Quella sera, io mio marito e mia figlia avevamo deciso di andare insieme a quella riunione, una di quelle noiose dove il mio consorte si trova a suo agio ed io e mia figlia ci annoiamo; ma quella volta decisi di farlo contento così lui sarebbe intervenuto sull’argomento terapeutico contento che noi fossimo con lui. La sala era particolarmente piena, è evidente che suscitava molto interesse il trattato della serata; infatti molte persone ancora entravano e si accalcavano in sala. Eravamo in piedi poggiati sul muro, al mio fianco mio marito e mia figlia e nonostante tutto cominciai a provare interesse per ciò che veniva detto, non facevo neanche caso alla gente che entrando si accalcava; ogni tanto mi sentivo spinta in avanti, tanto che mio marito e mia figlia erano ad un metro di distanza. Ogni tanto dietro mi sentivo pressare da qualcuno, ma lì per lì non facevo caso al fatto. Dopo un po’ sentii un rigonfio caloroso che strusciandosi di tanto in tanto spingeva sempre più, allora capii che un uomo mi stava proprio appiccicato addosso nel sedere e la sua virilità gonfia emanava un calore che solo voglia e passione sono capaci di accendere. Sono una donna alta 170 centimetri, tette nella norma ed anche il mio sedere è nella norma solo che è ben pronunciato, insomma non sono una vamp. Sono una donna comune come tante che si occupano della famiglia. Cercai di spostarmi, ma l’uomo era come incollato alle mie chiappe, non riuscivo a dimenarmi, se mi spostavo di un passo lui si posizionava sempre nel modo migliore per farmi sentire meglio il suo cazzo. Avevo paura a voltarmi. Non volevo fare scenate. Se urlavo mi avrebbero presa per pazza, se dicevo qualcosa all’uomo, magari sarei passata per una bugiarda; decisi saggiamente per il momento di non reagire ed alla prima occasione mi sarei allontanata. Provai a mettere la mano sul mio sedere, cosi quanto meno lo avrei spostato, ma ottenni l’effetto contrario. Si, perché l’uomo prese la mia mano e cominciò a farmi palpare la sua patta. Sentii che di colpo il calore inondò la mia mano ed anch’io mi sentii infiammare il viso, tanto era il calore che lo invadeva; mi sentivo una foglia al vento. Per la paura che mio marito si accorgesse dell’uomo e di quello che mi stava capitando, dissi al mio cuore che batteva all’impazzata di calmarsi, dovevo prendere il caso con le dovute precauzioni, non dovevo dare in escandescenza. Ora sentivo chiaramente che l’uomo si strusciava con animosità, aspettava una mia reazione ma io niente, anzi cercavo di controllare anche le scosse che mi assalivano la schiena. L’uomo mi cinse con la mano la pancia e poggiò le sue labbra sul collo, baciandomi la nuca: per un attimo mi lasciai andare e pensai quale abile seduttore potesse essere mai, provai una sensazione piacevole, ma tentai di spostarmi, lui mi tenne stretta a sé con il braccio facendo molte effusioni piacevoli, lasciando che il suo tocco leggero scivolasse sulle cosce. Ero inebetita, il fuoco che aveva addosso mi coinvolgeva annullava la mia volontà. Aveva cominciato ad accarezzarmi sulla nuca ed allo stesso tempo posizionato la sua gamba tra le mie ed ogni tanto mi sollevava con la stessa, mi lasciai andare all’indietro abbandonando il mio corpo sul suo, mi prese fra le mani i seni, le sue labbra e la sua lingua sfiorarono i miei lobi; il panico mi assalì, cominciai a tremare. Mi spostai ma lui con agilità mi prese la mano fra le sue e di nuovo si incollò dietro di me. Guardai verso mio marito, mentre lui palpava le mie chiappe, ora ero preda dei brividi che mi invadevano dalla punta dei piedi sino ai capelli sentivo i capezzoli diventare duri sino a farmi male, le mie labbra asciutte, il respiro smorzato per assaporare più a lungo quelle emozioni. Poi con fare felino aprì la cerniera della gonna situata al mio fianco destro, si insinuò con la mano; mi chiesi come mai visto che la mia gonna aveva gli spacchi sia davanti che dietro; cosa aveva in testa? Ma quando lui sfiorò l’inguine ogni pensiero si perse fra le sue dita sapienti e leggere, che cominciarono a tormentare i miei sensi che si accesero dando vita ad una danza sfrenata che solo il piacere può procurare. Ad un tratto sentii la voce di mio marito, che prendeva parte al dibattito, ebbi il timore che si accorgesse di quello che mi stava succedendo, invece il suo intervento lo inghiottì, ma io ero in estasi, allo stesso tempo, mi sentii come se fossi abbandonata a me stessa . Ero in un altro mondo, l’eros era il mio padrone. Sentii entrare le sue dita dolcemente ed essere ingoiate dalla fessura della mia figa già fradicia, ora avrebbe potuto succedere di tutto ero pazza di desiderio. Sul più bello fermò le sue dita ed armeggiò sullo slip arrotolandolo non so come sulle mie anche, la sua abilità nel fare queste cose mi stupiva, mi catturava totalmente; mi sentii mancare quando sentii il contatto del suo cazzo sul mio culo, le mie chiappe aprirono le porte all’ospite inatteso con enfasi. Il calore che emanava la sua carne mi frastornava, la lussuria era la mia consigliera e la goduria la mia amica inseparabile; guardavo la folla e mi girava tutto intorno. D’un tratto mi ritrovai appoggiata ad un tavolo dove erano sistemati libri, riviste, opuscoli e non riuscivo a capire come ci fossi arrivata, ma so che vi poggiai i palmi delle mani, come se per magia volessi fermare i miei pensieri licenziosi. Fu in quel preciso istante che sentii un calore intenso dentro di me, l’energia che si impossessò di me, mi fece contorcere il viso dai mugugni silenziosi che uscivano dalla mia bocca, la lingua passò fra le labbra asciutte dal piacere. Ero la sua preda e mentre lui ora mi spingeva in avanti, ora mi faceva tornare indietro, si fermava lasciando che assaporassi la vigoria dei suoi colpi. Ormai mi sentivo una peccatrice, mi sentivo cappuccetto rosso nelle fauci del lupo. L’erotismo si era manifestato nella sua forma migliore, mi contorcevo lasciando che abusasse di me sempre con più foga, la sua mano si era infilata dentro la cerniera aperta ed ora le sue dita stringevano il mio grilletto titillandolo, poi sentii il suo ritmo aumentare e dentro me si scatenò il finimondo; fitte spasmodiche mi pervasero tutta, i mugugni divennero prima lunghi sospiri, poi esclamazioni che affermavano l’esplosione dell’orgasmo da parte di entrambi e mentre il caos degli applausi riempiva la sala per la fine dei discorsi mi ricomposi. Mio marito e mia figlia mi vennero incontro, ma con gesti pieni di affetto si buttarono sull’uomo dietro me; mi voltai impallidendo prima e sorridendo dopo; a quell’uomo che mai e poi mai avrei creduto che potesse approfittare di me . Mio cognato.
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