GANGS
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Orge e Gang Bang

Festa di laurea

La festa andava avanti ormai da diverse ore, era stato un viavai continuo di ragazzi e ragazze tutta la sera fino a notte inoltrata; sessanta settanta forse anche un centinaio di persone si erano passate il testimone da quando avevano avuto inizio i festeggiamenti, e che festeggiamenti!!! Doveva essere la mega festa per la laurea della Betta e sicuramente si stava rivelando un evento indimenticabile. Rum, vodka e tequila a fiumi, non si erano certo sprecati con i beveraggi; i bicchieri erano sempre pieni e con lo stereo che pompava musica a tutto volume una buona dose di “carburante alcolico” finiva inevitabilmente fuori dai bicchieri, irrimediabilmente disperso sul pavimento della villa e nel prato del giardino.
Betta, insieme ai suoi compagni e agli amici, aveva fatto carte false per riuscire ad organizzare la festa in quella fantastica villa, che apparteneva ai genitori della sua migliore amica: Marilena; La villa era disposta su ben due piani con stanze ampie e spaziose in cui l’acustica dello stereo diffondeva senza sosta le note di una musica fatta tutta di bassi e sintetizzatore, quasi una moderna versione delle percussioni tribali. Il giardino poi era la chicca ed infatti non si era fatta attendere l’invasione dei festanti danzanti in ogni angolo del prato, battuto e calpestato senza tanti complimenti, addirittura l’impianto stereo era stato ampliato per diffondere musica anche all’esterno della villa. Le urla e gli schiamazzi dei festeggiamenti risuonavano anche a decine di metri di distanza e solo grazie al fatto che la villa si trovava in un contesto isolato sulle colline nessuno dal vicinato aveva ancora chiamato i carabinieri per il frastuono assordante che avrebbe impedito a chiunque di chiudere occhio quella notte.
Il tamtam della festa era stato dato già due settimane prima ed in pochi giorni la voce si era sparsa in tutta la scuola, per passare poi agli amici degli amici degli amici: non esistevano praticamente inviti, bastava che si contribuisse con superalcoolici e birre e chiunque poteva far parte della truppa . I pochi possessori di patente auto si erano presi l’impegno di caricare sulle proprie vetture i gruppi di compagni ed amici, stipati al limite della capienza dei veicoli; auto e moto erano andate e venute per tutta la sera.
Betta e le sue compagne di classe erano eccitatissime; tantissimi i ragazzi, sopratutto quelli carini, sarebbero stati presenti e chissà che magari ci sarebbe scappato qualcosa di più dei soliti saluti da lontano e delle occhiate date di nascosto. Nessuno forse si aspettava una adesione così massiccia, ma non era sicuramente dispiaciuto né ai ragazzi e tantomeno alle ragazze di disporre di così ampia scelta di “prede” con cui flirtare.
Il giardino, immenso, era sicuramente l’area dove si stava concentrando la maggior parte dei partecipanti: uno spiazzo enorme era stato allestito apposta come una sorta di pista da ballo, con gli amplificatori dello stereo disposti a cerchio tutti intorno ed addirittura delle pedane di legno simili a dei cubi alte quasi settanta centimetri erano posizionate sul prato tra alcuni amplificatori, quasi come una vera e propria discoteca all’aperto. Ed infatti le pedane continuavano ad essere meta ambitissima delle ragazze che, non appena si liberava un poco di spazio, vi si fiondavano balzandoci sopra per ballare affamate di esibizionismo.
E Ylenia un poco esibizionista lo era davvero, o forse era solo talmente ubriaca da avere ormai perso tutti i freni inibitori; Ylenia era una compagna di Betta con cui non era però davvero mai stata in grande confidenza; Betta però l’aveva sempre segretamente ammirata ed invidiata per la sua bellezza selvaggia, quasi come un’amazzone misteriosa, e più di una volta si era trovata a fantasticare di situazioni al limite del peccaminoso che le vedevano coinvolte entrambe.
Betta la stava osservando, rapita dai suoi movimenti provocanti, ballare sulla pedana in un crescendo di eccitazione generale. Infatti Ylenia, che era visibilmente ubriaca e carica degli sguardi eccitati delle persone che le stavano intorno, ballava scalza indossando solo un top attillato sotto la cui stoffa si delineavano i capezzoli turgidi ed una minigonna svolazzante da cui talvolta faceva capolino il perizoma nero.
Un interruttore mentale scattò improvvisamente nel cervello di Betta e con decisione si avvicinò alla pedana su cui ballava Ylenia e vi salì posizionandosi alle sue spalle; le mani di Betta cominciarono ad accarezzare in maniera sempre più provocante il corpo di Ylenia, la quale sembrava gradire le improvvise attenzioni della festeggiata. Tutto intorno l’attenzione dei ragazzi e delle ragazze venne calamitata da quel ballo carico di erotismo in cui le due ragazze erano ora impegnate e cominciarono ad incitarle a proseguire, a spingersi oltre.
Betta poggiò le proprie mani sui fianchi di Ylenia, seguendo dapprima i movimenti del ballo ma che poi si trasformarono in una sorta di massaggio in cui le mani accarezzavano i seni coperti dal top e le dita ruotavano sul rilievo dei capezzoli; Ylenia cominciò a fremere di eccitazione, con le proprie mani cominciò a seguire il movimento delle mani di Betta che indugiavano sul seno. Quasi inaspettatamente Ylenia si staccò dall’abbraccio di Betta e si sfilò il top, rimanendo con il seno al vento, la cui pelle bianchissima faceva contrasto col rosa intenso dei capezzoli induriti dall’aria notturna e dall’eccitazione; Ylenia buttò il top lontano da sé ed un gruppo di ragazzi si lanciò immediatamente a raccoglierlo facendolo sparire, ghermito come un trofeo di caccia, mentre Betta si avvinghiò nuovamente al corpo di Ylenia con le mani che accarezzavano avidamente la pelle della compagna e le dita che le pizzicavano i capezzoli tirandoli con forza verso l’esterno.
Ylenia sembrava ormai fuori controllo, inebriata dall’alcool e sostenuta dall’incitamento delle persone di fronte a cui stava ballando, ed anche Betta aveva ormai perso ogni inibizione proseguendo con le sue languide carezze sul corpo di Ylenia.
Rimasero tutti a bocca aperta dopo pochi istanti, quando Betta scese con le sue mani lungo i fianchi della compagna raggiungendo le natiche, entrando con le dita sotto la vaporosa minigonna e lentamente prese a sfilarle il perizoma da sotto la stoffa dell’indumento; Ylenia non oppose alcuna resistenza e Betta si chinò in ginocchio per completare l’operazione: le sfilò completamente le mutandine calandole fino alle caviglie per poi raccoglierle. Il perizoma era completamente fradicio di sudore e di umori, Betta esitò qualche secondo prima di lanciarlo in pasto alle mani protese dei ragazzi, dei quali solo un fortunato riuscì ad impossessarsi dell’intimo di Ylenia. Intanto Ylenia continuava a ballare muovendosi sinuosa, incurante del fatto che ormai sotto la minigonna si riusciva ad intravedere la sua fichetta da cui faceva capolino un ciuffetto castano di peli sapientemente curato, anzi, l’eccitazione la spingeva a ballare con atteggiamenti sempre più sfrontati, divaricando sempre più frequentemente le gambe e per sentire l’aria passarle tra le cosce rinfrescandole la fica in fiamme.
Ylenia si voltò verso Betta, che ballava ancora alle sue spalle, sussurrandole di baciarla e cercando le sue mani con le proprie; le due ragazze si scambiarono un bacio selvaggio e appassionato, mentre le mani si intrecciavano con complicità; le mani di Betta nel mentre si staccarono e cominciarono a scendere lungo la schiena di Ylenia, superando la stoffa della minigonna e soffermandosi sulle forme sode del culetto della compagna; Ylenia era girata con la schiena rivolta alle persone che assistevano sbalordite e divertite a quanto stava avvenendo e Betta offrì loro uno spettacolo ancora più apprezzato quando con le mani le sollevò la minigonna da sopra il culetto ed impugnando entrambi i glutei con le due mani iniziò a divaricarli con forza al punto che tutti poterono vedere con chiarezza la rosellina del culetto di Ylenia semiaperta.
I ragazzi e le ragazze intorno non riuscivano più a capire fino a che punto si sarebbero spinte le due ragazze e rimasero ancora più sbalorditi nel momento in cui Ylenia si chinò, sfilandosi anche l’ultimo indumento che le era rimasto addosso, la minigonna, lanciandola verso un gruppo di ragazzi che senza esitazione se ne impossessò facendola sparire; era ora completamente nuda davanti a tutti ed eccitata ballava ubriaca in balia delle voglie di Betta.
Betta vedeva negli sguardi vicini dei ragazzi e delle ragazze un turbamento sconosciuto che la stordiva e la rendeva incapace di controllare le sue pulsioni; si accorse solo allora che molti ragazzi erano visibilmente eccitati ed i membri gonfi e duri spingevano con forza sulla stoffa dei pantaloni creando sagome inequivocabili: era ormai fuori da ogni controllo, dentro di se sapeva che voleva vedere quei membri da vicino, nudi, voleva vedere quei cazzi duri e toccarli, e ne voleva anche per Ylenia.
Intanto Ylenia continuava a ballare nuda muovendosi sinuosa e cercando tutte quelle posizioni in cui poteva sentire la brezza fresca accarezzarle le labbra aperte della fichetta , passandosi le mani tra le chiome nere e selvagge dei capelli per poi scendere lungo il corpo, accarezzandosi la pelle fino ad arrivare ai fianchi, per scendere poi dietro la schiena, sui glutei, accarezzandoli e penetrandosi maliziosamente con la punta di una o due dita dentro il buchetto del culo.
Betta era estasiata da quella amazzone provocante e l’eccitazione le trasmetteva degli impulsi sempre più prepotenti, voleva vederla e sentirla penetrata con forza, così cominciò a stringerle il corpo quasi con violenza, poggiandole senza indugio entrambe le mani sulla fica, divaricandone le grandi labbra incurante di trovarsi dinnanzi ad una platea danzante; per la verità ormai a danzare c’era solo Ylenia perché tutti erano rimasti immobili e sbalorditi dallo spettacolo che le due ragazze senza pudore stavano offrendo a tutti. Le dita di Betta si cominciarono ad insinuare avidamente e con decisione dentro la fichetta di Ylenia, e la penetrarono ripetutamente con foga, spingendo sempre più in profondità le mani fino a farle sparire totalmente tra le gambe aperte, prima due e poi tre dita insieme. Ylenia stava gemendo di piacere e ormai faticava a tenersi in piedi; Betta la spinse dapprima ad accovacciarsi con le gambe ben divaricate, alternando le due mani nel penetrarla sia davanti, nella fichetta, che dietro, con il dito medio che continuava ad entrare ed uscire dalla rosellina del suo culetto. Betta era eccitatissima tanto che una macchia di umori

vaginali cominciò ad a segnarle i jeans allargandosi sempre di più: aveva la passera talmente bagnata che le mutandine erano completamente fradice. Invece Ylenia, ormai succube delle perversioni di Betta, non era più in grado di sostenersi sulle sue gambe così si lasciò andare distesa sulla pedana, con le gambe che le penzolavano da una parte e la testa che penzolava verso il basso dall’altro lato, come un corpo deposto su un altare di perdizione ad oltre mezzo metro dal suolo, quasi un offerta sacrificale in nome della lussuria. Ylenia giaceva sulla pedana, con il capo reclinato all’indietro tanto da non potere nemmeno riuscire a scorgere i capezzoli sporgenti che facevano capolino sulla sommità del suo seno; in uno stato di abbandono totale dei sensi avvertiva solo i fremiti del suo corpo, come attraversato da continue scosse elettriche ogni volta che Betta le spingeva con forza le dita tra le cosce aperte penetrandole la fica in maniera quasi brutale e sempre più forsennata.
Betta era scesa dalla pedana per assaporare da vicino quella immagine della fica aperta e penetrata dalle sue mani, era ora in ginocchio sul prato di fianco alle gambe divaricate e penzolanti della compagna, ed avvicinandosi col viso a pochi centimetri poteva sentire indistintamente l’odore acre e selvaggio degli umori di Ylenia. Alle spalle di Betta andava raccogliendosi sempre più vicino il gruppo dei ragazzi e delle ragazze, attratti da una curiosità morbosa verso ciò che stava avvenendo e consci di non avere mai assistito a nulla di simile; le prime file erano costituite quasi interamente dai ragazzi, mentre alle spalle si tenevano quasi titubanti e timorose le ragazze che a gruppi confabulavano tra loro sbalordite senza però mai staccare lo sguardo dalla pedana.
Betta si voltò appena scorgendo una sequenza di patte maschili eccitate e rigonfie sotto i pantaloni, non ne aveva mai viste così tante, quante erano? otto? Nove? Almeno una dozzina. Senza esitazione allungò una mano verso il ragazzo più vicino, senza nemmeno riuscire a scorgerne il viso, non le interessava che fosse uno sconosciuto, voleva solo il suo cazzo. Il ragazzo non oppose la minima resistenza e si lasciò slacciare i pantaloni da quelle mani prepotenti che con movimenti secchi e decisi gli calarono pantaloni e boxer insieme fino alle ginocchia; il cazzo era eretto e duro e pulsava carico di eccitazione, Betta vi appoggio sopra le labbra assaporandolo, bagnandolo tutto con la lingua ed accogliendolo dentro la bocca fino a che la cappella non le colpì il palato. Rimase a gustarlo per lunghi attimi fino a che non la sua attenzione non fu catturata da un particolare, quindi si chinò per sfilare una bandana legata ai pantaloni del ragazzo ormai scesi alle caviglie. Si alzò impugnando la bandana e si spostò camminando dalla parte opposta della pedana, accarezzò il viso di Ylenia e le passò la bandana sugli occhi, legandola con un nodo dietro la nuca. Ylenia la lasciò fare docilmente, abbandonandosi ai voleri della compagna; Betta tornò dal ragazzo, il cui cazzo turgido ancora gocciolava di saliva, si inginocchiò nuovamente per ricevere la verga tra le labbra, giocando con la lingua sulla punta del glande, dopodiché scansò il viso e spinse con forza il cazzo dentro la fica aperta di Ylenia che giaceva al loro fianco con le gambe aperte. Betta con una mano prese a massaggiare il clitoride di Ylenia, mentre con l’altra spingeva le natiche del ragazzo guidandone i movimenti, eccitata dalla visione ravvicinata del cazzo che affondava in profondità dentro al corpo della compagna, e che spariva completamente dentro la fica per poi riemergerne fuori. I movimenti del ragazzo diventarono sempre più frenetici e cominciò a gemere di piacere quando improvvisamente Betta lo interruppe allontanandolo con una mano appoggiata sul ventre e dicendogli di aspettare. Betta si alzò e spinse il corpo di Ylenia ancora più indietro, tanto che ora la testa penzolava quasi del tutto reclinata; le sollevò le gambe, piegandole divaricate in maniera da farle appoggiare i piedi sul bordo della pedana e facendole assumere una posa quasi oscena. Betta si inginocchiò nuovamente di fianco alla compagna, avvicinò a sé il ragazzo il cui cazzo era ora bagnato degli umori della fica di Ylenia, lo prese in mano cominciandolo a masturbare per tutta la lunghezza dell’asta, dopodiché aiutandosi anche con l’altra mano spinse il ragazzo nuovamente tra le gambe aperte di Ylenia, guidando però stavolta il suo cazzo verso la rosellina del culo della compagna. Ylenia inarcò la schiena sentendo qualcosa di enorme che spingeva con forza contro il buchetto del suo culo, Betta usò allora entrambe le mani per allargare le natiche dell’amica e provò quasi un orgasmo nel momento in cui vide il cazzo varcare la soglia del culetto e percorrere lentamente tutta la lunghezza del membro come un treno che entra in una galleria, centimetro dopo centimetro, fino a che non scomparve completamente dentro di lei.
Ylenia gemeva trattenendo le grida di piacere mentre Betta guidava quel membro dentro di lei, spingendo con veemenza il ragazzo a penetrarla sempre più in profondità calcando le mani contro i glutei di quel maschio coperti da una leggera peluria. Il ragazzo raggiunse presto l’orgasmo, gridando versi gutturali e trattenendo a se il corpo di Ylenia impugnandola per le gambe ancora divaricate e godendo dei fiotti di sperma che ripetutamente e copiosi sentiva spruzzare dentro al quel caldo culetto accogliente che gli era stato offerto.
Non appena Betta si accorse che le prime gocce di sperma cominciavano a fuoriuscire dal culo della compagna si guardò intorno e raccolse da terra il primo bicchiere di plastica vuoto che le capitò a tiro e lo accostò tra i glutei di Ylenia, appena sotto la rosellina dilatata. Il ragazzo si ritirò e rivoli densi di sperma cominciarono a fuoriuscire dal buco del culetto, sempre più consistenti fino a sembrare quasi un fiume in piena. Il bicchiere trasparente si appesantiva sotto la colata biancastra e Betta fu sorpresa da quanto sperma era stato capace di eiaculare quel ragazzo, forse erano mesi che non aveva un orgasmo pensò. Intanto dietro di lei si erano ormai accalcati tutti i ragazzi, assaporando la possibilità di poter penetrare liberamente il corpo di quella bellissima amazzone bendata, che si prestava a quell’offerta peccaminosa completamente abbandonata all’eccitazione e priva di qualsiasi resistenza.
Dopo il primo anche ad altri sette ragazzi, tra i quali Betta riconobbe anche alcuni suoi compagni di classe, venne data la possibilità di disporre del corpo di Ylenia, e nel pieno dell’orgia Betta si spostò anche dall’altra parte della pedana per sorreggere la testa della compagna e scambiare appassionati baci in cui le lingue si avvinghiavano l’una all’altra; talvolta nel sussulto dei gemiti degli orgasmi di Ylenia i denti delle due ragazze cozzavano tra loro, ma ciò accendeva ancora di più l’eccitazione di Betta tanto che con una mano sentiva irresistibilmente il bisogno di strofinarsi il clitoride sotto i jeans fradici.
Altri ragazzi non erano riusciti a trattenere l’irrefrenabile impulso di masturbarsi e avevano finito con eiaculare ancora prima di riuscire a raggiungere il loro turno per giacere dentro il corpo di Ylenia; quasi come un tacito accordo tra tutti i maschi ogni qualvolta che sentivano arrivare l’orgasmo si passavano di mano il bicchiere in cui era stato raccolto il primo carico di sperma e lo arricchivano del loro contributo di bianco nettare maschio.
Alla fine, quando anche l’ultimo ragazzo raggiunse il suo orgasmo, il bicchiere era praticamente pieno di sperma; Betta incuriosita accostò il naso a quel carico di seme maschio e avverti l’odore pungente dello sperma pervaderle le narici e salirle fino al cervello, dandole un ennesimo sussulto di eccitazione.
Erano ancora rimasti tutti intorno alle due ragazze, sia i ragazzi che le compagne, incuriositi da quali fossero ora le intenzioni di Betta e quasi ancora increduli di quanto puttanelle si fossero dimostrate le due ragazze.
Betta raccolse il bicchiere dalle mani dell’ultimo ragazzo che vi aveva eiaculato dentro, lo sorreggeva e sentiva il calore dello sperma trasmesso dalla plastica del bicchiere alle sue mani, quindi si avvicinò ancora alla pedana su cui ancora giaceva Ylenia; la compagna era completamente abbandonata al piacere degli orgasmi che avevano preso possesso sul suo corpo, quasi sfinita, ancora non realizzava quali a perversità avevano dato sfogo lei e Betta quella sera. Betta si avvicinò allora al viso di Ylenia, le sciolse la bandana legata intorno agli occhi socchiusi e scambiò con lei uno sguardo di profonda complicità, quasi uno sguardo di sfida a qualsiasi tabù, bastò quello alle due ragazze per intendersi, senza bisogno di dire altro; una mano di Betta si poggiò dietro la nuca della compagna, sollevandole il capo e solo in quel momento Ylenia realizzò della platea di compagni e compagne che la stava guardando mentre lei giaceva nuda a gambe spalancate, ma invece che spaventarla tutti quegli sguardi sul suo corpo le davano un’emozione elettrizzante.
“Bevi adesso”, le disse Betta, “manda giù tutto questo nettare, voglio vederti assaporare questo calice di piacere” mentre con una mano le reclinava dolcemente la testa appena appena all’indietro e con l’altra avvicinava il bicchiere alla bocca della compagna portandolo sopra al viso; Ylenia socchiuse le labbra da cui spuntò lentamente fuori la lingua rosa, bagnata da una sorta di acquolina, aprendo poi la bocca completamente per ricevere il calice che Betta le stava offrendo. La mano di Betta ruotò lentamente il bicchiere ed Ylenia sentì un rivolo di nettare caldo caderle sulla lingua e scivolare lentamente dentro la bocca; avidamente Ylenia sporse ancora di più la lingua e spalancò la bocca per ospitare sul palato quanto più nettare possibile. La sensazione che provava mentre lo sperma caldo le scivolava dal palato nello stomaco attraverso la gola era qualcosa di indescrivibilmente eccitante e che non aveva mai provato prima, Betta la guardava ingoiare avidamente e quasi le dispiacque quando Ylenia terminò di gustare tutto il nettare contenuto del bicchiere, avrebbe voluto offrirgliene di più, ma pensò che ormai ci sarebbero state sicuramente molte altre occasioni

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