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Orge e Gang Bang

La mia prima.. sbronza

I ricordi di quella sera sono pochi, confusi e ancora oggi me ne vergogno. Sono passati due anni da quella notte, avevo 16 anni, non avevo mai avuto il ragazzo e non ne avevo mai nemmeno baciato uno. Ero ad una festa in piscina a casa di ragazzi che non conoscevo, una mia amica mi ci aveva trascinato, conoscevo solo lei, mi annoiavo a morte e sarei perfino dovuta restare a dormire. Dopo la quarta sigaretta in un’ora cominciai a bere, c’erano un sacco di bottiglie di alcolici, io ne conoscevo pochissimi, però sapevo di voler diventare almeno un po’ brilla, tanto per far passare la noia. Cominciai a guardare le etichette delle bottiglie per vedere quali erano gli alcolici con più gradi. Ne scelsi 4, presi un bicchiere e ci misi un po’ di tutto. Ero a stomaco vuoto perchè adoravo l’acqua e non volevo perdermi nemmeno un’ora di piscina. Dopo aver mescolato per bene il contenuto del bicchiere, anche se non ero molto convinta lo assaggiai, era terribile, però con un solo goccio lo sentii subito arrivare alla testa e le mie guance diventarono rosse, così tappandomi il naso lo buttai giù tutto. Dopo 5 minuti iniziò a girarmi la testa così dovetti sedermi a bordo piscina, gli altri nel frattempo giocavano a pallavolo, nuotavano, ballavano, ridevano e io ero come invisibile, me ne stavo in un angolino buio della piscina, l’unico che non era illuminato dalle torce. Se anche mi girava la testa decisi che comunque ragionavo ancora troppo bene e sentivo comunque la noia, così corsi al tavolo degli alcolici e feci altri miscugli, continuai a bere schifezze per 10 minuti fino a quando finalmente fecero il loro effetto. Io non mi ero mai ubriacata, quindi non sapevo che l’alcol non si sente subito, ma gradualmente, io purtroppo avevo inconsapevolmente esagerato.
Ormai erano le 2 di notte, ero lì da 5 ore e la mia amica era sparita in una camera con il suo ragazzo ancora due ore prima. Era trascorsa un’ora da quando avevo smesso di bere, un’ora trascorsa a bordo piscina stesa a guardare le stelle. Quando decisi di andare a cercare in casa n posto decente dove dormire, cercai di alzarmi, ma l’alcol era ancora dentro il mio corpo e non aveva intenzione di alleggerire la presa, dunque feci due passi e caddi a terra, cominciai stupidamente a ridere, senza motivo, sapevo dov’ero e in che condizioni, sapevo che non ero lucida e ridevo senza riuscire a smettere e senza motivo. Dopo la caduta tre ragazzi che erano rimasti in piscina mi si avvicinarono e mi chiesero se andava tutto bene, io non so cosa risposi, penso di aver semplicemente continuato a ridere.

Sentii uno dei tre dire agli amici “Questa qui ragazzi è piena, la portiamo in casa?”, appena udii quelle parole cominciai a dire di no che volevo andare in piscina, che era presto che ormai non ero più stanca eccetera. I ragazzi mi guardarono con l’aria con cui si guarda un bambino quando racconta di aver visto qualcosa di troppo fantasioso, cercarono di convincermi ad andare in casa, ma io ero fermamente convinta di voler fare un altro bagno in piscina. Alla fine decisero di portarmi in casa di peso, tentarono di alzarmi, ma appena capii di essere in piedi sul bordo della piscina mi ci buttai dentro, e con me trascinai anche i due poveretti che mi avevano aiutato ad alzarmi. Sentii bestemmie e parolacce per un po’, poi il terzo che si era salvato, decise di entrare anche lui visto che ormai i suoi amici si erano rassegnati e volevano tenermi d’occhio per paura che affogassi in acqua o facessi qualche altra sciocchezza. Nuotai straparlando per un po’, gli altri mi rispondevano prendendomi in giro e scherzando tra loro fino a che uno cominciò a farmi domande personali sul sesso e su altro e in vino veritas gli raccontai che non avevo mai baciato un ragazzo e che volevo fare sesso prima dei 18 anni e un sacco di pensieri che non avevo mai rivelato a nessuno. Per un po’ sentii i ragazzi confabulare tra loro, io nei momenti dove loro non parlavano con me e io tacevo e non ridevo, cercavo di capire se c’era almeno una lontana traccia di lucidità in me. C’era ma appariva a scatti, scatti di 2 o 3 secondi seguiti da risate inutili e gesti inconsapevolmente pazzi.
Un ragazzo mi si avvicinò, cominciò a chiedermi se avevo freddo e volevo andare a dormire, io sempre convinta di voler stare in acqua risposi che avevo freddo ma faceva lo stesso. Alla mia riposta intravidi un sorrisino sul suo volto e con un tono diverso mi chiese se poteva aiutarmi per il freddo, io mi accorsi mentre parlavo che tremavo, balbettavo e avevo la pelle d’oca, così senza ragionarci risposi di si.
A quanto pare era la risposta che volevano, quello che si era gentilmente disposto a scaldarmi mi abbracciò e sentii subito il calore di un corpo caldo addosso al mio. Intanto se anche aveva le braccia intorno alla mia vita sentii due mani arrivare da dietro e agganciarsi alla mia pancia, subito ero confusa poi capii che un altro ragazzo mi aveva abbracciato dalla schiena. Il terzo era un po’ più lontano e ci guardava con un’aria strana, sembrava quasi che stesse cercando di convincersi a fare qualcosa che sapeva di certo non si dovrebbe fare. In quella posizione non stavo molto comoda così visto che il freddo mi era passato cominciai a muovermi per liberarmi dalla presa dei due ragazzi. Evidentemente i due che mi impedivano qualsiasi movimento, presero il mio tentativo di evasione come un invito e cominciarono a loro volta a muovere il bacino contro il mio corpo. In un attimo capii quello che stava succedendo, ma come al solito il momento di lucidità durò pochissimo. Presa dalla voglia irrefrenabile cominciai a toccarli nella zona pubica. Sentii che erano già in tiro e nel frattempo il terzo si era avvicinato e mi aveva tolto il costume. Ero ubriaca, alle 2 di notte, da sola, nuda in una piscina, con tre ragazzi arrapati. Mi abbassai nell’acqua alta 1 metro e 20, mi girai verso il ragazzo che stava dietro di me, gli abbassai il costume e cominciai a giocherellare con il suo cazzo. Era duro, mi ricordo solo quello, nel buio lo vedevo poco, quando però lui capì che non riuscivo a trovarlo con la bocca mi prese la testa e la avvicinò. Finalmente lo trovai. Era caldo, e faceva contrasto con l’acqua della piscina che non era fredda però comunque nemmeno caldissima. Mentre succhiavo sentii che le mie gambe venivano alzate, aperte e una mano che cominciava a inoltrarsi nella mia figa. Subito tirai un urletto, seguito dall’altro ragazzo che mi zittiva palpandomi le tette e sussurrandomi nell’orecchio che mi avrebbe fatto godere. Senza pensarci con la mente vuota continuai a succhiare, fino a che qualcuno mi prese la testa, la staccò da cazzo e mi infilò la lingua in bocca. Sentivo le tette che venivano pizzicate, morse e palpate, e ad un certo punto le mie gambe che venivano tirate fuori dall’acqua e una testa che si inoltrava nella mia figa. Una sensazione mai provata, sentivo solletico e piacere allo stesso tempo. Si avvicinarono due cazzi, uno alla mia bocca e uno alla mia mano presa dall’estasi cominciai a farli godere e sentivo che parlavano tra di loro facendo commenti su di me, quando ad un certo punto uno disse “No, non si può fare” e l’altro “sei proprio un frocio, ne hai la possibilità, fallo, tanto domani questa stronza non se o ricorderà più”. A quelle parole un po’ mi preoccupai, anche perchè non capivo, poi arrivò la domanda “Ci sei? Ragioni? Ti va bene se ti svergino?”. Ovviamente risposi di si. Senza ragionarci. Senza capire cosa stava succedendo. Successe gradualmente. Si staccarono tutti da me, per un istante il freddò tornò, poi uno si avvicinò da dietro e facendo passare le sue braccia vicino ai miei fianchi si aggrappò alle mie palle tenedomi orizontale nell’acqua ma con la testa fuori. Subito dopo un’altro mise le braccia sotto la mia schiena e infine il terzo mi aprì le gambe e si avvicinò. C’eravamo quasi. Gli attimi di lucidità cominciavano a durare sempre di più, infatti quando mi resi conto di quello che stava per succedere urlai e mi divincolai. Allora presi alla sprovvista mi calmarono e uno corse fuori a prendere una bottiglia. Mi dissero di bere perchè mi ero disidratata. Io ignara cominciai a bere e capii che era altro alcol, il mio corpo non lo voleva, la mia mente nemmeno, ma ero come sotto anestetico e quel ragazzo che mi teneva il bicchiere mentre ero in una posizione così scomoda mi dava proprio fastidio e così per liberarmi di lui dovetti bere tutto, ne bevvi a forza altri tre. Certo che la mia resistenza era minima e al quarto ricominciai a non capirci più niente. Mi guardai attorno ancora in quella strana posizione dalla quale non ero mai uscita, chiesi cosa stavano facendo e qualcuno mi rispose che mi volevano fare divertire e dicendo questo cominciò a masturbarmi. Dopo un po’ smise, io presa di nuovo dal piacere e dalla voglia cominciai ad urlare che volevo essere scopata. Non aspettavano altro. Mi si avvicinò sempre di più con il cazzo, lo prese in mano e me lo fece sentire sul clitoride, fui scossa da un brivido di piacere, il freddo ormai se n’era andato sostituito da un calore interno concentrato nello stomaco. Sentii qualcosa che cercava di entrare nella mia figa, spingeva sempre di più e cominciava anche a far male. Sentii il dolore aumentare così gridai qualcosa a riguardo. Subito quello dietro di me mi zittì infilandomi la lingua in bocca e l’altro cominciò a stimolarmi il clitoride, ormai era entrato tutto. Lo sentivo caldo, dentro di me, e il solo pensiero mi faceva bagnare sempre di più.
Smisero di masturbarmi, avevo un cazzo che mi scopava la figa, ora un cazzo in bocca e il terzo si stava masturbando con le mie tette. Continuammo così fino a che venni, se ne acorsero dai miei tremori di piacere e mentre venivo sentii il cazzo uscire definitivamente da me e una strana cosa calda mi arrivo in faccia, la leccai perchè avevo le mani occupate, aveva un sapore strano e poi capii cos’era. Subito dopo un’altro cazzo cominciò a scoparmi in figa però era più piccolo e quando questo uscì io non ero venuta. Mi aspettavo che anche il terzo mi scopasse in figa e poi fosse finito tutto, ma dopo la seconda sborrata in faccia mi girarono. Avevo la testa e il culo fuori dall’acqua. Ad un certo punto sentii una lingua che mi leccava l’ano e poi un dito che cercava di infilarcisi, subito urlai come un ossessa, la situazione non era piacevole e soprattutto non volevo un cazzo nel culo. Il dito continuò nonostante tutto e cominciai finalmente a trarne qualche piacere, anche se continuavo a dire che un cazzo in culo non lo volevo. Esasperato il terzo che non era ancora venuto me lo mise in figa con un colpo secco, però fece un male assurdo. Era molto più grosso degli altri e infatti ricominciai ad urlare dal dolore e alla fine mi zittirono con un cazzo in bocca. Anche il terzo venne, ma dentro di me, e quando venne lui venni anch’io. Poi mi rimisero il costume e mi appoggiarono sull’erba, un po’ più lontano del bordo della piscina. Mi coprirono con un asciugamano e il mattino dopo mi svegliai con un gran mal di testa e confusa. Mi guardai attorno e vidi la mia amica che mi correva incontro chiedendomi se avevo dormito lì tutta notte. Io ci pensai sopra e i ricordi cominciarono a riaffiorare. Risposi di si, mentre cercavo di ricostruire cos’era successo. Mi tornò in mente quasi tutto, tranne le facce dei tre, che a dirla tutta non avevo mai guardato per bene. Cominciai a guardarmi intorno, c’erano ragazzi ovunque. Però non riuscivo a ricordarmi con chi avevo fatto follie quella notte.

Alla fine non l’ho mai scoperto e non l’ho mai raccontato a nessuno, anche se ho sempre paura che salti fuori questa storia o uno dei protagonisti. L’ho raccontata a voi come il mio primo racconto hot, spero vi sia piaciuto, perchè anche a me quella notte è piaciuta, il giorno dopo decisamente meno.

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