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Tradimenti

Mia cognata

Un pomeriggio in cui mi trovavo a casa da solo non ebbi idea migliore che connettermi ad internet per masturbarmi di fronte a qualche foto di tettona, come piace a me.

Quindi mi spogliai nudo, e dopo essermi connesso a uno dei miei siti preferiti iniziai a stuzzicarmi il cazzo, solleticandolo con mano esperta mentre di fronte ai miei occhi si succedevano scene di sesso estremo e di gruppo. Purtroppo non avevo calcolato ogni evenienza, infatti mi ero dimenticato di aver lasciato la porta d’ingresso socchiusa. Fu quindi con somma sorpresa che ad un tratto, sollevando lo sguardo dallo schermo a causa di alcuni rumori provenienti dal soggiorno, mi trovai faccia a faccia con mia cognata, che, entrata in casa credendo di trovarvi mia moglie, aveva trovato una scena che la lasciava di stucco. Io sulle prime mi coprii il cazzo duro e grosso con un cuscino a portata di mano. “Ma Toni!” riuscì a esclamare la ragazza, dopo un attimo eterno di silenzio imbarazzato. “Cosa stai facendo!”
Era arrossita violentemente, e non sapeva come uscire da quella situazione.
In quel preciso istante capii che mi giocavo la reputazione in famiglia, e decisi di puntare il tutto per tutto.
“Sai Lia” dissi, mettendomi a sedere meglio sul divano, “ho un problema. Se non ne parlo con qualcuno divento pazzo. Tua sorella non vuole avere rapporti sessuali con una frequenza quotidiana. di conseguenza io, che mi eccito spesso pensando a lei, quando facciamo sesso vengo quasi subito, e di conseguenza lei gode poco. L’unica soluzione quindi è questa: mi faccio le seghe al computer, per durare di più”.
lia mi guardava stupefatta, ma dopo poco mi sentii molto sollevato vedendo che la sua espressione cambiava.
Allora decisi di proseguire: “Ti prego” dissi “siediti un poco, ascolta il mio punto di vista, magari mi puoi aiutare!”
Lei guardò me, l’uscita, il divano, infine si sedette in silenzio.
“Non so se e come la pensi in merito al sesso” iniziai io “ma a come la vedo è una pratica divertente che va coltivata il più possibile. Non capisco come si possa non fare sesso almeno una volta al giorno… non trovi?”
“Non so… che devo dire? Dio mio, che imbarazzo! Beh, credo che dipenda dalla coppia, non so se dovrei raccontarti queste cose, ma qualche anno fa, quando ancora non ti conosceva, tua moglie era una troietta che non scherzava! Sono tanti gli episodi che potrei raccontarti. Fammi pensare…” e nel dire questo si accomodò sul divano più comodamente ” beh, un’estate siamo andate assieme nella nostra casa di montagna. All’epoca eravamo tutte e due un po’ più abbondanti, era prima della dieta… insomma avevamo entrambe la quinta, e gli uomini ci guardavano senza molti complimenti. Insomma, ci siamo trovate due tedeschi sulla quarantina, molto distinti e danarosi, e abbiamo iniziato ad uscire con loro. Io non mi sono lasciata andare subito. La prima sera, eravamo d’accordo, ci siamo solo fatte limonare. La seconda io ho permesso al mio di toccarmi le tettone, e di leccarmi i capezzoli. La terza sera non ci dovevamo vedere, secondo gli accordi. Io sono uscita per una passeggiata,
e sono tornata sul tardi. E che ti trovo quando rientro in casa? Tua moglie distesa completamente nuda sulla tavola, intenta a succhiare il cazzo al mio tedesco, mentre l’altro, il suo, glielo sbatteva addirittura nel culetto! I due uomini dovevano essere alquanto ubriachi, perchè quando mi videro mi presero senza tanti complimenti e mi spogliarono. Poco dopo eravamo inginocchiate a terra, a succhiare i due cazzi, che tra l’altro erano davvero grossi, a turno. Sono venuti contemporaneamente, ma in quel momento è stata lei, non io, a prenderseli in bocca e a succhiare i litri di sperma che eiaculavano. Sono rimasta a bocca asciutta, e questo è solo un episodio… Un’altra volta io avevo un ragazzo, e una sera ho invitato tua moglie a venire con noi al cinema. Nella sala lei ha voluto mettere il ragazzo in mezzo, e io non ho avuto molto da ridire. Dopo circa un’ora il mio ragazzo, come al solito, mi infila una mano sotto la camicetta e simette a strizzarmi i capezzoli. io lasc
io fare, e poco dopo allungo la mano per fargli una sega. Ma quando arrivo sulla patta dei suoi jeans chi ti trovo? La testa di mia sorella, che in silenzio, dopo mi sono fatta raccontare tutto, appena si era spenta la luce nella sala aveva tirato fuori l’uccello del mio uomo e glielo aveva preso in bocca, spompinandolo per tutta la durata del film. Il mio ragazzo mi ha detto che era venuto per cinque volte, e sempre lei aveva ingoiato tutto… per non dire delle ultime cose… scusa sai, se ti racconto episodi che ti riguardano, ma è meglio che tu sappia. il mercoledì, quando è a casa e tu lavori, io vengo qui a trovarla,e ogni settimana la trovo assieme a almeno tre uomini diversi. ieri ad esempio l’ho trovata con quattro negri che, mi ha detto, ha trovato al supermercato. Era accucciata tra loro che le sbattevano dei cazzi enormi in gola, costringendola a prenderne anche tre assieme. aveva le chiappe sporche di sperma, e anche le tettone, arrossate per le strizzate e i mo
rsi che ogni tanto le davano, erano lorde, specie sui capezzoli, di schizzi abbondantissimi di sboro, quindi capii che l’orgia andava avanti da un bel po’, e che i quattro l’avevano già posseduta nel culo e in figa, venendole dentro.
Quando vidi quella scena, te lo confesso, invidiai mia sorella, così porca da caricare senza pudore dei negroni per strada, e mi bagnai la fica immediatamente. così mi sono tolta la gonna e il perizoma, e mi sono seduta proprio dove sei seduto tu adesso, masturbandomi. Due negri, dopo essersi svuotati sulla faccia di tua moglie con un’eiaculata mostruosa, che sembrava non dovesse mai finire e che non lasciò un solo centimetro quadrato della sua pelle pulita e asciutta, si staccarono dal gruppo e vennero da me. GLi altri due ne approfittarono, uno si sedette sul divano, più o meno dove sono io ora, e si accomodò tua moglie sulle ginocchia, ingroppandosela nella fica e penetrandola improvvisamente con almeno 25 cm di cazzo, l’altro le si piazzò alle spalle, le divaricò le natiche con le mani, appoggiò la cappella scura e grossa come un limone al buchetto umido del culo e con una spinta improvvisa e decisa la inculò a fondo, facendo scomparire nello sfintere dilatato all’inveros
imile un boa grossissimo e lungo, finchè le palle, dure e sode, andarono a sbattere sulle chiappe frementi di tua moglie, che urlò forte, ma subito dopo venne in un orgasmo multiplo, in fica e nel culo, che, con le sue contrazioni impazzite (si muoveva come un’ossessa sui due cazzoni, cercando di accoglierli il più dentro possibile nei suoi due cavi violati) fece venire a catena i due negri, che esplosero simultaneamente in violentissime pompate. vidi un rivolo di sperma uscire dal culo, evidentemente già pieno dalle precedenti sodomizzate, di tua moglie.
Ma nel frattempo, ti dicevo, due negri si erano avvicinati a me. Ebbi poco tempo per tentare una reazione, mi presero per la nuca e mi avvicinarono le cappelle alle labbra. Tentai di tenere la bocca chiusa, ma mi forzarono ad aprirla, così due verghe umide e pulsanti mi scivolarono in gola, fottendomi la bocca con decisione. Cercavo di parlare, di dire che non volevo bere il loro sperma, ma riuscivo solo a mugolare, e di godimento, perchè nel frattempo continuavo a masturbarmi stimolandomi il clitoride a velocità folle. sentii che stavo per venire, e inarcai la schiena. come se fosse un segnale, i due si sentirono autorizzati, mentre nel frattempo mi pizzicavano un capezzolo a testa, a venire sulle mie tonsille. i cazzoni erano così a fondo nella mia gola che non potei fare altro che deglutire i fiotti caldi e continui di liquido denso. Più volte fui sul punto di vomitare, per come le cappelle spingevano giù in gola, ma fui brava e inghiottii tutto, ripassando con la lingua a
nche le palle, bagnate di sborrate precedenti e di liquido vaginale di mia sorella. ma… Toni, che fai?”
Era così presa mia cognata dal racconto che non si era accorta che mi ero ripreso in mano il cazzone e mi stavo facendo una sega ascoltandola. Verso la fine, convinto ormai che avevo di fronte una troia capace di tutto, mi ero alzato, e mi muovevo, nudo e con la nerchia stretta in pugno, verso mia cognata. lei a quel punto si era accorta, e si era interrotta.
“Sai cara Lia, è da quando ti conosco che sogno di poterti chiavare e soprattutto di poter infilare il mio cazzo su per il buco del tuo bel culetto sodo. Ora lo farò”.
Lei non rispose, ma si scansò un poco, di modo da permettermi di sedermi al suo fianco. le presi la mano e la portai sul mio uccello. lei la strinse attorno al fusto, e iniziò a masturbarmi guardandomi con gli occhi socchiusi e lucidi di libidine. per prima cosa le sfilai la camicetta e le scoprii due tette compresse entro un reggiseno a balconcino. a quel punto le ordinai di aprire la bocca, e ci infilai tre dita, costringendola a succhiarle a fondo. stavo per venire, ma non mi preoccupavo troppo, perchè ero così eccitato che sentivo di potermi permettere cinque o sei scopate di fila. così mi alzai di fronte a lei, le tenni la mandibola stretta in modo che non potesse chiudere le labbra. lei non ne aveva alcuna intenzione, anzi tirò fuori la lingua, lunga e carnosa, così che potei appoggiarvi la cappella turgida e pronta ad esplodere una quantità industriale di sboro. “Sapevo che sei solo una puttana!” mormorai mentre il primo getto, irruento, le schizzava il labbro superior
e, il naso e l’occhio destro, andandosi a fermare sul sopracciglio. gli schizzi successivi, più smorzati ma altrettanto abbondanti, le raggiunsero il palato e le tonsille. Era una delle sborrate più abbondanti di cui avessi memoria. lei non smise mai di fissarmi negli occhi con sguardo libidinoso, muovendo lentamente la lingua così da solleticarmi la base del cazzo e ingoiare lo sperma con cui la nutrivo. Finito che ebbi, tornai a sedermi al suo fianco, e le slacciai il reggiseno. “Porca troia” esclamai “per fortuna avevi le tette più grosse una volta!” infatti di fronte ai miei occhi avevo una coppia di meloni da esposizione, sodi e duri, non cascanti ma prepotentemente puntati verso di me. i capezzoli erano larghi e scuri, e al contatto con l’aria fresca si erano inturgiditi subito, diventando lunghi e duri. Lei mi guardava compiaciuta, e inarcava leggermente la schiena, invitandomi a tuffarmi in quel ben di dio. Per prima cosa le soppesai con le mani, sollevandole leggerm
ente e sballonzolandole, poi le strizzai l’una constro l’altra, tirandole verso l’alto. a quel punto mi attaccai con le labbra a un capezzolo, mentre tormentavo l’altro con le dita, solleticandolo e titillandolo. dopo qualche minuto di succhiate di tette pensai che era il momento di fare sul serio. la misi in ginocchio per terra, facendole sollevare il bacino il più possibile, inarcando le natiche di modo che assumessero la forma a cuore che mi fa impazzire. le sfilai i jeans attillati, scoprendo un culetto abbronzato avvolto a malapena in un perizoma nero. schiaffeggiai le chiappe, saggiandone la resistenza. erano di puro muscolo, sodissime e dure, di gomma. scostai il filetto che penetrava nel solco delle chiappette, mettendo a nudo l’ano perfettamente depilato e la fichetta, bagnata e leggermente aperta. appoggiai un dito sulle grandi labbra, sentendole calde. Lia fremette e, evidentemente il movimento le dava piacere, si mise a far oscillare le tettone di modo che i cape
zzoli strusciassero contro la moquette, facendoli inturgidire. eccitato dalla sua libidine, spinsi il dito, che entrò fino alla nocca nella fica fradicia e liscia. un gemito di godimento di Lia , unito a un leggero divaricarsi delle sue gambe, mi mandò via di testa. le appoggiai il cazzone ancora più duro di prima sulle morbide pareti vaginali, perfettamente depilate a parte un ciuffetto di peli pubici rasato a forma di cuoricino sopra il clitoride. Fu lei a non resistere più, e non appena percepì la cappella dura e calda appoggiata alla sua fica, spinse il bacino indietro, inglobando completamente nella sua calda e fremente cavità la mia verga, facendola scomparire fino allo scroto. Io gemetti a voce alta, godendo a non finire a causa delle contrazioni della cervice della figa di Lia, che mi strizzavano la cappella e il fusto del cazzo delicatamente, come succhiandomelo e pregando che la inondassi con litri di sperma. Le presi le natiche in mano, strizzandole con forza, e i
niziai a pompare con violenza. Lia godeva e mandava gridolini di piacere. Si era portata una tetta alla bocca, e si mordeva con foga il capezzolone turgido e bruno. Con l’altra mano invece la sentivo massaggiarmi le palle, in alternanza con il suo clitoride. Di fronte a tale situazione decisi che non potevo lasciarmi scappare il suo buchetto del culo. Era da anni che mi masturbavo pensando al suo ano perfetto, che avevo visto in un’occasione molto strana: era estate, ed ero ancora fidanzato a mia moglie. Un pomeriggio andai a trovarla, e accettai di buon grado di dare una mano a loro padre a falciare il prato. Verso sera, quando finimmo di lavorare, il padre mi chiese di andare a riporre i ferri nel capanno degli attrezzi. Mi diressi subito lì, ma arrivato a pochi metri fui insospettito da alcuni strani rumori provenienti dall’interno. Depositai gli attrezzi poco lontano e mi avvicinai furtivo, spiando da un pertugio l’interno. A dire il vero credevo si trattasse di un topo
o di un passero rimasto intrappolato. Invece la mia sorpresa fu enorme quando vidi Lia completamente nuda e cosparsa d’olio distesa sul pavimento, con le gambe raccolte sopra la testa, divaricate, come in una posa di stretching ginnico. Dalla mia visuale potevo godermi benissimo lo spettacolo. Vicino alla testa della ragazza c’era un barattolo di olio lubrificante, mezzo vuoto. Le tette lucide e la pancia completamente inondata di liquido denso e viscoso non lasciava adito a dubbi. Solamente non capivo perchè Lia si fosse versata tutto quell’olio addosso. Ad ogni modo la faccenda mi interessava relativamente: mi attirava molto di più lo spettacolo offerto dalle sue cosce divaricate e sollevate: la fica era completamente aperta e fradicia, e sovrastava lo spettacolo maestoso del buco di culetto più bello che avessi mai visto, perfettamente inserito tra due natiche altrettanto lucide e bagnate, tondeggianti come piccoli planisferi, solcati dalla linea dell’abbronzatura recente
.
Lia era impegnata in un giochino che misi poco a comprendere. Mormorava con la voce rotta dall’eccitazione: “Hmm… voglio ancora berti tutto lo sboro… dammi il tuo cazzo in bocca, fammi godere!” e nel dire questo si strizzava i capezzoli, masturbandosi contemporaneamente. Detto questo, prendeva il barattolo dell’olio, munito di beccuccio erogatore a pressione, e si schizzava abbondantemente di olio la faccia, le tette, la pancia. Il mio cazzo iniziava già a pulsare nei pantaloni, ma non avevo visto niente. Infatti di lì a poco la ragazza si era girata ginocchioni, con il culo proprio rivolto verso di me e senza esitazione si era infilata nel piccolo e rotondo buchetto dilatato e pulsante di eccitazione il beccuccio dell’olio, mettendosi poi a schizzarsi nel culo getti e getti di liquido, che in poco tempo iniziò a colare lungo la fica e le gambe. Dopo essersi perfettamente lubrificata in questo modo Lia, che continuava a godere come una troia, impugnò un grosso cacciavite
dalla parte della punta e iniziò a incularsi con il manico in gomma. Vedevo la plastica nera e liscia scomparire senza alcuna resistenza nello sfintere, sentivo anche il rumore dei colpi frenetici che Lia dava nel suo bel culetto, gridando di piacere. Ad un tratto credo che sia venuta, perchè vidi l’ano contrarsi più volte violentemente attorno al manico, che scomparve completamente nell’intestino sfondato della ragazza, che emise un grido fortissimo, ansimando poi senza fiato. Io per l’eccitazione mi ero sborrato nei pantaloni, e da quel giorno mi ripromisi che avrei inculato la mia futura cognata, fosse stata l’ultima cosa che avrei fatto in vita! Enormemente arrapato da questi precedenti, mentre continuavo a fotterla da dietro, cercai con il polpastrello del pollice la parete del suo ano. Lo trovai quasi subito, e capii che l’idea piaceva non poco alla troia, che gemette più forte, rovesciando all’indietro la testa muovendo sinuosamente la folta capigliatura. Io colsi l’
occasione, abbandonai il clitoride e impugnai la sua chioma come fossero le redini di un puledro imbizzarrito. Con l’altra mano invece iniziai a stuzzicare il buco del culo, tanto il lavoro da farci attorno sarebbe stato lungo. Iniziai facendomi colare della saliva sull’indice. Una volta che lo ebbi ben lubrificato, tra un grugnito e l’altro di godimento esclamai: “Adesso gioco un po’ con il tuo culetto, quindi preparati a godere da quella maiala che sei!” Lei non mi rispose a parole, ma con un lungo ed esasperato gemito di attesa e di impazienza, come se fosse ansiosa di farsi spaccare l’ano. Così non indugiai oltre e, dopo aver appena sfiorato il perimetro del suo buchetto con il polpastrello umido, penetrai solo con l’ultima falange il bel culo. Lei, che sapevo essere abituata a ben altre penetrazioni, fu arrapata e stimolata dal mio tocco, e con una spinta indietro del bacino fece penetrare il mio dito completamente nel suo sfintere caldo. Subito mi misi a massaggiare le
pareti intestinali, facendo particolare attenzione a titillare la parete confinante con la fica che il mio cazzo riempiva completamente. Sentivo con il dito il corpo duro della mia minchia scivolare nella vagina umida e bollente. Lia parve gradire molto questo tipo di massaggio sia anale che vaginale, perchè si girò verso di me e esclamò a mezza voce: “Ne voglio di più!” La accontentai subito sfilando il dito e offrendole da succhiare le quattro dita affiancate, dicendole: “Queste qui tra un po’ saranno nel tuo culetto, quindi vedi di lubrificarle bene!” Le spalancò la bocca e accolse per intero la mia mano. Dopo che la ebbe slinguata a fondo la estrassi e iniziai ad infilare le dita nel buchetto ora dilatato e pronto a qualsiasi tipo di violenza. per primo infilai il medio, completamente, il più possibile a fondo. Visto che Lia non parve quasi accorgersene, subito lo estrassi e infilai indice e medio assieme. Nemmeno questa soluzione parve farla godere appieno, quindi rupp
i gli indugi, sputai molta saliva sulla parete del buchetto e, spingendo con forza, vi feci sparire tutte e quattro le dita, mignolo compreso. Il pollice, rimasto al momento fuori, lo usavo per solleticarle la fica, ormai arrossata e sbrodolante di succhi vaginali dal continuo pompare del mio cazzo. Finalmente Lia gemette a voce alta, e sentii i muscoli intestinali contrarsi con forza attorno alle dita. Ma mi ero prefissato ben altri obiettivi. Allungai la mano libera e agguantai un barattolo di olio da cucina che per caso si trovava sul comò. Ne versai buona parte sulle chiappe e sulla parte della mia mano ancora fuori dal suo culo, e iniziai a spingere. Per prima cosa mandai il pollice a far compagnia ai suoi fratellini al caldo. Lia iniziava ad agitarsi per il dolore e il godimento intrecciati assieme, così le diedi con la mano libera una forte sculacciata, poi le presi la folta chioma tirandola verso di me, come domando una cavalla in calore impazzita. Lei capì che dovev
a lasciarmi fare, e pur mugolando di acquietò. Ripresi a lavorare attorno al suo culo. Piegai le dita a pugno, per guadagnare un po’ di gioco, e iniziai a dare delle spinte ritmiche. Le pareti dell’ano erano dilatate come non mai, tese come pelli di tamburo, e io spingevo ancora. Ero al punto più arduo, perchè sapevo che arrivato al polso il buchetto avrebbe avuto un po’ di respiro, e allora avrei iniziato a farla godere. All’ennesima spinta avvertii come un cedimento nei tessuti dello sfintere, e nello stesso istante Lia mandò un urlo di dolore e la parte della mano rimasta fuori dal suo culo scomparve completamente fino al polso. Stavo godendo da impazzire, e non mi sognai nemmeno di dare retta ai suoi singhiozzi, del resto continuavo a sentire attorno al mio cazzo le contrazioni goduriose della sua fica. Decisi che era il momento di farla venire: estrassi il cazzo con mossa decisa e, senza estrarre la mano dal culo, mi stesi con la faccia sotto la vagina impregnata di umo
ri caldi e saporiti. Mi misi a leccarle il clitoride, mentre con la mano libera penetrai senza troppi problemi la fica. Avevo una mano completamente immersa nel suo culo e una invece penetrata a fondo, fino all’orologio, nella sua figa. Mi misi a muoverle lentamente, a muovere i polpastrelli, a saggiare le pareti che mi circondavano frementi, e nel contempo non davo tregua al suo grilletto turgido! D’un tratto Lia su sollevò seduta sulla mia faccia, e si mise ad ansimare come una scrofa partoriente: si strizzava le tette con le mani, e dava dei colpi di bacino violenti contro la mia bocca, cercando contemporaneamente di fagocitare con culo e fica quanto più poteva delle mie mani che laboriose non cessavano il loro massaggio penetrativo. Sì, stava per venire e ne approfittai. Spinsi con forza entrambe le mani, facendo scomparire buona parte dell’avambraccio. Lei urlò in preda agli spasmi di godimento totale misto alle fitte di dolore che certamente avvertiva. Le pareti della
vulva e dell’intestino iniziarono a vibrare di contrazioni impazzite e frenetiche, e la ragazza, con i muscoli del volto deformati dallo sforzo di piacere, proruppe in un grido altissimo, infinito, tendendosi sopra di me come una corda di violino, all’apice del piacere, in uno sforzo immobile di tensione totale dei muscoli degno di una statua greca. Dopo almeno quindici secondi di orgasmo puro Lia si sciolse, mi prese la testa tra le mani strofinandomela contro la fica fradicia, assaporando le ultime fitte orgasmiche. Il suo corpo era coperto da un velo di sudore, i capezzoli erano così turgidi e duri che parevano dita brune puntate contro il soffitto. Lentamente le sfilai le mani dai suoi buchi bollenti, e mi tirai a sedere davanti a lei. Lei si accomodò al mio fianco, semidistesa, con la faccia a portata di cazzo, che si mise a leccare delicatamente. Io la fermai un attimo, e le diedi per prima cosa da ripulire le mani, completamente coperte di succhi vaginali. Lei con sguardo devoto le leccò completamente, ripassando la lingua anche sotto le unghie. Quando fui soddisfatto infine la feci sdariare a pancia in su e mi accomodai con il culo sulla sua faccia e il cazzo tra le sue tettone. Lei capì immediatamente, strinse con le mani le zinne attorno alla mia nerchia ancora di marmo e iniziò a massaggiarla mentre con la lingua si era fatta strada tra le mie natiche e, trovato il mio buco del culo, si era messa a leccarlo dolcemente. Era davvero brava a farmi la spagnola, così presto sentii che stavo per venire. Mi girai e mi accomodai sopra le sue tette, le sollevai la testa e, presa con calma la mira, esplosi in furiosi getti di sborra dritto nella sua bocca. Nonostante fosse il secondo orgasmo, fu addirittura più abbondante del primo, e presto due rivoli di liquido seminale denso scivolarono agli angoli della bocca della povera ragazza, che comunque ingurgitò tutto, facendomi promettere che l’avrei ancora fatta godere.

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