Gang
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Prime esperienzeTradimenti

Mai fatto prima

Non avevo mai tradito il mio uomo nè sapevo quanto mi piacesse il sesso ma quella volta a Rimini, ferma a un semaforo rosso mi sono ritrovata a fissare la patta dei pantaloni di un vù cumprà.

Si capiva che era enorme e non riuscivo a distaccare lo sguardo. Lui se ne è accorto e ha fatto segno ai due suoi compagni e si sono messi a ridere di me ma io continuavo a fissare quella patta ipnotizzata.

Sono saliti in due sulla mia macchina senza chiedermi nulla e al verde io sono ripartita senza dire nulla con loro dentro. Dopo pochi convenevoli quello a cui avevo fissato la patta dei pantaloni, che si era messo avanti, si appoggia con le spalle al finestrino e aperte le gambe mi chiede se voglio vederlo.

Io per nulla imbarazzata, ma ormai eccitatissima, dopo uno sguardo per rassicurarmi che fosse veramente come mi era sembrato, gli ho risposto ” si grazie, mi piacerebbe molto ”

Lui l’ha tirato fuori. Era enorme veramente.

Prese la mia mano e la mise sul suo uccello. Nonostante non fosse ancora eccitato quasi non riuscivo a tenerlo in mano tanto era grosso. In mezzo al traffico di Rimini, alle sei di sera, hanno iniziato a baciarmi in bocca e io ribaciavo. Mi toccavano e mi spogliavano davanti a tutti gli automobilisti che ai semafori si fermavano accanto a noi, ma io ero orgogliosa di quello che stavo facendo e guardandoli negli occhi baciavo quei due neri con passione. Qualche volta ai semafori rossi mi chinavo pure a baciare quel sesso enorme che quasi non mi entrava in bocca e che spingevo dentro a fatica. Mi avevano tolto calze, slip e gonna e aperta la camicetta, ma ero praticamente nuda davanti a tutti.

Siamo arrivati in periferia e ci siamo appartati tra gli alberi. Dopo poco iniziammo a fare sesso in auto poi siamo usciti a farlo in terra nonostante fosse inverno e facesse freddo. L’ho avuto per la prima volta dietro ed è stato quello con il pene più grande. Ho strillato per il dolore ma l’altro me lo ha messo in bocca fino in gola. Spingeva tanto che non respiravo ma non volevo che uscisse.

Uno enorme dietro e uno in bocca. Era splendido. Poi uno avanti e uno dietro, in piedi, io ero sospesa in aria. Non toccavo a terra e più loro mi offendevano e più mi piaceva. Sarà durato un’ora, un’ora di vero piacere. Ho goduto talmente tanto che ogni tanto mi fermo a quel fatidico semaforo nella speranza di incontrare ancora quei due splendidi cazzoni neri.

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