mi lascia fare. Sfilo la giacca senza smettere di fissarlo negli occhi, lui non dice nulla e sorride teneramente. Quando tolgo la camicia la mia attenzione passa ai pettorali, lisci e tonici. Bacio i capezzoli, hanno un sapore salato e un odore pungente. Mi piego sulle ginocchia e slaccio la cintura, guardo verso l’alto bagnandomi le labbra con la lingua, Jacopo tiene le mani dietro alla testa e mi fissa compiaciuto. Sbottono i pantaloni e apro la zip, con un solo gesto tiro giù anche le mutande. Il grosso uccello balza sull’attenti, è duro e incappucciato. Con la mano lo scappello, apro la bocca e lo accolgo dolcemente. Lo bacio e lo lecco, mi piego ulteriormente e succhio entrambi i testicoli. La mano di Jacopo mi afferra per i capelli e mi invita a tirarmi su, mi alzo e lo bacio.
-Scusa, mi sono dimenticato di toglierti i calzini.
La porta del bagno è aperta, sento l’acqua scorrere sotto la doccia. Seduto sul letto prendo nuovamente in mano il plug, lo bagno abbondantemente e mi piego a pecora. Alzo la vestaglia e me lo infilo nel buco, rilasso i muscoli e lo lascio entrare. Inizialmente prova una sensazione di pienezza, pian piano mi abituo alla sua presenza. Mi spoglio e vado verso la porta, mi guardo nello specchio a figura intera. Mi sento dannatamente sexy con la coda nera, faccio un paio di pose e mi rimetto la vestaglia. Torno sul letto e mi metto sul fianco, ogni movimento del bacino mi provoca piacere. L’acqua smette di scendere, alla tv parte Stand by me degli Oasis.
Jacopo sbuca dal bagno e si ferma, nudo, di fianco al letto. Lo guardo sentendomi fortunato, fossimo nell’antica Grecia qualcuno omaggerebbe quel corpo con una statua. Mi alzo e prendo i calici, vado verso di lui e gliene porgo uno. Brindiamo e beviamo, sono così concentrato su di lui che non sento il sapore del vino. Gli prendo la mano e la conduco verso il mio culo, quando sente la coda sorride soddisfatto.
-Fatti vedere.
Mi allontano e appoggio il calice sulla scrivania, slaccio la vestaglia e la lascio cadere a terra. Mi giro di profilo, tengo le mani poggiate sui fianchi.
-Che ne dici, ti piaccio?
-Non sai quanto… e a te piace?
-Oh sì!
Dico sculettando.
Jacopo mette il bicchiere sul comodino e mi viene incontro, mi abbraccia e mi guarda negli occhi.
-Sei bello da impazzire.
Gli sorrido e gli dico di baciarmi, mi stringe a lui e mi travolge con la sua passione. Quando sono con lui sento sempre il desiderio di essere completamente suo, sento la necessità di soddisfarlo per soddisfarmi. I nostri uccelli, duri, sono premuti uno contro l’altro, le mani di Jacopo giocano con la mia coda. Dopo non so quanto tempo mi stacco e lo fisso, capisce la mia voglia e si siede sul letto.
Gattono verso di lui, mi attende con le gambe aperte. Senza esitare mi butto sul suo uccello, il balzo muove piacevolmente il plug. Lo lecco dal basso verso l’alto, mi fermo sulla cappella e gioco con il filetto. Gli faccio sentire il mio piercing, con la mano intanto gli massaggio le palle. Mi piego e gli alzo leggermente le gambe, dopo una veloce ciucciata ai testicoli infilo la lingua nel suo buco.
Adoro la sua pulizia.
Entro ed esco, intanto con la mano masturbo il membro mai dormiente. Alzo lo sguardo, Jacopo gode con gli occhi chiusi verso il soffitto. Gli lascio cadere le gambe e mi dedico seriamente al pompino, preparo la lingua e prendo il suo bell’uccello fino in gola. Lo sforzo mi fa lacrimare, aumento la salivazione e contengo i conati che di tanto in tanto fanno capolino.
Jacopo mi allunga una mano sul viso, rallento il movimento e apro gli occhi. Con una carezza mi invita ad andare da lui, gli bacio la cappella e striscio sul suo petto. Allunga le braccia e mi prende per le natiche, il suo aiuto è doppiamente piacevole. Lo bacio e mi lascio modellare, ho le braccia costrette tra il mio torace e il suo. Dopo un po’ Jacopo mi invita a girarmi, mi posiziono sul fianco e mi metto a 69. Sono il primo a prenderlo in bocca, lui prima mi bacia sulla pancia e nell’interno coscia. Quando le sue labbra mi avvolgono l’uccello ho un sussulto, mi fermo e per qualche secondo mi godo le sue attenzioni. Torno quindi con la testa tra le sue gambe, felice e scodinzolante.
Jacopo si alza sulle ginocchia, faccio lo stesso e mi metto davanti a lui. Mentre ci baciamo lascia scivolare le sue mani lungo la mia schiena, d’improvviso mi afferra la coda e dolcemente estrae il plug. Sento un flop, apro gli occhi e soffoco un gemito nella sua bocca. Si allontana dalle mie labbra e mi bacia in fronte, cammina verso il trolley e prende un preservativo. In piedi, di fronte a me, lo infila fissandomi negli occhi. Mi alzo sul materasso, gli metto le braccia intorno al collo e salto, prontamente mi afferra per i glutei e mi sostiene. Dopo un primo sbandamento è stabile sulle forti gambe, gli prendo l’uccello con una mano e lo guido verso il mio buco. Appena sento la cappella dentro tolgo la mano, lentamente scivolo per farlo entrare. Visto l’antipasto non trova ostacoli, inizialmente provo comunque un po’ di dolore. Jacopo vede la mia smorfia e mi chiede se va tutto bene, gli dico di sì ma di fare piano. In breve c’è posto solo per il piacere, la mia espressione lo mostra chiaramente. La presa si fa salda, piega leggermente le gambe e inizia a muovermi su e giù. Guardo i suoi muscoli tirati, uno spettacolo della natura. Lo bacio mentre il suo uccello mi apre sempre più velocemente, mi sento piccolo tra le sue braccia.
Quando lo sento in leggero affanno gli dico di buttarmi sul letto, lui ride ed esegue. Sentirlo uscire da me è spiacevole, se non sapessi che tra un istante me ne darà ancora sarei triste. Mi metto a pecora, Jacopo sistema il condom e si piazza dietro di me. Inarco il culo verso l’alto, stringo il lenzuolo mentre la sua cappella mi riempie nuovamente di felicità.
-Adesso dammi tutto quello che hai.
Senza farselo ripetere mi prende saldamente sui fianchi, quindi affonda un colpo che mi lascia senza fiato. Piego la testa sui cuscini e rilasso i muscoli, Jacopo inizia a scoparmi come un toro.
Ogni volta che mi schiaffeggia gli urlo che mi piace, dopo il terzo colpo non sento più nulla che non sia piacere. Mi prende per i capelli e mi tira indietro la testa, sento i primi crampi arrivare.
Le ginocchia iniziano a cedere, stendo le gambe e mi spalmo sul materasso. Jacopo mi segue senza uscire dal mio buco, mi bacia sul collo mentre con le mani cerca di non pesare troppo sulla mia schiena. Mi giro e cerco le sue labbra, mi viene incontro e intanto riprende a muoversi dentro di me. Mi guarda e sorride, si alza sulle braccia e riprende a pompare con sicurezza. Ho la schiena pervasa dai brividi, sento come delle scosse elettriche che aumentano il piacere. Jacopo nel frattempo ci ha preso gusto, sembra non sentire la fatica, il suo ritmo è fluido e costante. In pratica mi sta martellando. Il mio uccello striscia contro il tessuto, sento che sto per venire.
Mi alzo sulle ginocchia e spingo via Jacopo, sorpreso mi guarda mentre mi sistemo a pancia in su. Alzo le gambe verso il soffitto, lui si avvicina e mi penetra nuovamente. Con le braccia mi sostiene, riprendono quei piacevoli colpi del suo bacino. Lo guardo in estasi, anche lui mi fissa con il sorriso stampato. Dopo qualche minuto non resisto più, mi prendo il cazzo in mano e lascio partire cinque o sei schizzi sul mio petto. Apro le gambe e spingo lontano Jacopo, mi piego in ginocchio e gli sfilo il preservativo. Subito glielo prendo in bocca, con il dito vado a cercare il buco. Sbrodolo saliva sul materasso, mi prende per i capelli e mi dice che sta venendo. Una calda onda mi travolge, spalanco la gola e non lascio cadere nemmeno una goccia. Jacopo crolla sulle ginocchia, allunga le gambe e rimane seduto. Finisco di pulire il suo uccello con la lingua e intanto guardo in alto, mi fissa sfinito. Mi alzo e lo bacio, poi scivolo verso la testata e lo invito a seguirmi. Tiriamo su la coperta, Jacopo allarga il braccio. Mi faccio piccolo contro di lui, con la mano gli carezzo i pettorali. Gli dico che è stato fantastico, lui ricambia con un altro bacio sulla fronte. Sta diventando una piacevole abitudine.
-Vorrei che domani non dovessi tornare a casa, vorrei un’altra notte così…
-Questa è l’altra sorpresa, domani non torno a Rimini, devo solo fare un salto a Bologna, per le 17 sarò di ritorno. Mi sono già inventato una scusa con la mia compagna, le ho detto che devo rimanere a Torino.
Lo guardo come un bimbo felice, poggio la testa e chiudo gli occhi.
Con il piede sento il plug in fondo al letto, lo spingo a terra fuori dalle lenzuola.
Apro gli occhi, siamo ancora abbracciati. Sposto il suo braccio per alzarmi, bofonchia qualcosa e si gira sul fianco. Mi infilo la vestaglia e prendo il menù della colazione, chiamo la hall e chiedo il servizio in camera. Mi dicono che ci vorranno dieci minuti, ne approfitto per lavarmi denti e faccia.
Quando sento bussare sveglio Jacopo.
-Un attimo, arrivo subito!
Gli dico di nascondersi, non voglio avere problemi con l’albergo. Si alza ancora tutto assonnato e va in bagno, chiude la porta lasciando una fessura. Vado verso l’ingresso e apro, un giovane cameriere attende con il carrello. È alto come me ma molto più magro, ha i capelli biondi e un viso spigoloso. Lo invito a entrare e chiudo la porta, chiedo scusa per il disordine.
-Ma si figuri, non c’è problema. Dove posso lasciare il carrello?
Gli indico lo spazio davanti alla scrivania, vedo che lancia un’occhiata verso il bagno.
-Colazione abbondante per una persona.
-Beh sai, è il pasto più importante della giornata… aspetta che ti prendo una mancia.
Mi giro e vado verso la giacca, quando faccio per tornare dal cameriere me lo trovo davanti. Sono imbarazzato e sorpreso, lui mi fissa con una certa sfrontatezza. Allunga la mano sotto alla vestaglia, sento il cazzo che velocemente cresce nel suo palmo. Sono immobilizzato per lo stupore e il piacere, il ragazzo si piega sulle ginocchia e me lo prende in bocca. Inizio a godere, Jacopo arriva dal bagno.
-Ah però, carino come servizio in camera.
Lo guardo e rido, il ragazzo si alza e si presenta.
-Io sono Samuele, piacere.
-Michele, il piacere è tutto mio, davvero.
-Jacopo, piacere.
Gli chiedo come mai sia stato così ardito, mi dice che appena entrato ha notato il plug sul pavimento.
-Quando poi ho parcheggiato il carrello ho visto Jacopo nudo nello specchio del bagno, attraverso una fessura rimasta aperta. Mi sono buttato e, a quanto pare, ho fatto bene.
Guardo Jacopo, lascio che sia lui a decidere se ha fatto bene o male.
-Direi di sì, a che ora stacchi?
-Alle 18 sono libero, ci facciamo un aperitivo?
Ci lascia il suo numero e saluta, prima di uscire si dirige verso Jacopo e gli prende in mano l’uccello.
-Io sono solo passivo, spero che vi piaccia.
Seduto ancora una volta tra i banchi della Mapei, sento senza ascoltare le parole dell’insegnante di turno. La notte appena trascorsa è stata sublime, il pensiero di averne un’altra a disposizione mi scalda l’anima. La sorpresa mattutina poi è davvero incredibile, come se l’universo avesse deciso di darmi un premio. Samuele è spigliato e carino, la sua esuberanza mi eccita. Sembra decisamente avere fame di cazzo, guardo fuori dalla finestra e mi viene duro pensando alla serata che ci aspetta.
[Ciao Michi, mi sono appena sentito con Samuele, ci viene a prendere in albergo alle 19. Io tornerò verso le 17, doccia insieme? (emoticon con la lingua fuori)]
Torno in albergo e mi precipito in camera, Jacopo mi ha scritto che tra 20 minuti sarà qua. La stanza è in perfetto ordine, sul letto rifatto vedo un biglietto.
{Ciao ragazzi, vi ho lasciato un regalino nel frigobar, ci vediamo questa sera, Samuele.}
Decido di aspettare Jacopo per aprire e vedere cosa ci ha lasciato, metto il biglietto sulla scrivania e vado in bagno. Mi spoglio e mi lavo nelle parti intime, torno in camera e indosso la vestaglia di seta. Ho giusto il tempo di mettere i vestiti sulla sedia che sento bussare, vado ad aprire con il sorriso sulle labbra.
-Bentornato.
-Grazie Michi.
Appena Jacopo entra chiudo e mi getto tra le sue braccia, mi accoglie e mi stringe a se. Alzo il mento e lo bacio, lascio entrare la sua lingua e la circondo con la mia.
-Allora com’è andata la giornata?
-Bene dai, però il tempo non passava mai. Tu invece al corso?
-Bene. Non ho idea di cosa abbiano detto perché ho pensato tutto il tempo a ieri sera, quindi non mi sono nemmeno annoiato.
Jacopo ride, gli mostro il biglietto di Samuele.
-Che dolce, cosa ci ha lasciato?
-Non lo so, ho voluto aspettare te per guardare.
Mi carezza sul viso e mi bacia in fronte, poi si piega e apre il frigobar. Dentro c’è una bottiglia di Ruinart.
-Ah però, hai capito il ragazzino!
Guardo Jacopo perplesso, lui sorride e mi spiega.
-Ruinart è una delle più antiche e pregiate Maison de Champagne, una vera chicca per un amante delle bollicine come me.
Mi avvicino e gli metto una mano sul pacco, si è eccitato davvero.
-Immagino che Samuele ti abbia definitivamente conquistato.
-Sono molto curioso di scoprirlo, tu no?
-Oh sì, almeno quanto te. Doccia?
Senza rispondermi mi avvolge con le braccia e mi afferra le natiche, le stringe e le palpa. Mi sottraggo alla sua presa e lo fisso, lui ride e mi salta addosso. Con un riflesso felino riesco a spostarmi, Jacopo cade in ginocchio sul letto. Gli mollo uno schiaffo sul culo e corro verso il bagno, apro la vestaglia e la lascio cadere a terra, mi fiondo dentro il box doccia e chiudo la porta. Dopo qualche istante di silenzio lo sento ridere rumorosamente, mi dice che sono tutto matto e si spoglia. Apro l’acqua e mi ci metto sotto, chiudo gli occhi e alzo la temperatura.
La porta del box si apre, mi scosto per lasciare entrare Jacopo. Ci teniamo stretti sotto il getto caldo, poggio la testa sul suo torace. Quando sento crescere il suo uccello non resisto, scivolo verso il basso e mi piego sulle ginocchia. Con la mano lo tiro su e lo prendo in bocca, velocemente si irrigidisce sopra la mia lingua. Succhio senza mai aprire gli occhi, l’acqua che cade dall’alto me lo impedisce. Dopo poco tempo sento un piccolo schizzo uscire dalla fessura, velocizzo il movimento e mi preparo all’impatto. La mano di Jacopo cala sulla mia nuca, mi stringe i capelli e mi dice che sta per venire. Arrivano almeno cinque potenti schizzi, non riesco a mandare giù tutto, una buona metà cade sul piatto di ceramica.
Il locale in cui ci ha portato Samuele è molto carino e affollato, quasi non si riesce a parlare dal baccano che c’è. Guardo il ragazzo mentre chiacchera con Jacopo, gli tiene una mano sulla gamba e la struscia avanti e indietro. Finisco il secondo spritz e guardo l’ora, mi sale una voglia incredibile di tornare in albergo.
-Cosa ne dite se andiamo?
Jacopo mi guarda e dice di sì, Samuele sorride e gli tocca il pacco, quindi allunga l’altra mano verso di me e mi sfiora le dita. Sento un sussulto nelle mutande, una vampata di calore mi sale fino in testa. Mi alzo in piedi e metto la giacca, con il portafoglio in mano vado verso la cassa.
Samuele ci lascia vicino all’ingresso e parcheggia sul retro, ci ha detto di salire e aspettarlo in camera, lui passerà dalle cucine per non farsi vedere. Nella hall c’è solo il portiere notturno, un vecchietto estremamente gentile e simpatico. Chiediamo le nostre chiavi ed entriamo nell’ascensore, appena le porte si chiudono mi attacco alle labbra di Jacopo. Sono morbide e sanno di vino, a giudicare da come mi accoglie capisco che anche lui non vedeva l’ora.
Apro la porta della camera, in breve mi spoglio e indosso la vestaglia. Jacopo invece toglie la bottiglia di champagne dal frigo e l’appoggia sulla scrivania, si infila in bagno e chiude la porta. Sistemo nuovamente le candele e le accendo, appena alzo il copriletto Samuele bussa.
-Stai proprio da Dio con questa vestaglia Michele, mi viene sempre voglia di mettere la mano sotto al tessuto.
-Grazie, sai che puoi farlo ogni volta che vuoi vero?
-Con le mani fredde che ho adesso non ti conviene!
Scoppiamo a ridere, gli prendo la giacca e lo faccio accomodare, in mano ha un secchiello con del ghiaccio. Dopo aver espresso stupore e piacere per l’ambiente creato, chiede se abbiamo apprezzato il regalo. Gli dico che Jacopo ne è entusiasta, lui prende con delicatezza la bottiglia e la metto nel secchiello. Dalla tasca tira fuori uno straccio bianco, lo apre e lo appoggia sullo schienale della sedia. Seduto sul letto lo guardo con grande curiosità, sembra stia preparando un rito. Jacopo esce dal bagno, indossa solo un paio di slip bianchi. I capelli sono bagnati e tirati indietro, è bello da impazzire. Samuele non perde tempo, cammina verso di lui e lo bacia. È piccolino rispetto a Jacopo, nelle sue braccia lo sembra ancora di più. Mi sdraio e continuo a guardare, tiro fuori l’uccello dalla vestaglia e lo massaggio. Samuele dice che ha bisogno di darsi una lavata, si chiude in bagno mentre Jacopo gattona sul letto verso di me. Mi bacia sul collo e sul petto, ciuccia e morde i miei piccoli capezzoli duri. Chiudo gli occhi e con le mani gli tocco ogni centimetro di schiena, quando si piega per prendermelo in bocca sento tutti i muscoli tirarsi. Apro le gambe a alzo i piedi verso il soffitto, Jacopo si bagna l’indice me lo infila nel culo, quindi riprende a succhiarmelo. Allunga una mano verso il suo uccello, è duro e punta verso il lenzuolo.
Samuele esce nudo dal bagno e ci guarda divertito.
-Iniziate senza di me?
Apro gli occhi e lo guardo, mi sento un’espressione beata in volto.
-Sai, nell’attesa…
È magro davvero il ragazzo, però ha un bel membro, lungo nella media ma bello tozzo. Il culo è piccolo e ossuto, non c’è l’ombra di un pelo su tutto il corpo.
Jacopo mi toglie il dito dal buco e si alza in piedi, raggiunge il cameriere e lo accarezza sul volto, lui lo guarda in brodo di giuggiole. Gli dice che è molto bello, poi lo abbraccia e lo bacia. Sono estasiato da quello che vedo, la dolcezza di Jacopo è quanto di più eccitante possa esprimere.
-Posso avere l’onore di aprire la bottiglia, Samuele?
Seduto sul letto, nudo, insieme al cameriere, osservo in religioso silenzio Jacopo. Prende lo straccio dalla sedia e con cura asciuga la bottiglia, quindi come un vero sommelier ci mostra l’etichetta. Samuele allunga una mano verso il mio uccello e inizia a segarmi con estrema lentezza, mi giro verso di lui e lo guardo, non distoglie l’attenzione da Jacopo nemmeno per un istante. Mi passo la lingua sulle labbra e mi giro verso la scrivania, la gabbietta di metallo è già stata tolta. Jacopo tiene il pollice sopra il tappo, quindi lo gira leggermente, come se facesse una prova. Tenendo fermo il tappo inizia a ruotare la bottiglia, il movimento è lento ma costante. Sento un flop, lo champagne è aperto senza rumore. Non esce nemmeno una goccia, lo sguardo di Jacopo è soddisfatto. Con la coda dell’occhio colgo anche un movimento sotto le mutande, si è eccitato sul serio. Versa un goccio in ogni bicchiere, quando la spuma cala ne versa un altro. Li annusa prima di passarceli, ringrazia Samuele e brindiamo alla nostra, il primo sorso mi arriva subito alla testa.
Jacopo sistema la sedia ai piedi del letto, si toglie le mutande e si accomoda.
Samuele gattona verso di me, appoggio la schiena alla testata del letto e allungo le gambe. Mi prende il viso tra le mani e mi bacia, ha una lingua grossa e veloce. Scende con le labbra lungo il collo, in men che non si dica è accovacciato in mezzo alle mie cosce. Mi guarda sorridendo prima di piegare la testa, la sua bocca è calda e bagnata. Se lo infila fino in gola, quasi a mostrarmi tutta la sua profondità, quindi inizia a giocare con la lingua intorno alla cappella. Guardo Jacopo, ci fissa compiaciuto menandosi l’uccello. Samuele aumenta ritmo e salivazione, chiudo gli occhi e godo rumorosamente.
D’improvviso sento una carezza sul volto, apro gli occhi e trovo il cazzo di Jacopo a pochi centimetri dalle mie labbra. Guardo verso l’alto mentre mi avvicino per baciare la punta scappellata, spalanco la bocca e lo prendo tutto. Lo lascio scivolare lentamente avanti e indietro sopra la lingua, chiudo gli occhi per lo sforzo. Intanto sento Samuele alzarmi le gambe, in breve la sua lingua entra ed esce dal mio buco. Jacopo mi prende per i capelli e mi tiene salda la testa, inizia a scoparmi la bocca senza troppa violenza. Lo lascio fare, nel frattempo il cameriere si alza e prende i preservativi e il lubrificante. Torna sul letto e viene a rubarmi il cazzo dalla bocca, mi passa il condom e si mette a pecora con il culo in alto.
Jacopo rimane in piedi di fianco al letto, mi infilo il preservativo e vado da lui. Lo abbraccio da dietro, accarezzo i suoi possenti pettorali prima di scendere con le labbra lungo la schiena. Passo la lingua lungo il taglio delle natiche e allargo il buco del culo con le dita, mi ci fiondo dentro mentre Jacopo si piega leggermente in avanti. Continui fino a quando i mugolii di Samuele mi chiamano, bacio quel bel culetto sodo e torno sul letto. Fisso Jacopo mentre guido la cappella dentro al buco del ragazzo, attraverso gli occhi gli trasmetto la gioia di sentirmi suo complice. Entro liscio, senza resistenza. Prendo saldamente il cameriere sui fianchi e inizio a muovermi dolcemente, mi spingo a fondo e torno indietro. Inarca la schiena verso il materasso, quando allarga le gambe velocizzo i colpi. Sbatto sempre più violentemente contro le sue natiche ossute, lascia l’uccello di Jacopo e si gira verso la testata del letto. Seguo il suo movimento senza uscire da lui, quando si ferma riprendo a scoparlo energicamente. Si contorce e lancia piccoli strilli, mi sento potente e padrone di quel corpo. Lo schiaffeggio e mi piego su di lui, nel farlo lo penetro fino in gola. Mi fermo vicino al suo orecchio e lo morde, gli chiedo se gli piace e mi dice di sì. Torno su con la schiena e gli afferro il membro, lo masturbo al ritmo della scopata.
Dopo qualche minuto sento un leggero affanno, mi fermo e mi giro verso la scrivania. Jacopo appoggia il bicchiere e si alza dalla sedia. Esco da Samuele e mi siedo in fondo al letto, Jacopo si infila un preservativo e gattona verso di lui. Lo gira a pancia in su, il ragazzo si lascia maneggiare come pongo. Gli tira in alto le gambe e gli sbatte dentro l’uccello, Samuele ha un sussulto e con le braccia protese in avanti stringe i pugni. Mi metto sulla sedia e tolgo il condom, mi prendo il cazzo in mano e guardo eccitato la scena. La schiena di Jacopo, tirata per lo sforzo, è l’ottava meraviglia del mondo. Il movimento del suo culo, veloce e costante, è ipnotico e piacevole. Samuele soffoca le urla nel cuscino, i colpi di Jacopo non gli lasciano un attimo di tregua. Non resisto lontano dal letto, mi alzo e vado a mettermi in ginocchio sui cuscini, proprio di fianco al cameriere. Appena mi vede si fionda sul mio uccello, lo ingoia come se non vedesse l’ora di succhiare qualcosa. Jacopo attira la mia attenzione, apre le gambe del ragazzo e mi invita ad un 69. Non mi faccio pregare e mi piego sul basso ventre di Samuele, con la mano tengo fermo il cazzo che balla per i colpi di Jacopo. Lo prendo in bocca e cerco di coordinare i movimenti con lui, in breve troviamo la sincronia. Chiudi gli occhi, la circonferenza del cameriere mi coglie di sorpresa. Mi rendo conto che ancora non lo avevo visto del tutto duro, qualche piccola goccia di seme fa capolino dalla fessura. Mi alzo e sfilo l’uccello dalla bocca del ragazzo, prendo un altro preservativo e lo metto. Mi sdraio di fianco a Samuele e dico a Jacopo di uscire, lui esegue e aspetta per vedere cosa ho in mente. Chiedo al cameriere di cavalcarmi, come se non sentisse stanchezza balza sul mio ventre. Guida il mio cazzo dentro il suo buco, lo prendo per le spalle e lo tiro sopra di me. Quando Jacopo vede il culo del cameriere alzarsi capisce, si complimenta per l’idea e si posiziona dietro di lui. Guardo Samuele negli occhi mentre il secondo uccello lo riempie, mi sorride prima di baciarmi. Cerco il giusto ritmo con il bacino, ma alla fine è Jacopo che si muove per tutti e tre. Rilasso i muscoli e continuo a baciare il ragazzo, con una mano lo masturbo.
Samuele apre gli occhi e dice che sta per venire, alza leggermente la schiena e lascia partire una pioggia bianca e calda sul mio petto. Jacopo esce da lui, il ragazzo scivola al mio fianco e mi fissa felice. Mi passo le dita sulle pozzanghere di sperma, mentre assaggio il sapore amaro del cameriere Jacopo mi alza le gambe. Senza indugiare mi penetra e da subito mi sbatte con foga, con gioia torno a essere completamente suo. Samuele mi toglie il preservativo e mi prende l’uccello in bocca, sono così eccitato che non duro più di due minuti. Il ragazzo non spreca nemmeno una goccia del mio seme, mi sento al settimo cielo. Jacopo arretra lasciandomi un vuoto dentro, mi chiude in posizione fetale sul bordo del letto. Samuele non è contento, spoglia il membro di Jacopo dal preservativo e lo ciuccia sbrodolando saliva sul lenzuolo. Chiudo gli occhi, voglio riprendere fiato e godermi l’orgasmo, sento lo sperma colare dal mio petto.
Il cameriere spalanca nuovamente la gola, Jacopo svuota tutto il suo piacere. Samuele si sdraia al mio fianco, allargo il braccio e lo accolgo. Mi bacia, cerco nella sua bocca quel sapore che conosco, quel sapore che mi manda in estasi.