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Il termometro

Ricordo fin da piccolissimo soffrivo di stitichezza; la mia tata m’infilava il termometrico nel retto per farmi compiere i bisognini. una mattina ero solo in casa; poiché erano diversi giorni, che non riuscivo ad andare al bagno come le volte precedenti che mi era successo, mia madre mi disse che se entro oggi non ci vai ti porto dal dottore.
Con la paura di finire dal medico di famiglia mi tornò in mente quando la bella signora usava il termometro, quindi andai nello studio e presi un pennarello. recatomi nel bagno, mi denudai completamente e accovacciandomi provai a infilarmi il pennarello.
Pur accusando un po’ di dolore forse perché era asciutto, mi trovai nel culetto il pennarello, la sensazione fu straordinaria; il mio cazzetto che fino allora lo toccavo solo per fare pipi, mi diventò duro, senza volerlo iniziai a toccarlo e ancora con mia straordinaria meraviglia ebbi il mio primo orgasmo.
Iniziai a farmi mille domande, a scuola qualche amico aveva parlato di seghe e cose varie ma nessuno accennava al culetto; qualcuno diceva guarda quella me la inculerei ma nei pensieri non credevo a quello che avevo fatto.
In diverse occasioni restando spesso da solo in casa nel pomeriggio per via del lavoro dei miei genitori mi toccavo nello stesso modo; infilavo il pennarello e mi toccavo fino a godere.
Venne ad abitare al piano di sopra mio zio con tutta la famiglia, con mio cugino, di tre anni più grande di me e i pomeriggi li trascorrevano sempre insieme studiando e giocando.
Inverno: freddo, fuori piove si giocava in casa, mi propose un nuovo gioco, il dottore all’ammalato, lui era il dottore. eravamo a casa sua, la madre è dottoressa, prese un camice bianco e indossandolo mi disse – spogliati che devo visitarti – Io stavo al gioco, restai con solo slip e canottiera, lui poco dopo mi disse – togliti tutto devo visitarti il culetto – ignaro di tutto ciò lo lasciai fare e fattomi mettere in ginocchio sul letto mi prese le chiappe e le divaricò dicendomi – hai un bel buchetto bisogna vedere se non hai infezioni – (tutto questo lo aveva sentito dire dalla madre una sera mentre parlava con una signora). infilò un ditino e con mio stupore entrò solo dopo mi disse che se l’era unto con del gel, iniziò a fare avanti e indietro e non riuscii a nascondere la mia erezione, alla vista del mio cazzo duro, lui restò di sasso, poi aggiunse: – non mi dire che ti fa questa reazione – e senza rispondere annuii con la testa.
Girandomi e vergognandomi della cosa lui in un baleno si spogliò e notai che anche lui era eccitato, mi raccontò che in diverse occasioni si era toccato, aveva spiato i suoi genitori fare l’amore e in diverse volte aveva sentito dire al padre – dai girati che voglio provare il culetto. parlando ognuno di noi si teneva in mano il proprio cazzo duro, lui m’insegno come segarmi, le poche volte che mi ero toccato, premevo sul glande, fino a godere invece lui mi spiegò come bisogno fare, in un baleno imparai a farmi le seghe.
Poco dopo mi disse – aspettami torno subito – infatti, tornò tenendo in mano un giornale per signore, era una rivista di abiti femminili e non potevano mancare le foto di donne con intimo, lui mi confesso che molte volte anzi sempre quando gli veniva voglia prendeva il giornale e vedendo le donne in slip si eccitava e si masturbava.
Gli confessai come avevo avuto il mio primo orgasmo, rise un po’ ma poi volle sapere tutto, e dopo aver raccontato il tutto, mi propose dai divertiamoci e subito dopo alzò le mie gambe, lo aveva visto una sera fare dal babbo alla madre, tenendomi alzate le gambe m’infilò il dito nel culetto e subito dopo prese in mano il mio cazzo e lo segò. poco dopo senza dire nulla piegò la testa e me lo prese tutto in bocca, non riuscii a dire nulla ero troppo eccitato difatti raggiunsi subito l’orgasmo.
– Ora tocca a te farmi godere – non capivo cosa voleva che gli facessi e dritto davanti a me, disse – dai prendilo e inizia a segarlo come ho fatto io a te – e mentre facevo andare avanti e indietro la mano, me lo poggiò sulle labbra, capii che voleva e lo imboccai come aveva fatto prima lui a me. Sensazioni a non finire il mio cazzo mi tornò duro, lo vide e mentre leccavo, mi segò di nuovo; disse – ora vengo – e subito dopo mi fece una spruzzata di sperma in faccia, in quel momento lo mandai a quel paese e lui scusandomi disse sai non ho resistito, poi aggiunse, spesso ho provato e leccarla, lo visto fare sempre ai miei e subito dopo con un dito me lo passo sul viso raccogliendo delle gocce e se le portò alla bocca, e dopo mi propose di fare altrettanto, poiché ne avevo un po’ sulle labbra, tirai fuori la lingua e la raccolsi, aveva un sapore amarognolo ma buono; finimmo entrambi a ridere come matti.

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